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Bloccate le vendite dell’ultimo album di Roger Waters

Le vendite del nuovo album di Roger Waters, Is This the Life We Really Want?, sono state bloccate per un'accusa di plagio, che non riguarda la musica come si potrebbe pensare, ma l'artwork del progetto. 

Le vendite del nuovo album di Roger Waters, Is This the Life We Really Want?, sono state bloccate per un’accusa di plagio, che non riguarda la musica come si potrebbe pensare, ma l’artwork del progetto. 

Questo, infatti, sarebbe sin troppo somigliante alle opere di Emilio Isgrò, artista siciliano noto per le sue cancellature (Cancellatura del 1964, Il Cristo Cancellatore dello stesso anno e molte altre), in alcuni casi effettivamente molto simili all’immagine che accompagna il disco del 79enne artista inglese.
Sono i civilisti Salvatore Trifirò e Francesco Autelitano ad affermarlo, rilevando un “macroscopico caso di plagio“.
E non pensate che si tratti di un duello di Davide contro Golia, considerando che le opere di Isgrò sono esposte al MoMa di New York, al Centre Pompidou di Parigi, nella collezione Guggenheim a Venezia e in tanti altri paesi del mondo e i loro importanti musei.

Bloccate le vendite dell'ultimo album di Roger Waters


Photo by Brennan SchnellCC BY 2.0

Un caso fortuito dovuto alla stessa idea di base? In effetti siamo da decenni abituati a vedere l’immagine di documenti top secret, in film, documentari, fatti reali e quant’altro, trattati con la stessa caratterizzazione.
Oppure una reale ispirazione di Waters all’artista italiano? Può darsi, considerando anche quanto sia da sempre persona attenta all’arte nonché a ogni forma di messaggio che implichi concetti di censura, perdita di identità (basti pensare a The Wall…), qualunque simbolo di sofferenza a una costrizione dall’alto (e il suo tour non l’ha certo toccata piano contro i potenti, iniziando con una bella scritta a tutto maxischermo “Trump is a pig“).

Lo deciderà il Tribunale di Milano, che intanto ha bloccato la vendita nei negozi. Questo apre uno scenario pericoloso per Waters, poiché secondo la Convenzione di Basilea sul diritto d’autore simili cause potrebbero essere intraprese in altri paesi in caso di esito giudiziario a favore dell’accusa.

La giudice Sara Giani afferma di aver attuato un provvedimento equo “per impedire la propagazione dell’illecito […] non escludendo la commercializzazione con diverse modalità esteriori“, dopo aver notato, tra le altre cose, che alcune recensioni dell’album avevano associato addirittura la copertina all’artista siciliano, ovviamente commettendo un errore.

La prossima udienza è fissata al 27 giugno, nella quale Sony potrà opporsi al provvedimento; ma è stata già invitata a “dare atto dell’eventuale disponibilità a una composizione bonaria“.