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Andrea Maddalone, “cattivo” se è la chitarra a chiederlo

Quando un arrangiatore e session-man decide di dedicarsi alla produzione da solista può capitare che si incattivisca... parlando per metafora, ovviamente.

È un gioco di parole traducibile quello che ci introduce a Evil, l’album strumentale recentemente pubblicato dal chitarrista Andrea Maddalone attraverso l’etichetta discografica Videoradio.

L’artista in questione è decisamente abituato a mettere la propria capacità al servizio dei grandi della musica: quella italiana in particolare, come dimostrato dalle collaborazioni con nomi come Zucchero, Renato Zero e Mario Biondi, ma non senza incroci di un certo spessore anche a livello internazionale.
Al di là dell’elevato spessore del curriculum professionale, Andrea si è distinto anche in ambito didattico, è endorser di marchi di rilievo ma soprattutto dimostra in generale una mentalità chitarristica estremamente varia, come testimoniato dall’album acustico Nylon Strings pubblicato alcuni anni fa.

Ma in questa sede è la chitarra elettrica a farla da padrona, perchè Evil è un disco che spazia in maniera efficace e lucida tra le atmosfere del Progressive Rock e il filone della Fusion chitarristica di eminente tradizione, alternando momenti di grande dinamismo e generosi dosaggi di gain a pezzi dallo spirito più riflessivo e moderato tanto nel volume quanto nelle sonorità

Nove tracce che hanno quel tanto che basta dell’elemento “guitar hero“, perchè la sei-corde è sì molto presente e assolutamente centrale nell’arco dell’intero album, ma al tempo stesso viene dosata con consolidata intelligenza, col risultato di non scadere mai nell’esercizio di stile.
I fraseggi si complicano a livello tecnico solo e soltanto quando è l’energia del brano a richiederlo (a invocarlo, verrebbe da dire), e in questo si vede senza dubbio la consapevolezza data dall’esperienza, che va a incontrare un gusto ben sviluppato e mai eccessivamente focalizzato su determinati canoni.

L’ottima produzione è curata dallo stesso Maddalone, che si è occupato anche di tastiere e programmazione, e da Fabio Trentini (che ha anche inciso la maggior parte delle tracce di basso); nell’elenco dei musicisti coinvolti spicca anche il nome di una nostra vecchia conoscenza, vale a dire Federico Malaman che compare come bassista nel secondo brano della tracklist.

In conclusione, Evil si è rivelato un disco coinvolgente e dalle emozionanti ispirazioni. L’ascolto è sicuramente consigliabile per gli utenti guitar-oriented, soprattutto quelli del mondo dell’elettrica, ma in generale l’album si fa apprezzare tra le varie cose anche per un sostanzioso potenziale melodico che dovrebbe piacere a prescindere dallo strumento di riferimento.


Foto di copertina di Tomaso Matta su gentile concessione



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