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Roma Expo Guitars, un tempio della chitarra e delle persone

Un viaggio personale dentro Roma Expo Guitars: liuteria, concerti, amicizie e crescita umana attorno alla chitarra classica.

Il seguente articolo è stato scritto dal musicista Claudio Aiello, a cui ho chiesto di parlare della sua esperienza al Roma Expo Guitars.


A volte sono le persone che nessuno immagina possano fare certe cose, quelle che fanno cose che nessuno può immaginare.

Mi è stata chiesta una sorta di recensione sul REG (Roma Expo Guitars), formulata con una domanda del tipo: “Cosa ci diresti del REG visto con gli occhi di un visitatore?”
Bella domanda e complicata risposta.

Il REG l’ho visto nascere e crescere, l’ho visto come tanti da fuori, ma l’ho visto anche – come pochi – da dietro le quinte, nella posizione assai privilegiata di pieno fruitore e marginale collaboratore.
Anticipo che è come se mi fossi trovato a leggere un bellissimo spartito, condividendone al contempo, con tutta la passione possibile, le parti con il compositore.
E allora… si parte.

Le origini

Premessa: tecnicamente io sarei un modestissimo chitarrista, appassionatissimo di musica jazz e di tutti “gli arnesi” atti a produrla, a cominciare dalle Archtop, di cui faccio collezione.

Il mio rapporto con la liuteria classica era pressoché inesistente, fino a quando non ebbi la fortuna di conoscere, una ventina d’anni fa, Massimo Di Coste prima e Gabriele Curciotti poi, grazie alla frequentazione assolutamente casuale di un forum in cui mi ero imbattuto alla ricerca di una partitura.

Non ricordo bene come questa conoscenza, in mezzo a centinaia di contatti, si sia evoluta da “virtuale” a reale, in un rapporto di fraterna amicizia e profonda stima, ma fu grazie a loro che il mio interesse verso la chitarra di liuteria crebbe gradualmente fino a diventare, oggi, pari a quello rivolto al mondo delle chitarre elettriche, nei miei quasi settant’anni di età.

La nascita del REG

Nel lontano 2013, Massimo mi chiamò per parlarmi di un’idea che, in quel momento, mi sembrò una semplice boutade: voleva organizzare una mostra di liuteria, trasportando nel mondo reale quelli che erano stati semplici argomenti del forum.
Personalmente lo ritenevo un simpatico conduttore di interviste improvvisate a liutai amici del suo circondario, ma nulla di più che una bella schitarrata fra amici dopo pranzo: con tutto l’affetto del mondo, cercai di dissuaderlo da quell’idea folle.

Ben conscio, di mestiere, di quanto complesso e “pericoloso” fosse il mondo della burocrazia, gli posi davanti tutta una serie di ostacoli che ritenevo insormontabili da parte di un appassionato, per quanto grande, ma del tutto sprovveduto.

La storia ci insegna però che sono le idee più folli quelle che, se portate avanti con caparbietà, possono produrre le cose più belle. E così, nonostante i miei cattivi auspici, il REG nacque, e mio malgrado mi trovai a dargli pure qualche suggerimento di carattere amministrativo.

Il primo REG visto dal vivo

Per i primi tre anni mi limitai a seguirne le vicende da lontano — sono circa 800 i km che ci separano da una frequentazione in presenza e solo per profonda amicizia mi sottoposi, nel 2016, al faticoso viaggio in macchina dalla Sicilia, per andare a scoprire de visu la creatura di cui già avevo sentito parlar bene.

Ciò che vidi superò la mia più fervida immaginazione: un mondo brulicante di appassionati e professionisti, un numero di liutai (solo alcuni a me marginalmente noti) di cui non sospettavo l’entità, musicisti che non mi sarei mai aspettato di incontrare e, soprattutto, un’organizzazione che, per quanto ancora da rodare, centrava l’obiettivo di far incontrare produttori e consumatori in un contesto comune di passione.

Soprattutto si realizzava ai miei occhi ciò che avevo sempre sognato: la musica come condivisione, una comunicazione a due vie, e non soltanto l’erogazione dall’alto di chi “sapeva” verso chi “imparava” supinamente.

