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QUINCY.

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Non esiste titolo che possa descrivere in poche parole un pilastro della musica come lui. Basta il suo nome, Quincy.

È morto. La notizia arriva non certo inaspettata, ma fa in pezzi uno dei tipici specchi attraverso cui guardiamo la realtà, fa in pezzi quel monumento vivente che pensavamo fosse eterno, quel “personaggio di famiglia” con cui pensavamo di poter passare ogni Natale fino alla fine dei nostri giorni.

Quincy è morto e con lui non solo finisce una storia musicale unica e irripetibile, ma si conclude, purtroppo, l’azione di un’anima virtuosa che fino alla fine dei suoi giorni ha cercato di portare sui grandi palchi i giovani talenti, cercando di costruire il futuro della musica, che in tempi come i nostri non è propriamente roseo.

Musicista, arrangiatore, produttore e visionario, Jones ha rappresentato un ponte tra generi e generazioni. Con oltre settant’anni di carriera, è stato il cuore pulsante di alcuni dei più grandi successi della musica moderna.

Un innovatore tra i giganti

Jones non si è mai limitato a seguire il flusso, le mode, i suoni delle varie epoche: ha sempre cercato di rompere le barriere musicali, mescolando stili e culture diverse. La sua carriera è iniziata nel jazz, ma è rapidamente diventato un punto di riferimento per il pop, l’R&B, il soul e perfino la musica da film.

Le collaborazioni con icone come Ray Charles, Miles Davis, Dinah Washington, Frank Sinatra, Aretha Franklin e Ella Fitzgerald sono solo alcune delle pietre miliari di una carriera che sembra uscita da un libro di storia della musica.

La sua partnership con Sinatra è leggendaria. Quincy ha arrangiato e diretto per l’album Sinatra at the Sands (1966), che ancora oggi è considerato uno dei live più iconici di sempre.
Sinatra, solitamente restio a lavorare con nuovi arrangiatori, si fidò di Jones, soprannominandolo “Q”.

Quando hai Quincy Jones accanto, non c’è margine per l’errore (Frank Sinatra)

Michael Jackson e il pop reinventato

Se c’è un sodalizio artistico che ha segnato una svolta epocale, è quello tra Quincy Jones e Michael Jackson. Off the Wall, Thriller e Bad non sono solo album; sono manifesti culturali che hanno ridefinito il pop degli anni ’80.
Thriller, in particolare, rimane l’album più venduto nella storia della musica, con oltre 130 milioni di copie. Senza nulla togliere al genio di Jackson, ogni traccia porta l’inconfondibile impronta di Jones: un equilibrio perfetto tra innovazione sonora e accessibilità.

Uno degli aneddoti più emblematici riguarda la selezione delle tracce per il disco. Jackson insisteva per includere Streetwalker, ma Jones era convinto che Human Nature avesse un potenziale maggiore.
La decisione di Quincy si rivelò vincente: Human Nature divenne uno dei brani più amati e reinterpretati di Jackson. Michael aveva una visione incredibile, ma Quincy aveva il tocco magico, ha ricordato in seguito il produttore esecutivo dell’album.

La grande orchestra umanitaria di We Are the World

Nel 1985, Jones ha dimostrato che la musica può essere un potente strumento di solidarietà. Come produttore di “We Are the World”, ha riunito alcuni dei più grandi artisti del momento, tra cui Lionel Richie, Stevie Wonder, Bruce Springsteen, Bob Dylan e tanti altri, per raccogliere fondi per l’Africa.

Per garantire che il progetto rimanesse focalizzato sull’obiettivo comune, fece appendere all’ingresso dello studio un cartello con scritto: “Lasciate fuori il vostro ego”.

La canzone divenne un simbolo globale di speranza e unità, raccogliendo milioni di dollari per cause umanitarie. We Are the World” è stato uno dei momenti più orgogliosi della mia vita, ha dichiarato Jones in un’intervista. Questo progetto rappresenta uno degli esempi più evidenti del suo impegno per usare la musica come forza per il bene.

Vale la pena ricordare che l’impegno sociale di Quincy Jones non nasce negli anni ’80: già nei primi anni ’60 supportava le iniziative di Martin Luther King. Jones fu, inoltre, tra i fondatori dell’Institute for Black American Music (IBAM) e si distinse nell’organizzazione di eventi benefici, collaborando spesso con figure di spicco come Bono degli U2.

Quincy Jones nel cinema e in TV

Oltre alla musica, Quincy Jones ha avuto un ruolo cruciale anche nel cinema e nella televisione. Ha composto colonne sonore per film come Il colore viola (1985) e The Pawnbroker (1964), guadagnandosi diverse nomination agli Oscar.
La colonna sonora di Il colore viola è una delle sue composizioni più importanti, una vera e propria narrazione sonora.

“Quincy è un genio capace di dare voce alle emozioni attraverso la musica” (Steve Spielberg)

In televisione, ha prodotto la musica per serie iconiche come Willy, il principe di Bel-Air, che ha lanciato la carriera di Will Smith. Questo show non solo è stato un successo commerciale, ma ha anche portato a galla in modo “leggero e digeribile” alcuni temi sociali e culturali importanti.
Smith ha ricordato Jones come il mentore che mi ha insegnato a credere in me stesso.

D’altronde, come già detto, Quincy ha sempre avuto la missione di spronare i giovani talenti, come negli ultimi anni con Jacob Collier e molti altri.

Gli omaggi dal mondo della musica e oltre

Alla notizia della sua scomparsa, artisti e celebrità di tutto il mondo hanno espresso il loro dolore e riconoscimento per l’enorme impatto di Quincy Jones.
Stevie Wonder ha dichiarato: Abbiamo perso un gigante, ma il suo spirito continuerà a vivere in ogni nota che suoneremo. Barbra Streisand ha descritto Jones come un uomo di visione straordinaria, mentre Tony Renis ha ricordato la loro collaborazione come una delle esperienze più gratificanti della mia carriera.

Anche figure politiche e culturali hanno reso omaggio al maestro. Barack Obama ha scritto: Jones ha definito il suono di un’intera generazione, ma soprattutto ha mostrato come la musica possa essere una forza per l’unità.
Paul McCartney e Diana Ross hanno condiviso ricordi personali, sottolineando la profondità delle relazioni umane che Quincy costruiva.

Un’eredità eterna

Quincy Jones, come abbiamo detto, era un visionario, un costruttore di ponti tra generi, epoche e culture. Ha vinto 28 Grammy Awards, ma il vero riconoscimento è l’impatto indelebile che ha avuto sulla musica e sulla vita di milioni di persone, anche quelle che non avevano mai sentito il suo nome. È stata una di quelle figure capaci di entrare nella quotidianità attraverso la musica, influenzando la cultura popolare in modo sottile ma profondo.
Anche chi non conosceva nulla di musica è stato toccato dalle sue creazioni, che hanno definito colonne sonore di vite e momenti, diventando parte integrante dell’immaginario collettivo.

Quincy Jones ha sempre saputo ascoltare, comprendere e trasformare in arte ciò che gli altri potevano solo immaginare.

Un consiglio per chi vuole conoscere meglio Quincy Jones

Per coloro che desiderano approfondire la vita e la carriera di Quincy Jones, si consiglia il documentario Quincy, che offre uno sguardo intimo sulla vita personale e professionale di una delle figure più influenti della musica moderna.

Cover Photo by Toglenn - CC BY 4.0