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David Crosby in prigione

28 Marzo 1982: sulla 405, la San Diego freeway, in prossimità di Santa Ana, California, una Ford Granada rossa, apparentemente senza alcun motivo, sbatte in modo violento contro il guard-rail.

Al volante, in stato confusionale, la leggenda della musica West Coast, David Crosby: la sera si deve esibire con gli amici di sempre, Stephen Stills e Graham Nash, in un concerto contro l’energia nucleare a San Onofre Beach.

Quando gli infermieri accorrono per assisterlo, lo trovano sanguinante. Accanto a lui, sul sedile del passeggero, rinvengono tutto l’occorrente per il freebase, droga di cui Crosby è da anni totalmente dipendente. Notano anche uno strano sacchetto.

Quando la polizia lo apre, ci trova dentro una calibro 45.
“Perché questa pistola?“, chiede il poliziotto.
“Ricordi cosa è successo a John Lennon?“, gli risponde un frastornato Crosby che viene trasportato al pronto soccorso prima e alla prigione di Santa Ana poi.

Rilasciato su cauzione, neanche due settimane dopo, il 12 aprile, David Crosby viene nuovamente arrestato nei camerini del club Cardi’s di Dallas, dove avrebbe dovuto esibirsi in un concerto da solo. Quando la polizia del Texas fa irruzione nel backstage lo trova mentre sta fumando una dose di freebase e ha una calibro 45 a portata di mano. Rinchiuso nel carcere di Dallas, Crosby impiega quasi tre anni per disintossicarsi e decidere di smettere con le droghe.

Nel 1989, si ripresenta ai fan con un album dal titolo emblematico: Oh Yes I Can che contiene 11 brani autobiografici tra i quali la bellissima title-track.

Cover photo by David Gans – CC BY-SA 2.0