Pavel Steidl e la magia del confronto

Due cose mi colpirono particolarmente di quella edizione: l’Apoteosi del concerto serale di Pavel Steidl, ascoltato a pochi metri di distanza, che mi incantò oltre le aspettative. Un chitarrista che era anche direttore d’orchestra di sé stesso, capace di ipnotizzare con gestualità evocative, creando un turbinio di suoni e colori inebrianti. A fine concerto, la sua cordialità e semplicità completarono la magia.

E poi la prova strumenti del M° Andrea De Vitis, che testò con grande professionalità le chitarre di tutti i liutai: per ogni strumento sceglieva il brano più adatto a valorizzarne il carattere.
Capì allora che non esiste la “chitarra buona per tutto”, ma che ogni strumento ha una propria predisposizione, proprio come un cantante lirico.

L’evoluzione e la svolta del 2017

Credevo conclusa lì la mia esperienza con il REG e non pensavo che potesse diventare una ricorrenza irrinunciabile negli anni successivi.
La svolta avvenne con una richiesta d’aiuto da parte di Massimo Di Coste: insieme a Gabriele Curciotti e al loro partner/sponsor, avevano pensato in grande, chiamando per il concerto serale del 2017 nientemeno che Ana Vidovic, splendida chitarrista dell’Olimpo della classica.

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La Vidovic aveva fornito una vera e propria “lista della spesa”: impianto di amplificazione, microfoni e accessori che fino ad allora il REG non aveva mai contemplato.
Massimo, ricordando la mia esperienza di chitarrista elettrico da palco, mi chiese aiuto per gestire la parte tecnica dell’evento. Così, da spettatore, venni “promosso” a consigliere tecnico.

Conciliando due mondi

Nel 2017, l’amplificazione nella chitarra classica era vista come una bestemmia in un tempio sacro. Eppure, in qualche modo, ci riuscimmo. Anno dopo anno, la qualità aumentò, e la diffidenza dei liutai si trasformò in gradimento del pubblico.

La mia partecipazione divenne ricorrente e cambiò radicalmente il mio rapporto con il REG. Le successive edizioni mi videro coinvolto come collaboratore e “fonico” di palco, con la responsabilità di non deludere l’organizzazione, che cresceva di anno in anno.
Quella che era nata come una costrizione si è rivelata una fonte inesauribile di arricchimento, umano e musicale.

L’arte della liuteria

Ho conosciuto veri Maestri della Liuteria: artigiani che mi hanno insegnato che uno strumento non è solo un assemblaggio di materiali.
Dalla scelta dei legni, alla forgiatura, alla verniciatura, fino all’emissione del suono, ogni fase richiede abilità e conoscenza.

Il liutaio non è un modellista che segue schemi prefissati: lavora una materia viva, che deve restituire un’anima. Solo un artista sa incorporargliela, affinché poi il musicista ne esalti le peculiarità e la trasformi in Strumento Animato e Voce del cuore.

Chitarre con un’anima

Tanto ne sono rimasto coinvolto che dal REG sono tornato con molte chitarre costruite su misura per me, tutte peculiari, tutte nate dal confronto con i liutai prescelti. Ogni chitarra ha un nome simbolico, descrittivo dell’anima che cercavo in ciascuna.

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Il REG come esperienza totale

Ma il REG non è solo liuteria. È un susseguirsi di eventi, concerti, incontri e amicizie, difficili da elencare tutti.
In nove anni ho ascoltato storie, conosciuto Persone, incontrato Musicisti e soprattutto ascoltato Musica, da vicino come mai mi era successo prima.

Fra tutte le esperienze, quella che porterò sempre nel cuore è la premiazione alla carriera di Oscar Ghiglia e ancor più le due ore successive, in cui il Maestro, con la pacatezza di un nonno, ha ripercorso la storia della chitarra classica del ’900, citando nomi che fino ad allora avevo solo letto nei libri.

Un tempio della musica

In questi nove anni ho visto tanta evoluzione, anche nei chitarristi classici, sempre più desiderosi di uscire dai canoni accademici per diventare veri ambasciatori della Musica nella sua essenza più pura.

Relegare il REG a semplice “esposizione di chitarre di liuteria” sarebbe un errore.
Il REG è un tempio della musica, e mi onoro di averne fatto parte. Non posso che augurargli una crescita senza fine, per il bene di quanti amano la chitarra in tutte le sue forme, generi e anime.

Grazie Massimo e Gabriele, grazie davvero.



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