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Routing – Giacomo Castellano pedalboard #2

Salve a tutti musicoffili, oggi approfondiamo la nostra analisi della già vista (vedi prima puntata) custom pedalboard di uno dei più bravi chitarristi del nostro paese, Giacomo Castellano, direttamente con le parole di questo grande professionista, che, in forma di intervista, ci racconta quali sono state le sue sce

Salve a tutti musicoffili, oggi approfondiamo la nostra analisi della già vista (vedi prima puntata) custom pedalboard di uno dei più bravi chitarristi del nostro paese, Giacomo Castellano, direttamente con le parole di questo grande professionista, che, in forma di intervista, ci racconta quali sono state le sue scelte tecniche, il perché di talune preferenze e la soddisfazione sul risultato finale, testato sui grandi palchi. Iniziamo subito con la domanda principale.

Quali sono le necessità che ti hanno spinto a costruire questa pedaliera?

Il mio sistema principale è composto da due pedaliere, una grande e un “modulo B” dove alloggiano altri effetti, tale estensione viene generalmente usata in quei tour che necessitano di una gestione del suono più complessa e varia. In alcuni casi, come per il Tour di Elisa del 2010, è apparso anche un rack con altri pedali ed effetti, ognuno dei quali si occupava di una sfumatura timbrica ben precisa; vi era inoltre la necessità di gestire anche le acustiche, sia 6 che 12! È quindi facile immaginare come un sistema possa ingrandirsi se la produzione lo richiede.

Sulla validità e necessità di un tale spiegamento di mezzi possiamo parlare per ore, la realtà è che ci sono repertori che richiedono pochi suoni ed altri che ne richiedono molti. In entrambi i casi soddisfare queste richieste fa parte del mio lavoro.
Per alcuni repertori basta un suono, per altri ne servono mille, a me basta che venga bene!
Per rispondere alla tua domanda: la principale necessità era avere un sistema modulare, relativamente leggero e solido, che offrisse la possibilità di cambiare configurazione.

Quando posso, uso solamente una delle due pedaliere, ovvero:

  • Pedaliera A: musica originale, seminari, tour
  • Pedaliera B: jam sessions, serate che richiedono pochi suoni.

Che soluzioni hai adottato per il MIDI?

Nel corso del 2012 ho passato molto tempo a studiare tutto il mercato delle pedaliere MIDI ed in generale della gestione MIDI di certi effetti. Stavo cercando una pedaliera che facesse al caso mio, che fosse piccola, robusta, con un display luminoso, potente e versatile (e che costassse una cifra umana!)
Per mia fortuna mi sono imbattuto nella GORDIUS LG2, un oggetto che, oltre ad avere tutte queste caratteristiche, ha anche 2 midi in/out, rendendola di fatto una midi interface 2×2.
Non si tratta di una pedaliera semplicissima da programmare poiché in sostanza è una scatola vuota che può essere configurata via software come preferisci, in sostanza devi sapere bene “cosa realmente ti serve” e, dopo che lo hai capito, studi come ottenerlo sapendo che la LG2 te lo permette.

Per capire meglio spiegherò come lavoro quasi sempre al repertorio di un tour.
Normalmente preparo un banco per ogni canzone, ogni banco conterrà diversi suoni che verranno attivati dove serve: strofa, ritornello, solo etc…
Molti repertori prevedono l’utilizzo di sequenze pre-programmate con click, in tal caso, se necessario, posso mandare a tempo tutte le mie MIDI devices (delay, tremoli) direttamente dal Gordius, il quale può inviare un midiclock che sincronizza ogni effetto midi ed evita di dover programmare singolarmente le patch sulle varie device, in sostanza un risparmio incredibile di tempo. 
In teoria è possibile gestire anche start/stop delle sequenze, invio MIDI al banco luci, midiclock al batterista e via dicendo… Le possibilità sono veramente infinite.

Quando in un brano serve solo un suono io occupo comunque un banco intero che consta nel mio caso di 4 preset program change e 4 control change dedicati a dei pedalini che vengono attivati/disasttivati via MASOTTI TB6.
Ogni banco avrà quindi il titolo del brano e ogni preset un sottotitolo (strofa, rit, solo…) che apparirà nel display sotto al nome del banco.

Dei 10 switch disponibili i 2 rimanenti sono assegnati a funzioni come l’attivazione del dual master della mia X100M e del boost sul canale crunch, due controlli che trovo utilissimi per mantenere un certo controllo live dei volumi.
I banchi vengono organizzati in una setlist che può essere modificata al volo sia via computer che utilizzando l’interfaccia del Gordius, rendendo quindi possibile modificare la scaletta anche 5 minuti prima di salire sul palco.
Non che sia indispensabile, diciamo però che c’è la stessa differenza tra stare in casa in ciabatte o con gli anfibi…

In caso di panico o di situazioni “al volo” ho un banco generico che contiene suoni che vanno bene un po’ per tutto.
Ci tengo a precisare che il gordius è solo una pedaliera MIDI e non produce alcun suono.

Il flusso di dati MIDI in uscita è diviso in due: 

  • dall’uscita 1 (settata su MIDI CH 1) vengono controllate tutte le devices Masotti. Tale uscita viene filtrata dal Gordius ed invia solo program change e/o control change, evitando quindi l’invio di midi clock e sysex
  • dalla seconda uscita midi parte il flusso di dati che controlla il mio Strymon Timeline ed ogni altra MIDI device, ognuna settata su un canale midi diverso. 

Può sembrare complesso ma per me funziona ed ha una logica a prova di bomba dettata direttamente dalla necessità. Lo scorso anno ho comprato anche la MFC 101 ma al momento sta prendendo molta polvere, il Gordius per me non si batte.

Nei locali vado spesso a suonare anche solo con 4 pedali, due dei quali sono l’accordatore e l’altro un wah… lo dico per ribadire il concetto: ogni repertorio, ogni situazione ha delle necessità diverse!

Dacci un feedback del risultato raggiunto.

Alla Masotti Guitar Devices sono stati bravissimi ad assemblare questo setup che chiamo 2.0.
Sono riusciti a soddisfare tutte le mie richieste, compresa quella di utilizzare un piano più leggero che abbassasse il peso totale della pedaliera.
Le alimentazioni, il cablaggio e le custom interface sono state fatte a regola d’arte per durare e per sopravvivere ai tour più ostili, ovvero quelli più piccoli e organizzati peggio.

Il valore di un assemblaggio di tale qualità ha un vantaggio molto semplice: zero problemi! 

  • Prova tempesta di sabbia: superata
  • Prova temporale estivo: superata
  • Prova temperature estive impossibili: superata
  • Prova “pedate degli artisti”,  “backliner in erba”, discografici con scarpe stronca-cavi: superata
  • Prova ribaltamento dentro alla motrice: superata

Sostengo che tra 10000 anni la mia pedaliera sarà ancora qui, la accenderanno e prenderanno il Gordius per una sorta di libro di memorie di una razza scomparsa e leggeranno senza capire L.F.L, Naked Sun, Music part One, Part Two, Garbage, Lead, Crunch, Tap Tempo ed altri titoli dei miei brani, perennemente caricati in memoria!

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