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H A V E N è il nuovo disco del chitarrista Mimmo Langella

H A V E N, il nuovo disco di Mimmo Langella su tutti gli store digitali e sulle principali piattaforme di streaming musicale!

A poco più di due anni di distanza da Wonderful Life, Mimmo Langella si ripresenta al pubblico con l’album H A V E N (GBMUSIC), nuovo progetto musicale e discografico, il sesto in ordine di tempo.

C’è un anno di lavoro dietro questo disco registrato essenzialmente in Trio.” dice Langella. “A settembre del 2022 ho cominciato a lavorare sugli appunti musicali che avevo e, nel giro di quattro, cinque mesi, il disco ha preso forma, avevo i provini completi di tutti i brani. Poi è iniziato il lavoro di rifinitura e la registrazione delle chitarre definitive. A differenza dei lavori precedenti, ho cercato di disegnare dei paesaggi sonori onirici attraverso la combinazione di tracce di chitarre in cui ho utilizzato più effetti rispetto al passato. Questa sonorità vagamente ambient che pervade tutto il disco è forse la caratterista principale di H A V E N, forse la novità più rilevante di questa incessante ricerca musicale.

Mimmo Langella Haven

Il disco è stato registrato negli studi casalinghi dei musicisti coinvolti, quelli del bassista Aldo Capasso, dei due ospiti Roland Cabezas e Massimo Gargiulo e del leader Mimmo Langella, per terminare il 22 ottobre 2023 negli studi di Artistika Recording per le riprese della batteria di Pasquale De Paola.

In questo disco ci sono anche due ospiti” racconta l’artista “Il musicista tedesco/spagnolo Roland Cabezas, già presente nei due dischi precedenti, che ha contribuito con il colore della sua voce a impreziosire tre brani tra cui la cover dei Beatles Come Together, e Massimo Gargiulo, già presente in una traccia del disco A Kind of Sound e nel mio primo singolo del 1996 Jonathan il gabbiano, che ha suonato il pianoforte in due brani.

H A V E N prosegue il cammino musicale cominciato ventidue anni fa con The Other Side, l’album d’esordio; gli elementi tipici ci sono tutti: la forte componente melodica, l’improvvisazione, il suono corposo e grosso che insieme al groove ipnotico produce una pulsazione trascinante e avvolgente. 

H A V E N è un altro viaggio musicale che Langella compie assieme ad altri musicisti alla ricerca di un nuovo suono, senza barriere di generi e linguaggi.

Il nuovo disco è uscito il 19 Gennaio su tutti gli store digitali e sulle principali piattaforme di streaming musicale.

Intervista a Mimmo Langella

Abbiamo colto l’occasione per scambiare quattro chiacchiere con l’artista….

Mimmo Langella Haven

Questo nuovo lavoro segna un parziale cambio di rotta rispetto al passato, si sente che hai maggiormente esplorato il mondo degli effetti e dei panorami sonori. Come mai questa scelta, sei stato ispirato da qualcosa/qualcuno in particolare?

“Fino al disco precedente Wonderful Life (GBMUSIC, 2021) ho sempre evitato le sovraincisioni perché volevo il sound diretto e immediato di una jazz band.
In A Kind of Sound (GBMUSIC, 2018) ho cominciato a usare come background dei loop suonati al contrario, ma era sempre tutto suonato e riproducibile dal vivo da un unico chitarrista, per restare fedele all’approccio jazzistico.

Stavolta, per la produzione di H A V E N mi son detto: ok Mimmo, adesso next step, guardiamo avanti! In più, alcuni pezzi contenevano diversi cambi di accordo e c’era bisogno di far sentire l’armonia, ma non volevo avere un tastierista su tutto il disco, anche e principalmente per cercare nuove strade, così sono ricorso alle sovraincisioni e all’utilizzo creativo degli effetti d’ambiente.

La lampadina si è accesa anche grazie al chitarrista norvegese Eivind Aarset, che seguo ormai da tanti anni, e al suo Phantasmagoria, or A Different Kind of Journey (Jazzland Recordings, 2021). Tra l’altro, ebbi modo di ascoltarlo dal vivo con la stessa band del disco in un concerto straordinario tenuto nell’estate del 2022 al Pomigliano Jazz Festival; lì pensai che la strada che volevo prendere era quella giusta.”

