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Cornerstone Colosseum

Cornerstone Colosseum, 2 colossi in un solo pedale

L’ultima incarnazione degli overdrive di Cornerstone si chiama Colosseum, un nuvo progetto del brand italiano sulle basi del Bluesbreaker e del Klon Centaur.

Cornerstone è un brand che spesso viene associato a sonorità “american-oriented”, con suoni vicino al Dumble e al Tube Screamer, strizzando l’occhio all’uso moderno come può farne un giovane idolo della sei corde come John Mayer.
Abbiamo già incontrato questo marchio italiano negli articoli sul Gladio e sull’Imperium.

Questa volta il gioco è decisamente diverso, parliamo di rivisitazioni sonore che Emilio Massari (CEO di Cornerstone) non aveva mai provato in precedenza.

Design rodato

Come in precedenza per l’Imperium e ancor prima per il Gladio, sappiamo che la moodboard del design dei pedali Cornerstone viene affidata a Fabrizio Coco ed ha un riferimento ben definito all’antica Roma. Il layout e l’affordance del pedale rimangono identici ai predecessori, quindi tutto risulta essere perfettamente leggibile per un utilizzo appena uscito dalla scatola.

Va menzionato un plus per la verniciatura effetto marmo, forse per richiamare effettivamente la struttura dell’Anfiteatro Flavio ai fasti d’oro dell’età imperiale, con i potenziometri incastonati nelle finestrature dei colonnati, idea molto apprezzabile mantenendo una linea a tutti gli effetti sobria e con la giusta dose di eleganza, ma riuscendo a rimanere personale.

Per quanto riguarda le sezioni controlli abbiamo:

  • Lato BB: Gain – Tono – Volume – Clean
  • Lato Klon: Gain – Tono – Volume – Clipping

Per ambedue i lati si percepisce una gerarchia ben definita, ovvero quali sono i comandi principali (i classici controlli di guadagno, volume e tono) e successivamente quelli di clean e di clipping, mentre al centro si trova la levetta di controllo per gestire l’ordine dei due pedali, quindi se utilizzare il klon prima del bluesbreaker o viceversa.

Cornerstone Colosseum

Blues Breaker & Klon con qualsiasi cosa tu voglia metterci in mezzo

Una scelta che è stata apportata alla normale struttura di un pedale doppio classico, è quella di aver inserito due ingressi separati per il lato del Klon e per il lato del Bluesbreaker.

Cosa significa? Che è possibile entrare nell’ingresso del Klon, uscire dal suddetto, entrare in un altro pedale che preferiamo, entrare nel lato del BluesBreaker e successivamente uscire da questo.

Questa opzione risulta utile per aggiungere ulteriori sfumature, lo stesso Emilio consiglia di utilizzarlo in combo con l’Imperium o con l’Antique, a sua detta la combinazione ottimale per ottenere il miglior risultato in termini di dinamica e di tono.

Cornerstone Colosseum

Qualche idea di suono

Insieme a Davide Greco, anche lui possessore del pedale, ci siamo divertiti a effettuare dei test per vedere come si comportassero i controlli di Tono, i controlli di Clean e di Clipping

La catena di test è la seguente:

  • Chitarre: Fender Stratocaster Custom Shop e GIbson Les Paul Custom del 71
  • Amplificatori: Mezzabarba Mzero Variante T

Abbiamo volutamente lasciato il pedale totalmente in flat (quindi volume tono e gain a metà) per permettere di avere un paragone con le altre posizioni, quindi con il potenziometro del clean a zero o al massimo e via discorrendo per i restanti.

Abbiamo poi messo il gain al massimo per verificare il comportamento del pedale e per trarre le conclusioni finali.

N.B. Ricordatevi che la dicitura “Clean” nei sample non significa chitarra dal suono pulito

Come si comporta il BluesBreaker

Il comportamento del potenziometro Clean, potrebbe sembrare quasi nullo se rapportato alle analisi, perchè essenzialmente il potenziometro clean è un controllo di volume del suono della chitarra pulita, quindi funziona come se fosse un sistema di blend tra il segnale della nostra chitarra e quello del pedale, come abbiamo visto in tantissimi effetti.

Cornerstone Colosseum

Dalle immagini notiamo quasi una “perdita” di frequenze almeno da parte del range delle medie e delle medio alte, ma si guadagna abbastanza in presenza e nel caso della les paul abbiamo delle medio basse più avanti.

Cornerstone Colosseum

Sulla stratocaster, invece, la cosa si nota di più, abbiamo un punch molto più evidente, molto definito e che permette di avere un suono per situazioni che necessitano di un grit più corposo, con più presenza sullo spettro delle medio basse

Cornerstone Colosseum

Togliendo il potenziometro del clean abbiamo il suono graffiante della stratocaster tipico di quei sound vintage-oriented che ormai sono passati alla storia. Con i giusti adeguamenti di gain e tono della chitarra si può però anche avere un suono in stile Clapton periodo Cream.

Cornerstone Colosseum

Per quanto riguarda il controllo di tono sul pedale, possiamo evincere che toglie volume intorno ai 100 e 200 hz, intorno ai 350 Hz e ai 600 Hz facendo rimanere intatto tutto lo spettro rimanente, un taglio che molti potrebbero associare a un mid e un bass cut per permettere di poter regolare il segnale in base al suono generale della band o delle rimanenti tracce sul quale si sta suonando.

