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Cablaggio pedali

Eppure al negozio suonava benissimo... Quante volte, presi dalla voglia di avere un suono migliore, magari simile a quello dei nostri beniamini, abbiamo acquistato queste piccole "scatolette dei desideri" e ci siamo ritrovati a non sapere come collegarli? Si torna a casa e si attacca la chitarra in Input e l'ampli

Eppure al negozio suonava benissimo… Quante volte, presi dalla voglia di avere un suono migliore, magari simile a quello dei nostri beniamini, abbiamo acquistato queste piccole “scatolette dei desideri” e ci siamo ritrovati a non sapere come collegarli? Si torna a casa e si attacca la chitarra in Input e l’ampli in Output, e fin qui nulla di strano. Il problema nasce quando decidiamo di comprane degli altri e metterli in serie per avere dei suoni differenti. La maggior parte delle volte il suono non ci soddisfa, non per la qualità dei pedali, ma perchè non li abbiamo connessi nel modo migliore. Come facciamo allora? Iniziamo con un pedale soltanto Il problema è che il segnale che esce dalla nostra chitarra, quando viene elaborato da uno o più pedali, viene snaturato e modificato nella sua entità.
Compriamo ad esempio un distorsore o un overdrive. Lo inseriamo tra chitarra ed ampli con un cavo (attenzione: i cavi NON sono tutti uguali) ed iniziamo i nostri esprimenti.
Prima di tutto, dobbiamo far si che il volume che abbiamo a pedale spento sia pressoché identico a pedale attivato; questo per evitare sbalzi di volume che potrebbero risultare fastidiosi, quindi bisognerà agire sul potenziometro del volume del nostro pedale.
Per poter manipolare al meglio il suono è spesso necessario l’utilizzo di un equalizzatore, quindi, senza ulteriori spese, orientiamoci verso un pedale che disponga, oltre alla possibilità di “saturare” il suono, anche di un mini equalizzatore parametrico a 2-3 bande di frequenza, anche se non necessariamente un “pedalino” con equalizzatore interno suonerà meglio di uno che non ce l’ha. Come si connettono? Una bella mattina ci svegliamo con il desiderio di poter premere più di una di queste scatolette magiche ^__^ (Che desideri pazzeschi i chitarristi eh =).
La prima scelta, solitamente, cade su un Delay o un Wha Wha che sono rispettivamente un ripetitore di suoni (una “sorta” di echo per intenderci, anche se ci sono delle differenze) ed un modificatore delle frequenze in tempo reale.
Con pochi (?!?) quattrini ed un cavetto di collegamento per connetterlo all’altro pedale, ci aggiudichiamo l’oggetto dei nostri sogni e corriamo a casa a provarlo.
Dove lo mettiamo? Prima o dopo il distorsore/overdrive? Senza perderci in chiacchiere colleghiamo il nostro Delay prima del distorsore, lo azioniamo premendo sull’apposito switch e suoniamo a tutto volume aspettandoci un suono degno del “Gran Canyon”!
Ma ecco la prima delusione… c’è qualcosa che non va; ci accorgiamo che il suono non è bello e dà anche un po’ fastidio!!!
La ragione tecnica sarebbe molto complessa da spiegare e ci limiteremo a dire che il suono che parte dalla chitarra, viene processato dal Delay che genera il nostro “echo”, però poi passa attraverso il distorsore che satura non solo la nota da noi suonata, ma tutte quelle che vengono ripetute, generando una vera e propria “cacofonia”.
Quindi la miglior soluzione è porre il delay DOPO il distorsore o l’overdrive.
Ma cerchiamo di capire un po’ quali sono e come funzionano (molto semplicemente) i pedali più famosi, prima di imparare a connetterli.

