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Il Musicista Pt.2

Cari amici musicoffili, bentornati! Nel precedente articolo ci eravamo lasciati con un elenco dei vari settori inerenti alla figura del musicista e con una breve analisi sulla professione del compositore, un ruolo cui sicuramente molti di noi aspirano e che ovviamente necessita di una ben determinata preparazione ed ha

Cari amici musicoffili, bentornati!
Nel precedente articolo ci eravamo lasciati con un elenco dei vari settori inerenti alla figura del musicista e con una breve analisi sulla professione del compositore, un ruolo cui sicuramente molti di noi aspirano e che ovviamente necessita di una ben determinata preparazione ed ha una sua collocazione specifica nel mondo professionale della musica. Procediamo con le successive tre figure, altrettanto importanti, seguendo la nostra lista, figure che come le precedenti sono da ritenere complementari in quel meraviglioso processo che è la creazione musicale e l’esecuzione dell’opera.

Arrangiatore e orchestratore

L’arrangiamento è un’attività annessa alla composizione musicale che prevede la riorganizzazione di una composizione o brano dal punto di vista strutturale, formale e strumentale. Termine diffusosi nel primo ventennio del XX secolo inerente ai campi della musica leggera e jazzistica e successivamente ampliatosi su differenti ambiti.
Non dobbiamo però confondere i termini di arrangiamento e orchestrazione. L’orchestrazione (il cui sinonimo è strumentazione) viene intesa come l’arte di combinare i vari strumenti di un’orchestra o di un ensemble musicale per una composizione già definita in tutto, mentre l’arrangiamento prevede l’utilizzo di tecniche compositive pluristilistiche e il parziale o completo stravolgimento e riassetto di un brano. L’arrangiamento è l’arte di dare a una melodia esistente varietà musicale.
L’arrangiatore è un professionista chiamato a operare in diversi ambiti che richiedono ciascuno un’adeguata competenza. Per un arrangiatore è indispensabile una solida conoscenza della teoria musicale, delle forme, degli strumenti e delle tecnologie informatiche.

Direttore d’orchestra

Questa figura, nel senso moderno del termine, naque agli inizi del XIX secolo. Prima di allora la direzione non era concepita come attività indipendente: tant’è vero che nel periodo barocco era spesso svolta dal primo violino o dal maestro clavicembalista. Con il passaggio da un organico strumentale classico a uno sinfonico (quindi un numero di strumentisti maggiore), si sentì enormemente la necessità di un “leader” che  guidasse l’esecuzione.
Il direttore è specializzato nella direzione di orchestre, cori e piccoli ensemble per l’esecuzione di brani musicali inerenti a vari ambiti quali concerti, opere, balletti e quant’altro.
I movimenti (fortemente stilizzati) eseguiti dal direttore nel coordinare l’esecuzione di una composizione, assegnano agli esecutori, passo dopo passo, aiuti per la coordinazione fra loro, indicando tempi, andamenti, ingressi e dinamiche. Per ciò che riguarda l’utilizzo della bacchetta possiamo dire che andò standardizzandosi sempre nel XIX secolo. Inizialmente, per scandire tempo e movimento venivano impiegati: il battito del piede (spesso non sufficiente perchè di volume troppo basso), un bastone battuto sulla pedana dove si trovava il direttore o l’archetto di violino.

Cantante

Il cantante è colui che produce suoni mediante l’utilizzo della voce, ossia il più istintivo tra gli strumenti musicali. Nonostante chiunque sappia parlare è ovviamente in grado di cantare, lo studio delle tecniche canore è esattamente corrispondente a quello degli altri strumenti: lungo e impegnativo. Di conseguenza richiede tempo, dedizione e pratica costante.
All’interno di una composizione il cantante solista si occupa della melodia principale mentre il corista (termine riferito propriamente a chi canta in coro) accompagna il solista con seconde voci.
Per quanto concerne la classificazione canora, indipendentemente dall’ambito musicale di riferimento, possiamo suddividere le voci in base all’età e successivamente all’estensione. Inizialmente, nel periodo in cui i bambini non hanno ancora raggiunto l’età in cui si verifica la muta vocale (13 anni circa) abbiamo le voci bianche. Successivamente, durante la pubertà, la voce maschile è soggetta alla “muta della voce” dovuta agli effetti dell’abbassamento laringeo. Di conseguenza ecco la distinzione estensiva della voce dal grave all’acuto in basso, baritono, tenore, contraltista, mezzosopranista, sopranista. Le ragazze al contrario tendono a sviluppare l’estensione verso l’acuto e abbiamo soprano, mezzosoprano e contralto.

Per ora fermiamoci qui, nella prossima puntata completeremo il nostro prezioso elenco, ciao musicoffili!

Stefano Maroelli