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Il Rock dice No alla pena di morte

29 marzo 1998, lo Shrine Auditorium di Los Angeles, anfiteatro abitualmente usato per cerimonie prestigiose, quali la consegna degli Oscar, la notte dei Grammy o gli Mtv Video Awards, anche questa sera ospita un evento d'eccezione.

Sul palco, un cast composto dal cantante e leader dei Pearl JamEddie Vedder, dai folksinger Steve Earle, Michelle Shocked e Ani DiFranco, dagli eccentrici cantautori Lyle Lovett e Tom Waits, dal batterista dei Doors John Densmore che accompagna il vocalist pakistano Nusrat Fateh Ali Khan.

La serata ha un titolo: Not in Our Name, “Dead Man Walking”: the concert.

L’omonimo film Dead Man Walking, (diretto da Tim Robbins e magistralmente interpretato da sua moglie Susan Sarandon e da Sean Penn) tre anni prima ha commosso l’America. Oggi, convince alcuni tra i musicisti più sensibili all’impegno civile a organizzare un concerto che ha lo scopo di raccogliere fondi per due istituzioni di volontariato, una delle quali, la Hope House, è diretta da Suora Helen Prejean, autrice del libro da cui è tratto il film.

Presentata dallo stesso Tim Robbins, la serata mette in mostra musiche e artisti che hanno impreziosito la colonna sonora di Dead Man Walking: unici assenti, Bruce Springsteen e Patti Smith.

Tutte le performance sono caratterizzate da alto tasso emozionale e straordinaria intensità. Colpisce, in particolare, la strepitosa versione che Eddie Vedder propone del classico dei Pearl Jam, “The Long Road”. Accompagnato da un ensemble di musicisti pakistani, il cantante Vedder dà una dimostrazione della sua vocalità formidabile e della sua imbattibile espressività.

Purtroppo, solo 3000 dei 6000 biglietti disponibili vengono venduti. I ricavi delle vendite del dvd del concerto ripagano, però, gli organizzatori dei mancati introiti della serata.

Cover photo by Ana Viotti – CC BY 2.0

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