Distorsore/Overdrive: il più semplice di tutti concettualmente ed il più difficile musicalmente. Si tratta di distorcere e/o saturare il segnale proveniente dalla chitarra sommando un certo tipo di “armoniche”.
Chorus: si tratta di sommare al segnale originale lo stesso segnale ritardato di qualche decina di millisecondi con frequenza variabile. Il risultato ottenuto è una specie di “coro”, tipico dei suoni puliti soprattutto negli arpeggi del Pop e Rock (anche italiano).
Flanger: stesso principio del Chorus, ma con feedback del segnale ritardato. Si crea così una sorta di filtro a frequenza variabile che può generare anche delle “onde” molto lunghe.
Noise Gate o Noise Suppressor: impedisce che segnali al di sotto di un certo livello (tipicamente i disturbi) passino da tale processore di segnale. A livelli superiori la “porta” si apre (ed il “disturbo” viene coperto dalla chitarra). Questo permette di eliminare, almeno in parte, il classico “rumore di fondo” che si genera spesso quando abbiamo un gain troppo elevato.
WhaWha: è un filtro “modifica banda” a frequenza regolabile tramite un pedale che controlla un potenziometro di 500 mOhm o una fotocellula (era utilizzato inizialmente negli anni ’60/’70 – ricordate Hendrix?).
Delay: si tratta (come nel chorus) di sommare al segnale originale lo stesso segnale ritardato di un periodo di tempo regolabile, che può raggiungere anche un secondo o più. E’ regolabile anche nell’intensità, nel numero e nella lunghezza delle ripetizioni.
Compressore: si tratta di comprimere il segnale senza distorcerlo in modo da portarlo ad un unico (o quasi) livello, qualsiasi sia quello di ingresso. Le note sembrerebbero durare più a lungo perchè si smorza “l’attacco” e si prolunga il “rilascio” mantenendo tutto allo stesso livello elettronicamente. Utilizzato in accoppiata con un distorsore o overdrive, determina un aumento del gain e spesso provoca un aumento del rumore di fondo.
Tremolo: modula il livello del segnale in modo che si abbassi e si alzi ciclicamente tramite un apposito modulatore. E’ tipico dei suoni ’60/’70 soprattutto Blues. Cosa ci occorre ora? Supponendo di avere a disposizione tutti questi pedali, dobbiamo procurarci un numero di cavi adeguato per connetterli, tenedo presente che cavi di scarsa qualità possono creare dei problemi nella trasmissione del segnale, soprattutto se non sono ben schermati; quindi acquistiamo dei cavetti di connessione possibilmente con i jack (cioè la parte terminale del cavetto che entra nel pedale) di metallo, di misura standard (50 cm). Il prezzo si aggira intorno alle 15.000 Lire (circa 7,5 €). CONTATTO Finalmente pronti per “cablare” il tutto, prendiamo il pedale in cui entrerà per primo il segnale della chitarra. Mettiamo mano al Wha Wha, poi colleghiamo l’Output del Wha Wha con l’Input del Compressore. Passiamo poi con lo stesso sistema al distorsore o overdrive e usciamo dall’Output di quest’ultimo per entrare nell’Input del Noise Gate (o Noise Suppressor). Nella maggior parte dei Noise Gate sono presenti, oltre ad Input ed Output, anche due altri “fori”: Send e Return. Quindi colleghiamo l’Output del distorsore all’Input del Noise Gate e usciamo non da Output, ma da SEND. Da qui colleghiamo in serie Chorus, Flanger, Delay e Tremolo, ma non andiamo ora verso l’amplificatore; torniamo invece nel RETURN del Noise Gate.
Questo permetterà un più efficace controllo dei rumori di fondo. Adesso, dall’Output del Noise Gate, precedentemente lasciato libero, usciamo e ci dirigiamo all’Input dell’amplificatore, potendo passare, volendo, per un pedale volume.

Ora non ci rimane che accendere l’amplificatore e provare che tutto funzioni, dopodiché ci aspettano centinaia di ore di prove, per poter finalmente ottenere il nostro suono preferito.
Buon divertimento a tutti e ricordate che se avete qualche problema o domanda da porci, non dovete far altro che scriverci =)