Finalmente è arrivato il nuovo pedale compressore/booster Strymon Compadre, lo abbiamo messo subito nelle mani del buon Giacomo Pasquali per un bel video test!
Finalmente è arrivato il nuovo pedale compressore/booster Strymon Compadre, lo abbiamo messo subito nelle mani del buon Giacomo Pasquali per un bel video test!
Strymon ci ha da sempre abituato a pretendere molto dal mondo degli effetti a pedale e questo nuovo Compadre non fa certo eccezione: non si tratta di un semplice pedale comp+boost, ma è un vero e proprio affilatissimo bisturi con la capacità di intervenire sui minimi dettagli del nostro guitar tone.
Oltretutto, trattandosi di un effetto che spesso viene messo all’inizio della catena, Compadre ha dovuto affrontare la sfida di raccogliere per primo (o giù di lì) il segnale dello strumento e trattarlo con i guanti bianchi, in modo da non snaturarlo e quindi mandare al resto dei pedali un suono già compromesso.
Non si tratta solo quindi di applicare un effetto ben suonante, ma di mantenere intatte le caratteristiche della chitarra in ingresso, nonché del nostro amato amplificatore, la cui dinamica non deve essere “castrata” sul nascere.
Il circuito di ingresso è, non a caso, un JFET in classe A, il percorso del nostro suono è totalmente analogico, i circuiti non fanno altro che integrarsi allo stadio di preamplificazione del nostro amp, come se si trattasse di una “naturale” congiunzione tecnica e sonora.
Proprio per questo, la gestione della dinamica è assai fine, si può sempre miscelare a piacimento il segnale dry in modo da mantenere un attacco naturale e una sensazione tattile sotto le dita mai troppo artificiosa.
Non si tratta quindi di “sovrapporre” un effetto al proprio suono, ma di trovare la giusta amalgama esattamente come faremmo con i controlli stessi del nostro amp.
Per questo si è scelto di operare nell’ambito di una tipologia di compressione analogica di qualità da studio, con la scelta tra due diverse modalità, una iper-trasparente e una, invece, di stampo più vintage.
Stessa attenzione è stata post sul booster, ancora una volta completamente analogico, visto che non si tratta di una mera “spinta” di volume in decibel, ma anche in questo caso di una scelta tra due modalità clean e dirty – i termini già si spiegano da soli – che agiscono in soft-clipping e soprattutto con la possibilità di indirizzare il tutto su una precisa curva di equalizzazione.
Se pensiamo alla modalità dirty, si può anche dire che abbiamo nel pedale un leggero overdrive a portata di mano (o di piede).
Già così è ben chiaro che Strymon ha voluto offrire di più del solito “pedale a due manopole e uno switch”. Ma già avrete capito che non è certo finita qui.
Infatti, una feature molto interessante è la possibilità di collegare un pedale di espressione così da aggiungere un controllo del volume premium basato su VCA (Voltage Controlled Amplifier).
Non solo, si può aggiungere un MiniSwitch od un MultiSwitch Plus (opzionali) per memorizzare e richiamare le tue impostazioni preferite.
Inoltre, è possibile integrare Compadre in una pedaliera MIDI usando il cavo Strymon MIDI EXP e accedendo così fino ad un massimo di 300 preset.
Insomma, il segnale sarà pure analogico e questo ci piace moltissimo, ma perché non approfittare dell’altra metà del cielo che la tecnologia odierna ci mette a disposizione? Strymon in questo ha ben pochi rivali.
Lo Strymon Compadre è un pedale che a inizio catena può davvero essere il responsabile principale del nostro suono di base, senza tuttavia “sopraffarlo”, esserne eccessivamente protagonista.
Se siete interessati a toccare con mano le sue finezze, potete chiedere informazioni su disponibilità e dealers sul territorio direttamente al distributore italiano Backline.
Strymon Compadre, finalmente lo abbiamo testato!
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