Dopo aver introdotto la pedalboard e lo scopo per il quale la stiamo assemblando, cominciamo a scendere sul lato pratico.
Iniziamo dalle misure minime per utilizzare i pedali in nostro possesso, per capire se conviene o meno concederci un po’ di gioco in termini di spazio per avere uno spazio meno calcolato al millimetro o per aggiungere in futuro altri pedali.
Mi raccomando ricordatevi di misurale il tutto considerando i cavetti di connessione tra pedale e pedale.
Dopo aver fatto questo, il secondo step è capire dover far entrare e uscire il segnale audio e le varie alimentazioni; dato che il meglio si nasconde nei dettagli, è sempre bene avere in mente che giro far fare ai nostri cavi per evitare cambiamenti, spesso decisamente scomodi, in corso d’opera.
Per chi invece ha un po’ più di dimestichezza informatica può utilizzare il software messo a disposizione da PedalTrain (dove però non sono presenti tutte le possibilità che analizzeremo qui).
In base alla tipologia di pedaliera, il routing sarà differente, non solo per la presenza di sistemi di switching, ma anche in base alla presenza di una scatola di derivazione.
Cosa sarebbe una scatola di derivazione?
Una scatola di derivazione, o patch box, è un dispositivo che oggi viene venduto già pronto (prima erano fatti solo custom su ordinazione) che serve a far confluire i cavi verso un unico punto in comune, per avere una serie di vantaggi:
- Più ordine nella pedaliera
- Separare la linea audio che va nel preamplificatore da quella che va nella mandata effetti
- Rendere meno ostici i collegamenti quando si sale su un palco.
Esistono principalmente due modi per gestire lo spazio: o la pedaliera viene posizionata con una leggera inclinazione, oppure viene messa in piano con alcuni piccoli rialzi Ogni soluzione può avere dei pro e dei contro, vediamoli insieme.
Pedaliera inclinata
Pedaltrain, Warwick, MONO, ecc. sono solo alcuni dei nomi classici che producono questa tipologia di “pedana”; l’inclinazione e la successiva sopraelevazione del piano porta la possibilità di nascondere l’alimentatore e molti dei cavetti di alimentazione e segnale (quasi tutte vengono vendute con dei fori per far passare i suddetti cavi), però questa cosa può comportare un utilizzo leggermente più scomodo di una looper switcher (Vinteck TB10 per esempio o la CLM Looper che ho io stesso), dato che vengono vendute con uno chassis inclinato.
Pedaliera in piano
Una pedaliera in piano è leggermente più gestibile per quanto riguarda sistemi complessi che necessitano di controlli dedicati (controller midi, switcher vari ecc.) e con la possibilità di inserire un rialzo (anche fatto in casa) si riesce a ottenere un cable management leggermente più ordinato anche sacrificando la possibilità di inserire l’alimentatore nel ripiano sottostante.
Inoltre, con questa tipologia di pedaliera, si riescono a mantenere gli spazi al minimo utilizzando altri rialzi per facilitare l’accesso a determina pedali.
Fatto quindi questo primo passo, possiamo cominciare a vedere come gestire il nostro segnale audio, ma sarà argomento della prossima puntata.
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