Portandolo invece al massimo non abbiamo un’esasperazione delle medio altre, si aggiunge qualche decibel intorno ai 2 kHz e ai 5kHz

Come si comporta il Klon

Il Klon in modalità silicio rimane abbastanza morbido e abbiamo uno spettro abbastanza lineare fino quasi ai 70 Hz (di pochissimo eh, non aspettatevi chissà cosa) rimanendo leggermente vivace sui 5 kHz.

Cornerstone Colosseum

Sul germanio invece abbiamo un aumento di volume che si presenta in maniera preponderante e dando più grit e più medie, il risultato finale è un suono con le frequenze tra i 2 kHz e i 3 kHz molto presenti e precise, qualche perdita lieve sull’estremo delle basse.

Cornerstone Colosseum

Sulla strato il comportamento non è diverso, abbiamo alcune differenze in termini di equalizzazione generale per le ovvie ragioni di natura dello strumento, ma da ambedue i grafici possiamo denotare il comportamento identico anche su dei single coil.

Cornerstone Colosseum

Qui la comparazione con il Germanio, come detto prima il pedale rispetta in maniera cristallina il suo comportamento in termini di trattamento del segnale. 

Cornerstone Colosseum

Sul controllo di tono, abbiamo un enfatizzazione del range di frequenze che va dai 2 kHz fino ai 5 kHz  quando andiamo a portarlo al massimo, mentre scarica leggermente la parte delle medio basse quando viene portato al minimo, parliamo della zona tra i 100 Hz e i 200 Hz; rimane però tutto il resto perfettamente intelligibile, come per il Bluesbreaker sono campane molto strette.

Ma quindi, come suona?

Possiamo definirlo per tantissimi versi un overdrive molto atipico perché la mancanza totale dei diodi di clipping nel circuito non lo rendono mai un pedale estremamente aggressivo, non se paragonato alle varie versioni del Bluesbreaker al quale siamo abituati.
Certo abbiamo un suono per nulla compresso ma che non perdona nulla al musicista e dove chi ha la mano “di velluto” potrebbe dover suonare con maggiore enfasi per ottenere un suono overdrive robusto, almeno usando solo il singolo lato Bluesbreaker del pedale. Oppure si possono usare pickup ad alto output che permettono quindi di non avere problemi di volume, anche se a discapito di un po’ di dinamica.

Per il lato Klon, il discorso è molto ampio – per taluni si sconfina nel leggendario – e personalmente chi scrive ne ha sentito solo uno di quelli “veri” (pare che i Klon originali non suonino tutti esattamente allo stesso modo).
Per esempio un altro pedale fortemente vicino al Klon è il Ryra The Klone ma a differenza di quello che ho provato, ma anche rispetto a altri “inspired by”, sembra avere uno stadio di gain più alto, che a un certo punto mi ha mandato in confusione.

Cornerstone Colosseum

Anche Emilio ha effettuato le sue prove con un vero Klon, ma rientriamo nello stesso discorso, probabilmente il suo riferimento aveva un filo di gain in più e un suono con delle alte più enfatizzate (o “sparkling” se vogliamo usare termini anglofoni) e questo non compromette nulla.

La possibilità di gestione del clipping è un’aggiunta interessante per poter ottenere ulteriori sonorità come abbiamo visto nelle prove audio e nelle analisi in frequenza, è un pedale di per sé dinamico e che necessita di essere gestito a dovere.

In aggiunta a tutto questo, anche i controlli di tono e volume non sono estremamente aggressivi, la Q di ambedue le equalizzazioni non è estremamente ampia, questo permette effettivamente una regolazione più puntuale senza però stravolgere il suono della nostra catena effetti.

Cornerstone Colosseum

Discorso simile per la quantità di gain che hanno ambedue i lati del Colosseum, in effetti dal Klon non mi aspetterei mai uno stadio di gain importante, non avrebbe senso compiuto in nessuno dei mondi possibili, mentre per il lato del Bluesbreaker la cosa prende molto sottogamba perchè stiamo parlando di distorsioni (anche se distorsioni proprio non le definirei) estremamente morbide, mai troppo aggressive, il grit di fondo è piacevole ma non è estremo, e lo possiamo notare anche dalle registrazioni.

Suonati entrambi, quello che si ottiene (facendo riferimento alla playlist delle tracce), il Klon nel Bluesbreaker permette di boostare il sound Marshall a cui il pedale fa riferimento, aggiunge qualche alta frequenza in più o anche delle medie se si utilizza il clipping al germanio che può essere ottimo per le ritmiche.
Il BluesBreaker che boosta il suono del Klon è probabilmente la migliore combo per suoni lead o veri e propri assoli, si ottiene un suono presente, estremamente nitido e con tutte le frequenze al posto giusto (a opinione dell’autore).

Non per tutti, sotto tutti i punti di vista

Parliamoci chiaro, questo è un pedale professionale sotto tutti i punti di vista, il prezzo non è accessibile a tutti (parliamo di uno street price di 360 euro), non è assolutamente un pedale plug’n’play nonostante gli overdrive siano comunque dei pedali “semplici” dal punto di vista dei casi di utilizzo.
Infine, è un pedale che non fa sconti agli errori, ha una curva di apprendimento ripida, ma d’altronde aiuta anche a migliorare il nostro playing (cosa alla quale non si devono porre limiti!).

Maggiori informazioni sul sito di Cornerstone