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1958: Go Johnny Go

La Chess Records di Chicago pubblica il nuovo singolo di Chuck Berry, Johnny B. Goode. Il rocker del Missouri è già una superstar del Rock'n'Roll e se con Maybellene, Roll Over Beethoven e Sweet Little Sixteen ha già affascinato pubblico e critica, con il nuovo pezzo si appresta a diventare una leggenda.

La canzone, scritta da Berry nel 1955, è la versione Rock del Sogno Americano. Racconta, infatti, la storia di un ragazzo di campagna, poverissimo e che sa malapena leggere e scrivere, ma che è capace di suonare la chitarra come un Dio. Tanto che sua madre lo incoraggia dicendogli: “un giorno la tua musica si ascolterà ovunque e il tuo nome campeggerà sui manifesti“.

Da molti considerato autobiografico, il pezzo (secondo altre teorie) sarebbe  ispirato alla figura di Johnnie Johnson, pianista e primo collaboratore di Chuck Berry. Tutti, invece, concordano sul fatto che il nome Johnny sia stato preso a prestito da Johnnie Johnson così come Goode (con la e finale) sia quello della strada di St. Louis, (Goode Street), dove Chuck Berry è nato.

Si dice anche che nella versione originale, la prima strofa prevedesse la definizione “colored boy” (ragazzo nero) invece di “country boy” (ragazzo di campagna): pare che il testo sia stato cambiato per paura che le radio non lo trasmettessero.

Nel 1977, la Nasa ha inviato la navicella Voyager nello spazio alla ricerca di altre forme di vita: tra i brani contenuti nel cd che mostra l’evoluzione e il livello artistico e culturale dell’uomo terrestre c’è la versione originale di Johnny B. Goode.

Tempo addietro, un sondaggio della rivista Rolling Stone sulle 500 canzoni più importanti della storia del Rock ha collocato “Johnny B. Goode” al settimo posto.
Il riff di chitarra che apre il pezzo è e sarà per sempre uno dei più rappresentativi di sempre.

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