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Il suono del chitarrista #4

Ciao MusicOffili, oggi continuerò il discorso sui vari aspetti della ricerca di un buon suono chitarristico parlando di un elemento fondamentale, a volte sin troppo sottovalutato da alcuni, cioé la scelta del giusto plettro per la creazione del proprio guitar tone o di un suono particolare, specifico per una det

Ciao MusicOffili, oggi continuerò il discorso sui vari aspetti della ricerca di un buon suono chitarristico parlando di un elemento fondamentale, a volte sin troppo sottovalutato da alcuni, cioé la scelta del giusto plettro per la creazione del proprio guitar tone o di un suono particolare, specifico per una determinata situazione.

Il suono del chitarrista #4

Al giorno d’oggi attraverso la grande distribuzione, i grandi marchi e i professionisti artigianali è possibile trovare davvero una infinita varietà di plettri, sia per forme che per materiali. Premetto che la scelta e l’uso di un certo tipo di pick è assolutamente personale, per cui il primo consiglio che mi sento di dare è non chiedete in giro quale plettro sia il migliore, provateli voi stessi, perché se per alcune persone sono funzionali alcuni tipi, per altre invece gli stessi modelli possono non risultare adatti al proprio tipo di playing.

Infatti, ho sempre considerato il plettro come un vero e proprio “strumento” a parte, per il quale la prova personale è assolutamente fondamentale, tanto quanto provare una chitarra, un amplificatore o un effetto. Il plettro, il vostro plettro, in buona sostanza sarà quello che vi permetterà di fare sulla chitarra quello che avete in mente, e la sua scelta, in termini di spessore, materiale e anche forma, inciderà non poco sul suono finale.

Il suono del chitarrista #4

Ho letto da qualche parte che la forma del plettro rimane come un fattore puramente soggettivo e non influenza il suono o l’attacco. Non ci sta nulla di più sbagliato, anche la forma del plettro, la grandezza e lo shape, influenzano eccome il suono finale, oltre che influire positivamente o negativamente sul playing. Si tratta di fisica, e non di opinioni, un plettro più piccolo suonerà diversamente da un plettro più grande, così come la forma e lo shape influenzeranno il modo di suonare e il suono finale prodotto.

Come già sapete un plettro sottile (thin), in teoria ha un attacco minore rispetto a un plettro più spesso; da sempre viene suggerito per parti di accompagnamento, chitarre acustiche, e parti ritmiche. Questo solo in teoria, perché ritengo anche questa una forma di generalizzazione errata, o quantomeno parziale; mi spiego meglio: con i nuovi materiali utilizzati oggi, a volte un plettro sottile o medio è assolutamente consigliabile anche per parti solistiche e passaggi veloci, soprattutto se si vuole ottenere una presenza maggiore su alcune note. Ad esempio, un plettro in osso o altro materiale “duro” vi permetterà di avere un grande attacco iniziale ed esaltare particolari passaggi del fraseggio.

Ricordiamo sempre che il grande Eddie Van Halen usa plettri Thin, basterebbe ciò a confutare la teoria di chi li ritiene utili solo per accompagnare.

Il suono del chitarrista #4

Tra le numerose marche commerciali, la più famosa è senza dubbio la Dunlop che produce una varietà di plettri, che hanno incontrato il consenso di tantissimi chitarristi famosi (Yngwie Malmsteen, Steve Lukather, Larry Carlton, Carlos Santana, solo per citarne alcuni), alcuni dei quali usano plettri standard, senza tanti fronzoli. Sono talmente bravi che potrebbero suonare la chitarra con qualsiasi cosa, in effetti. Anche tra questi la scelta è assolutamente personale, per tanto tempo ho utilizzato i “mini stubby” con risultati molto buoni, alternandoli per esigenze sonore ad altre tipologie di plettri.
Sono molto usati, tra i chitarristi italiani cito l’ottimo Vincenzo Grieco che ne usa vari modelli.

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Da qualche anno molti artigiani (sia stranieri che italiani), producono plettri molto belli, con materiali vari e particolari e con costi ovviamente superiori, ma spesso con risultati migliori rispetto a quelli che si possono ottenere con la produzione seriale (ci tengo a precisare che ho volutamente scritto spesso, perché molte volte invece anche con i plettri di più larga diffusione si ottengono suoni e risultati perfetti).

Tornando alla produzione artigianale, mi vengono in mente i Wegen, utilizzati molto anche nel gipsy, ma fantastici anche per il rock e altri stili di chitarra; oppure i V Picks e i Timber Tones (usati tra gli altri anche da Tom Quayle). Questi ultimi in particolare hanno una enorme varietà di forme, materiali e spessori; e una durabilità assolutamente superiore ai plettri standard (in particolare quelli in osso).

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Orgogliosamente italiani sono i plettri Essetipicks prodotti da Steve Tommasi, che vantano l’utlizzo da parte di numerosi chitarristi quali Luca Colombo, Kee Marcello, Phill Salera ed altri. Ne ho provati tanti anche io e anche qui tra materiali utlizzati, forme e colori avete l’imbarazzo della scelta.
Personalmente consiglio di provare la Wet Soap Bar, adatta per passaggi velocissimi ma che mantiene sempre la nettezza del suono di ogni nota. Degni di menzione anche i plettri lavorati in legno.

Il suono del chitarrista #4

Ottima anche la produzione artigianale di plettri Devil Picks di Ilaria Anastasi,  italianissimi anche questi. Ne ho provati tanti, e tra i plettri in osso (2.5 mm.) e in plexiglass (2 mm.) è facile trovare quelli che si addicono di più al proprio playing. Ripeto che anche qui la scelta è assolutamente soggettiva; nessuno all’infuori di voi stessi potrà orientarvi meglio sulla scelta del prodotto più adatto alle vostre mani.

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Anche i KillPick sono una marca italiana che produce plettri molto buoni ed in vari materiali. Sono completamente customizzabili sia per forma, sia attraverso l’inserimento del proprio logo e/o nome. Tra gli illustri utilizzatori di questi plettri spicca l’ottimo Massimiliano Pagliuso chitarrista dei Novembre, nonché un altro grande amico di MusicOff, Vince Carpentieri.

Il suono del chitarrista #4

Personalmente, ma come tanti, ogni volta che vado a suonare (in studio o live), porto una selezione di plettri diversi per coprire ogni varietà di suono ed esigenza possibile. Per cui provateli e decidete quale plettro sia il più adatto al vostro stile; anche in questo caso ricordiamoci sempre che da anni, e con risultati egregi (e confutando tutto ciò che ho appena scritto), c’è chi utilizza una semplice monetina per suonare…

Il suono del chitarrista #4

Nelle prossime puntate cercherò di farvi sentire come suonano diversamente le varie tipologie di plettro.

Buona musica a tutti!
Francesco Savarese