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Eventide Blackhole, un riverbero di cui avevamo bisogno?

Nella quantità di riverberi a pedale disponibili, Blackhole cos'ha da offrirci di nuovo?

Molto spesso alcune novità possono sembrare strane, o per certi versi inutili da parte di alcuni brand che decidono di creare versioni “light” di alcuni suoi hardware.

L’uscita dell’Eventide Blackhole ha suscitato un interesse contrastante da parte dell’utenza, di ogni ordine e grado, sulle motivazioni da parte del noto brand statunitense di voler mettere sul mercato una versione “ridotta” del suo riverbero, tra l’altro uno dei più apprezzati.

Ma a questo punto è interessante discutere il motivo per il quale un’azienda di questo calibro ha deciso di mettere sul mercato questo prodotto, secondo quali canoni e per quale fascia di utenza probabilmente è più adatto.

Partiamo dalle basi, ne avevamo bisogno?

Dipende, il paragone principale che è stato fatto è che quel tipo di suono lo possiamo già trovare in macchine come l’H9 e lo Space.
Questo è verissimo, ed è un paragone più che giusto da parte di chi è già in possesso di tali macchine – parliamoci chiaro – dal costo non indifferente e che soprattutto rientrano in quella classe che ho sempre definito come “super pedali”, ovvero con circa una dozzina (molti di più nel caso dell’ H9) di suoni montati on board, che danno il meglio possibile di sé quando vengono controllate attraverso controller (MIDI o Aux) esterni (è possibile anche usare la serie factor senza un controller, ma dovrete memorizzare tutti i tasti da premere per utilizzare la bank mode e fare avanti e indietro tra i preset).

Eventide ha (molto probabilmente) tentato di fare tre cose:

  • Abbassare il prezzo per l’ingresso nel suo mondo di effetti a pedale
  • Creare un prodotto utilizzabile come un pedalino “classico”
  • Adattarsi a un form factor più moderno e compatto senza rinunciare ai suoi standard

Il mercato chitarristico oggi è diverso anche rispetto a pochi anni fa, cerchiamo prodotti più piccoli, più maneggevoli e facili da usare (e anche meno costosi!), quindi con molta probabilità Eventide ha voluto creare un prodotto più user friendly per un utilizzo anche plug’n’play.

Ma quindi… stiamo parlando di un pedale “economico”?

Per quanto possa suonare strano parlare di “economico” dato il prezzo di vendita di ben 280 euro, bisogna ricordare che prima di lui (o prima del Rose, che però è un delay analogico) il biglietto di ingresso nel mondo Eventide per quanto riguardava i pedali era di circa 500 euro o poco più, che per molti è quasi la metà di uno stipendio mensile.
Siamo quindi quasi a un dimezzamento dei costi, rientrando in un range maggiormente accessibile ai più.

Si ma sono 280 euro per un solo algoritmo…

Affermazione giusta, ma questo ci porta a un’ulteriore precisazione, se io prima volevo comprare un riverbero Eventide, le mie opzioni erano:

  • Il 2016 a rack
  • Lo Space a pedale
  • Il Blackhole in formato plug-in

Il prezzo di queste unità è il seguente, 2500 euro per il 2016, 550 circa per lo Space e 200 per il plug-in.

Ora, a meno che non si abbiano delle necessità molto grandi e si usino costantemente 12 riverberi diversi – il che lo vedo molto difficile per chi non è un professionista molto attivo in studio – con le possibilità timbriche del Blackhole (che comunque non sono affatto poche!) possiamo chiudere un ventaglio di esigenze bello ampio a poco più del prezzo del plug-in.
In più, occupa poco più spazio di un pedalino classico e ha quasi una dozzina di controlli e la possibilità di essere mappato attraverso il protocollo MIDI.

Ma quindi per chi nasce questo pedale?

Nasce in primis per essere un biglietto di ingresso nei suoni Eventide, permettendoti di comprare un riverbero con la loro qualità timbrica, con un numero ragguardevole di opzioni (come detto, undici controlli gestibili tramite potenziometro), la possibilità di avere dei preset memorizzabili (cinque in tutto) e di poter essere controllato da controller esterni attraverso il MIDI to USB (e anche controllabile da software dove potete fare i vostri preset).

Lo possiamo definire un “assaggio molto abbondante” del mondo Eventide in un formato più moderno (dato che oggi la pedaliera più è compatta e meglio è per il musicista), facilmente alimentabile, con tutte le opzioni ereditate dalle serie Factor e con tutte le possibilità di controllo attraverso hardware esterni.

Dobbiamo aspettarci altri pedali di questo tipo nel prossimo futuro?

A questo punto potremmo sperare in un altro paio di pedali di altri algoritmi ben noti del mondo Eventide, sarebbe interessantissimo un Digital Delay o un Chorus basati sugli algoritmi del Timefactor e del Modfactor allo stesso prezzo del Blackhole, così da poter avere una serie di suoni Eventide in pochissimo spazio e con una spesa meno impattante per il nostro portafogli.

Eventide è un marchio distribuito da Mogar Music