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Pacassoni rilegge Frank Zappa (& Underwood)

Per affrontare la discografia di Frank Zappa la versatilità certo non manca a Marco Pacassoni, solista di vibrafono e marimba e compositore, negli ultimi anni uno dei nomi più interessanti nel panorama jazzistico nazionale.

Per affrontare la discografia di Frank Zappa la versatilità certo non manca a Marco Pacassoni, solista di vibrafono e marimba e compositore, negli ultimi anni uno dei nomi più interessanti nel panorama jazzistico nazionale.

Questo anche grazie ai tre precedenti dischi pubblicati da leader (più un altro paio come co-leader) e a collaborazioni di assoluto rilievo. Queste ultime, a riprova della versatilità cui si faceva cenno prima, vanno da jazzisti di chiara fama (alcuni dei quali di estrazione latin come Michael Camilo, Horacio “El Negro” Hernandez e Alex Acuña), a esponenti di spicco della canzone d’autore italiana (da Bungaro a Malika Ayane a Luca Barbarossa…).

Dotato di una preparazione ineccepibile – Pacassoni si è diplomato al conservatorio di Pesaro e poi al Berklee College di Boston – nella sua nuova prova discografica il percussionista marchigiano ha voluto rendere omaggio alle composizioni di uno dei geni musicali dello scorso secolo, quel Frank Zappa che nel periodo 1966 – 1977 aveva fatto spesso ricorso alla maestria strumentale e interpretativa di una virtuosa delle percussioni, Ruth Underwood.
Grazie a lei e agli audaci arrangiamenti zappiani, il vibrafono e la marimba, ‘tastiere‘ predilette da Pacassoni (che peraltro è anche un ottimo batterista), avevano goduto di una vetrina considerevole, che aveva contribuito a ‘sdoganarle’ in ambienti estranei alla musica classica, avvicinandole al mondo del rock più sperimentale e al progressive.

In uscita per Esordisco il 9 giugno, Frank & Ruth vuole anche celebrare indirettamente i 30 anni dall’ultimo concerto tenuto da Zappa nel nostro Paese, al Palasport di Genova, proprio il 9 giugno del 1988.

Concepito e realizzato di concerto con il produttore Pierre Ruiz, l’album vede impegnati tre storici collaboratori del leader, il pianista Enzo Bocciero, il chitarrista e produttore Alberto Lombardi e il bassista Lorenzo De Angeli, oltre a due ospiti di assoluto rilievo quali la funambolica vocalist Petra Magoni e il formidabile batterista statunitense Gregory Hutchinson.
Alberto Lombardi, oltre che in veste di pregevole musicista quale è, figura in questo lavoro anche come produttore ed è suo il missaggio dei brani, confermandosi così un artista a tutto tondo.

L’album si apre con “Blessed Relief“, il cui tema è esposto in modo meno assertivo, più morbido rispetto a quanto si ascolta su The Grand Wazoo, e prosegue con l’unico brano orginale, “For Ruth“, un convincente omaggio del leader allo stile della Underwood, con un bel solo nella coda finale per la batteria di Hutchinson.

All’incredibile e ironica rilettura affidata alla voce di Pietra Magoni di “Planet of the Baritone Women” segue “Sleep, Pink and Black“, audace medley di tre brani (“Sleep Dirt”, “Pink Napkins” – con Pacassoni che esegue al vibrafono il solo suonato a suo tempo da Zappa – e “Black Napkins”).

Marco Pacassoni

Marco Pacassoni

Tutta da gustare la versione per marimba solista di “The Black Page“, il brano più conosciuto e temuto dai batteristi quando si parla del genio di Baltimora, cui fanno seguito gli arrangiamenti originali di “Edchidna’s Arf” (con un altro bel solo di Hutchinson), “The Idiot Bastard Son” e “Peaches en Regalia“.
Stolen Moments” di Oliver Nelson, un classico del jazz moderno inciso da Zappa nel disco Broadway The Hardway, chiude un album di grande eleganza e sostanza, come tipico di tutta la produzione del percussionista marchigiano. 

Un album che ha il pregio di riportare sotto la luce dei riflettori la musica di Zappa e di ricordare a tutti noi lo straordinario contributo a essa dato dalla bravissima Ruth Underwood.

Marco Pacassoni Official Website
Esordisco

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