Sono passati 50 anni dal giorno in cui i Procol Harum entrarono per la prima volta nelle classifiche inglesi, con un singolo che sarebbe schizzato al numero 1 in tanti paesi (anche in Italia per 7 settimane), la hit “A Wither Shade of Pale“, pubblicata 13 giorni prima.
La canzone detiene ancora oggi il primato di brano più suonato nei locali pubblici in Inghilterra.
Era il 1967, iniziavano i fragorosi anni delle contestazioni e dare scandalo o essere censurati era così facile che tutti prendevano accortezze o tornavano sui propri passi. Lo sanno bene Beatles e Rolling Stones, Jimi Hendrix e molti, altri, che vedono censurate le copertine originali di alcuni loro album.
E lo hanno saputo da subito anche i Procol Harum proprio con questo brano, il cui primo videoclip, diretto da Peter Clifton, mostrava i membri della band camminare tra alcune rovine con insert video tratti da riprese della guerra in Vietnam. Questo causò l’espulsione del video dalla nota trasmissione dell’epoca Top of the Pops.
Furono quindi costretti a girare un nuovo video, mentre intanto due componenti della band erano cambiati e tra i nuovi arrivi c’era il grande chitarrista Robin Trower.
La canzone, fusione tra rock e musica classica, prende spunto dall’Aria sulla Quarta Corda di Johann Sebastian Bach (nonchè dalla cantata BWV 140 Wachet auf, ruft uns die Stimme), inserendo quel celebre suono di organo hammond che ancora oggi è uno dei principali riferimenti nell’immaginario dello strumento.
In Italia, come spesso accadeva all’epoca, il brano fu coverizzato dai Dik Dik nella loro “Senza luce”, con testo di Mogol.
Ma noi oggi ascoltiamo, ovviamente, l’originale.
Cover photo by Lawren – CC BY 2.0
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