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La lettera di AGIS al governo per la chiusura degli spettacoli

L'Associazione Generale Italiana dello Spettacolo per voce del proprio Presidente Carlo Fontana, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, in merito all'ultimo DPCM.

Dopo la sospensione delle attività di spettacolo in tutta italia per quanto riguarda i teatri, i cinema e le sale concerto, l’AGIS ha sollecitato il Governo con una lettera aperta in cui si richiede un tavolo di discussione a fronte dei dati reali sui contagi.

Il 21 maggio 2020 AGIS aveva sostenuto la ricerca Indagine su uno spettatore al di sopra di ogni contagio che Studio Bottoni svolge in collaborazione con CNR-Irpps (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali).

In una comunicazione dell’11 ottobre scorso, AGIS esaminava i dati in proprio possesso constatando che “su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli monitorati tra lirica, prosa, danza e concerti, con una media di 130 presenze per ciascun evento, nel periodo che va dal 15 giugno (giorno della riapertura dopo il lockdown) ad inizio ottobre, si registra un solo caso di contagio da Covid 19 sulla base delle segnalazioni pervenute dalle ASL territoriali.

Ecco la lettera firmata dal Presidente Carlo Fontana:

Illustre Presidente del Consiglio, Illustre Ministro,

facendo seguito alle fitte interlocuzioni intervenute nella giornata di ieri con il Ministro Franceschini, che ringraziamo per lo sforzo compiuto in queste ore per addivenire a conclusioni differenti, esprimiamo la nostra contrarietà, insieme a larghissima parte dell’opinione pubblica, rispetto alla ipotesi prevista nel DPCM in merito alla sospensione delle attività dei teatri, dei cinema e dei luoghi di spettacolo.

Come evidenziato dai dati di una ricerca da noi effettuata e trasmessa alle Istituzioni ed agli organi di informazione, i luoghi di spettacolo si sono rivelati tra i più sicuri spazi di aggregazione sociale. Riteniamo, pertanto, che la misura prevista sia ingiustamente penalizzante rispetto al nostro settore.

Sono stati siglati accordi e protocolli a livello territoriale ed a livello nazionale con le Organizzazioni di categoria per garantire la salute e la sicurezza e tutte le imprese del comparto si sono adeguate assumendosi onerosi investimenti per elevare il livello di prevenzione sia per i lavoratori che per gli spettatori.

Pertanto, riteniamo che vi siano i presupposti affinché i teatri, le sale cinematografiche e da concerto siano escluse da provvedimenti restrittivi, alla luce di dati oggettivi che siamo pronti a dimostrare nelle sedi opportune.

Una nuova chiusura delle attività del settore comporterebbe un colpo difficilmente superabile ed una drammatica ricaduta sulle decine di migliaia di lavoratori ed artisti, già al limite del sostentamento a causa del crollo del reddito.
Si tratterebbe di una scelta devastante per l’intero Paese.

Chiediamo sin da subito l’apertura di un tavolo al fine di individuare possibili strumenti idonei ad affrontare le situazioni di maggiore sofferenza e a garantire più certezza per il futuro.

Anche il Maestro Riccardo Muti si è rivolto al Presidente Conte sulle pagine del Corriere della Sera, con un’ulteriore lettera aperta, riaffermando che “I teatri sono governati da persone consapevoli delle norme anti Covid e le misure di sicurezza indicate e raccomandate sono state sempre rispettate.

Ha inoltre puntato fermamente il dito scrivendo: “Definire, come ho ascoltato da alcuni rappresentanti del governo, come «superflua» l’attività teatrale e musicale è espressione di ignoranza, incultura e mancanza di sensibilità. Tale decisione non tiene in considerazione i sacrifici, le sofferenze e le responsabilità di fronte alla società civile di migliaia di Artisti e Lavoratori di tutti i vari settori dello spettacolo, che certamente oggi si sentono offesi nella loro dignità professionale e pieni di apprensione per il futuro della loro vita.