Questa è una puntata tutta dedicata ai cantanti, con un ospite di eccezione. L'articolo infatti non è farina del mio sacco ma è firmato dal Dott. Franco Fussi.
- Medico-chirurgo, specialista in Foniatria e Otorinolaringoiatria,
- Responsabile del Centro Audiologico Foniatrico dell’Azienda USL di Romagna a Ravenna
- Responsabile del corso di Alta Formazione in Vocologia Artistica dell’Università di Bologna
- Docente al Corso di Laurea di Logopedia dell’Università degli Studi di Bologna
- Docente al Corso di Specializzazione in Audiologia e Foniatria dell’Università di Ferrara
- Consulente Foniatra per i più importanti cantanti italiani.
C’è un forte legame tra la morfologia del vocal tract e l’obesità…Riguardo alla morfologia del vocal tract, è stata messa in evidenza in soggetti obesi la difficoltà su una emissione sostenuta e la tendenza a spingere, per stress fonatorio indotto da deposito di grasso in eccesso lungo il vocal tract e compromissione della respirazione. Viene anche segnalato come la tendenza a costrizione nelle strutture del vocal tract in alcuni soggetti obesi si è risolta in seguito alla perdita di peso con riduzione della massa tissutale e quindi della resistenza laringea, determinandosi una riduzione nella pressione necessaria a mantenere le corde vocali in vibrazione e un miglior tempo massimo fonatorio. La concentrazione di grasso nelle vie aeree superiori è più alta negli obesi, con differente localizzazione, distribuzione e deposito nell’area palatofaringea, nella lingua e nelle pareti faringee laterali. L’incremento di rapporto tra i tessuti molli delle vie aeree superiori e lo spazio cranio-facciale predispone questi pazienti ad un rischio di apnea. In sostanza c’è un forte legame tra la morfologia del vocal tract e l’obesità, e i cambiamenti del vocal tract da essa indotti sono reversibili col calo ponderale, sia per allargamento delle vie aeree che per riduzione del tessuto adiposo faringeo. Data l’importanza della morfologia del vocal tract nella produzione vocale è ragionevole sottolineare l’inferenza che i cambiamenti degli spazi delle vie aeree superiori secondari alla perdita di peso possono portare sulla qualità vocale. Un altro possibile meccanismo attraverso cui la perdita di peso può avere un impatto sulla voce sono i suoi effetti sulla respirazione. C i sono diversi dati in letteratura che confermano il forte legame tra obesità e respirazione e i soggetti obesi possono presentare dispnea e riduzione della capacità respiratoria anche in assenza di disturbi polmonari. Inoltre, l’effetto della obesità di tipo androide (che si riscontra prevalentemente in individui maschi dove il tessuto adiposo accumulato è per la maggior parte viscerale, più che superficiale o sottocutaneo, con conformazione “a mela”, dove la pancia risulta protuberante) è più pericolosa, in quanto legata a maggiori rischi di malattie cardiovascolari, di quella di tipo ginoide, caratterizzata da deposito di grasso nei glutei e sui fianchi, nell’area addominale inferiore e nella parte posteriore delle braccia, che si riscontra principalmente tra soggetti femminili, con accumulo di grasso principalmente sottocutaneo, più morbido rispetto a quello androide, ma anche meno mobile e quindi più difficile da smaltire.
La riduzione di peso può influire positivamente sulla qualità vocale…La correlazione tra obesità e disturbi respiratori si estrinseca in alterazioni meccaniche con riduzione nel movimento del diaframma, ridotta compliance della gabbia toracica e dei polmoni, alterato controllo neurologico sulla respirazione, alterata ventilazione polmonare e una azione pro-infiammatoria dovuto al rilascio di mediatori flogistici da parte delle cellule grasse. Diversi autori hanno suggerito che la perdita di peso può invertire gli effetti negativi dell’obesità sul respiro, con miglioramento del ritmo respiratorio, del volume di riserva espiratoria, della capacità funzionale residua e un miglioramento nella forza dei muscoli inspiratori. Dunque, in teoria, la riduzione di peso può influire positivamente sulla qualità vocale. Riguardo agli ormoni sessuali, una dieta significativa porta a un importante incremento del testosterone corporeo totale e dei livelli di SHBG. Gli androgeni, e in particolare il testosterone, viaggiano nel corpo legati a una proteina (Sex Hormone Binding Protein, SHBG) che li trasporta in forma inattiva. Essi possono agire, cioè attivarsi, solo quando si staccano da questa proteina e si muovono in forma libera, così da poter interagire con i recettori per gli androgeni, agendo come una chiave nella serratura, o essere trasformati in estrogeni. L’SHBG eccessivamente alto è problematico soprattutto per i maschi perché diminuisce la quantità di testosterone libero. Sia negli uomini che nelle donne, bassi livelli di testosterone libero possono causare una riduzione della crescita muscolare e un recupero post-prestazione molto lento. Inoltre alti livelli di SHBG legati agli estrogeni riducono la massa ossea sia negli uomini che nelle donne, portando potenzialmente all’osteoporosi. La riduzione di peso normalizza gli ormoni sessuali nei soggetti obesi e, essendo la laringe un bersaglio ormonale, le alterazioni da calo ponderale nei livelli di ormoni sessuali possono influenzare la voce.