Ci sono dei brani che sono nati proprio da questa nuova prospettiva, oppure hai usato il tuo metodo di composizione “classico” e sei andato poi ad arricchire con la componente “ambient”?

“Entrambe le cose. Le idee che già avevo nel cassetto sono state messe giù seguendo questa idea di suono che avevo in testa e, man mano che andavo avanti con la pre-produzione, questo suono diventava sempre più chiaro, prendeva forma, così gli altri brani che si sono aggiunti in seguito sono nati già con questo ‘vestito’. “

A proposito degli effetti, hai scelto un percorso analogico direttamente in ripresa oppure in digitale post-registrazione sulle varie tracce?

“Anche qui entrambe le cose. In registrazione ho usato tanto il delay analogico, mi serviva proprio quel suono sporco e impreciso che secondo me ha caratterizzato gran parte del disco.

Poi ci sono anche il delay digitale, il riverbero e degli auto filter che sono stati aggiunti dopo le registrazioni, in fase mixaggio, anche se li avevo già in ascolto durante tutta la fase precedente in modo da capire sempre dove stavo andando e se c’era bisogno di aggiungere o togliere qualcosa dagli arrangiamenti dei brani.”

Il disco vede una formazione trio e la presenza di due ospiti. Sarà possibile vedere lo stesso ensemble anche dal vivo?

“Purtroppo no! Roland Cabezas, che ha cantato in tre brani del disco, è principalmente uno straordinario chitarrista, ma vive ad Amburgo; Massimo Gargiulo, il pianista, è spesso impegnato in ambito pop.

Dunque il trio base sarà lo stesso dell’album, con Pasquale De Paola alla batteria e Aldo Capasso al basso, a cui si aggiungerà, quando sarà possibile, il tastierista Tommy De Paola che aveva già suonato nel mio primo e terzo lavoro da solista. “

Non può mancare una domanda per i chitarristi: ci descrivi il setup utilizzato nelle registrazioni?

“Mi piace il suono analogico, i pedalini, le valvole; ho poche cose che cerco di sfruttare a fondo. Per le chitarre, ho usato esclusivamente la mia versatilissima Suhr Custom T HSS con un pick-up Thornbucker+ al ponte, un singolo ML Standard al centro, un S90 al manico e ponte tremolo Gotoh 510; gli amplificatori sono i combo valvolari Mezzabarba Z35 e Z18 custom.

Per registrare in silenzio a casa ho collegato l’ampli alla scheda audio Apogee Element 24 attraverso il Reactive Load e l’A.C.E. della Suhr. In Another Circle il fuzz usato nel solo è il Golden Fleece della Mythos Pedals, ma c’è anche un octaver Tc Electronic Sub’n’Up Mini, un overdrive Wampler Tumnus e un delay analogico Oracle sempre della Mythos Pedals; anche il suono del tema di Remember è ottenuto combinando fuzz e octaver. Il delay digitale e il riverbero sono plugin aggiunti in fase di missaggio, così come gli auto filter.

Poi c’è il looper Tc Electronic Ditto X2 che ho usato per i loop suonati al contrario.”

Se dovessi scegliere un brano rappresentativo di tutto disco, quale faresti ascoltare per primo?

Guarda, per me i primi cinque brani sono il disco, nel senso che bene o male sono abbastanza forti, scorrono bene l’uno nell’altro, hanno tutti qualcosa che cattura l’ascoltatore, almeno così sembra dai feedback che ho ricevuto.

Gli ultimi due pezzi li vedo più come una coda; in particolare il jazz-funk della cover Come Together che chiude l’album si allontana un po’ dal sound vagamente ambient che pervade tutto il disco.

Il brano a cui sono maggiormente legato è Oracle, dal nome del delay analogico che è stato un po’ la chiave di volta di questo mio cambiamento sonoro; tuttavia credo che Remember, il brano d’apertura, sia forse quello che rappresenta meglio tutto il disco.