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È morto Larry Coryell, il “padrino della fusion”

Ci ha lasciato il 19 febbraio Larry Coryell, chitarrista jazz americano che forse per molti di voi non sarà tra i nomi più noti del genere, ma che porta con sé uno dei meriti musicali più importanti del '900, quello di essere stato tra i primi ad unire due generi che fino al 1967 sembravano agli antipodi, Rock e Ja

Ci ha lasciato il 19 febbraio Larry Coryell, chitarrista jazz americano che forse per molti di voi non sarà tra i nomi più noti del genere, ma che porta con sé uno dei meriti musicali più importanti del ‘900, quello di essere stato tra i primi ad unire due generi che fino al 1967 sembravano agli antipodi, Rock e Jazz, e di aver creato così quel nuovo stile che gli valse il soprannome di “godfather of Fusion“.

Fu l’album Duster, inciso con il Gary Burton Quartet, a creare lo spartiacque tra il prima e il dopo, in un’epoca in cui il Rock era prevalentemente un genere di ribellione praticato dai giovani (anche se di lì a poco sarebbe maturato nel complesso rock sinfonico, poi chiamato “Progressive”) al contrario del Jazz, che aveva già assunto da tempo la forma di musica “colta”, non più solamente popolare e “da ballo” come agli inizi, dedicata ad un pubblico molto esigente.

Coryell, che aveva nelle vene i gruppi sanguigni di entrambi i generi ed era all’epoca un appassionato della 6 corde rock-blues, portò quindi all’interno della band del vibrafonista Gary Burton quella componente che rese Duster uno dei primissimi esempi di Jazz-Rock, influenzando da quel momento in poi un numero mastodontico di musicisti.

Larry Coryell non ha mai smesso di suonare, incidendo più di 100 album nella sua carriera, ed era inoltre anche dedito all’insegnamento. Lo riascoltiamo oggi in questo video durante una sua lezione sull’improvvisazione, con una premessa a prima occhiata poco credibile ma dalle conseguenze molto importanti, che lui stesso imparò in gioventù da un pilastro del Jazz quale Thelonius Monk: “nel Jazz non esiste davvero una cosa come una nota sbagliata“.

Cover photo by Wtg
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