L’ipotesi che gli individui obesi abbiano caratteristiche vocali distintive non è stata dimostrata…L’obesità è inoltre stata associata con la sintomatologia del reflusso, con un maggior rischio per esofagite, a causa dell’aumento della pressione intra-addominale ed intra-gastrica secondarie alla eccessiva adiposità. Ricordo che per quanto riguarda il cardias in realtà si parla non di una vera valvola ma di uno sfintere funzionale in cui non vi è un determinato fascio muscolare dimostrabile anatomicamente, ma solo una zona della muscolatura esofagea, estesa verticalmente per un paio di centimetri, in cui la mucosa transisce in quella gastrica, il tutto avvolto da un manicotto lipidico. È stato detto che se un calo ponderale è superiore ai 4 kg al mese questa riserva di grasso viene riassorbita rendendo il cardias più incontinente, con disfunzioni nella pressione dell’esofago distale, rischio di ernia iatale, ritardato svuotamento gastrico. È dunque ragionevole pensare che in persone obese il calo ponderale porti a miglioramento dei sintomi del reflusso e quindi migliorare gli effetti sulla voce, ma con attenzione a non effettuarlo in maniera troppo drastica e veloce. Una revisione di tutta la letteratura esistente mi porta a concludere che non vi sia un consenso univoco sull’associazione tra obesità e voce. L’ipotesi che gli individui obesi abbiano caratteristiche vocali distintive non è stata dimostrata nonostante il ben conosciuto impatto dell’obesità su vari sistemi corporei. Comunque è importante notare che tutte le componenti dell’apparato fonatorio vengono colpite dall’obesità.
Dimagrire, se necessario, sembrerebbe essere anche per il performer e la sua voce la miglior scelta…Riassumendo:
- il vocal tract è un bersaglio per il deposito di grasso nei soggetti obesi e un incremento nell’indice di massa corporea provoca un incremento nella concentrazione di tessuto adiposo nel tessuto faringeo
- soggetti obesi fanno esperienza di riduzione del controllo respiratorio, a volte di dispnea e alterazioni nella funzione polmonare anche in assenza di malattie respiratorie, e questi cambiamenti sembrano minare la potenza della voce. Tuttavia l’obesità non sembra accentuare l’asma, e il ruolo patogenico dell’obesità nelle malattie croniche ostruttive polmonari rimane ancora incerto
- l’obesità è correlata fortemente agli ormoni sessuali, che sono importanti per lo sviluppo laringeo e la sua maturazione. Il tessuto adiposo è sorgente di sintesi estrogenica e gli estrogeni giocano un ruolo importante nel modulare la distribuzione del grasso così come possono alterare la voce. Non è stata invece evidenziata una correlazione negativa sulla voce dovuta a riduzione dei livelli di testosterone nella voce del maschio adulto obeso.
- ci sono ampie evidenze che il reflusso alteri la voce e che l’obesità peggiori il reflusso, ma le associazioni non sono ancora chiarite. Abbiamo bisogno di ulteriori ricerche per identificare le relazioni tra l’indice di massa corporea, le fluttuazioni di peso e la voce. Drastiche diete ipocaloriche sono a volte effettuate dai cantanti come strategia per ridurre il peso, con una percentuale di calo ponderale che può raggiungere fino al 25% dell’iniziale peso corporeo. Nonostante gli eventi collaterali negativi descritti dai pazienti, come l’aumento di acido urico, l’alopecia, la costipazione e l’intolleranza al freddo, esse di fatto apportano effetti metabolici positivi; ad esempio un benefico effetto nel ritardare la senescenza cellulare, il decremento dei fattori di rischio per patologie cardiovascolari e, rilevanti per la fonazione, il riequilibrio ormonale, respiratorio e in relazione al reflusso. Tuttavia i risultati a lungo termine sono in genere fallimentari in quanto i soggetti tendono a riprendere il 50% del loro peso iniziale entro un paio di anni dalla dieta. Nonostante i documentati effetti positivi di una dieta ipocalorica gli effetti a lungo termine non sembrano essere incoraggianti perché molti pazienti riprendono il peso, secondo quello che viene descritto come effetto yo-yo, cioè importanti fluttuazioni cicliche del peso corporeo, a cui è stato associato un impatto molto negativo, non ancora chiarito riguardo alle alterazioni della voce, ma ampiamente confermato su importanti malattie metaboliche sistemiche e rischio cardiovascolare. Dimagrire quindi, se necessario, ma con lentezza e mantenere il proprio peso intorno a oscillazioni contenute sembrerebbe essere dunque, anche per il performer e la sua voce, la miglior scelta.
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