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Ricerca binaria dei guasti

Capita talvolta a noi chitarristi di trovarci di fronte al nostro setup con qualche problema improvviso che non ci permette di suonare in modo sereno o addirittura ce lo impedisce del tutto. Qualunque sia la causa, sta di fatto che questa va individuata e risolta se vogliamo proseguire la nostra piacevole suonata.

Capita talvolta a noi chitarristi di trovarci di fronte al nostro setup con qualche problema improvviso che non ci permette di suonare in modo sereno o addirittura ce lo impedisce del tutto. Qualunque sia la causa, sta di fatto che questa va individuata e risolta se vogliamo proseguire la nostra piacevole suonata. Ora, quando il problema si verifica in sala prove o in casa siamo in grado di affrontarlo in modo più o meno sereno, ma se invece stiamo suonando davanti a un pubblico le cose cambiano drasticamente. L’argomento del quale vorrei parlare oggi è proprio questo: come fare ad individuare rapidamente un problema improvviso al nostro equipment? Mai sentito parlare del “metodo di ricerca binaria dei guasti“?
Senza entrare in meriti scolastici, questo metodo consiste nell’individuazione di un guasto basandosi sulla divisione binaria, cioé in due metà, successiva e progressiva, del sistema malfunzionante.
Ma vediamo meglio come procedere: supponiamo genericamente di avere un apparato complesso, dove si può intendere un circuito o il nostro intero routing, composto da più elementi o parti. Nel nostro caso per parti intendiamo i pedali, i cavi, gli alimentatori e così via. Supponiamo ora che una di queste parti smetta di funzionare. Per individuarla rapidamente occorre dividere il sistema in due metà, più o meno uguali, e verificare quale delle due sia in grado di funzionare ancora. Una volta stabilito questo, sappiamo implicitamente che il guasto si trova nell’altro blocco.
Così facendo abbiamo escluso già metà delle parti dalla ricerca con un solo passaggio. Bene, ora ripetiamo il procedimento sulla metà guasta dividendola a sua volta in due semiblocchi più piccoli. In questo modo, escludendo dalla ricerca le metà funzionanti, è piuttosto semplice e rapido individuare quale dispositivo del nostro sistema si sia guastato. Il risparmio in termini di tempo è considerevole. Ma facciamo un esempio pratico-chitarristico. Il nostro sistema più comune è composto da chitarra, cavo, pedaliera (con cavi segnale e alimentazioni), altro cavo e amplificatore. Supponiamo che di colpo il suono sparisca. Stabilito che dal controllo visivo, la prima cosa da fare, tutto sia in ordine e cioé le spie siano tutte accese, non ci siano cavi di alimentazione o di segnale disconnessi, insomma che tutto apparentemente sia a posto, procediamo con la ricerca binaria.
Escludiamo la pedaliera e verifichiamo che il blocco cavo-chitarra-amplificatore sia funzionante, già che ci siamo possiamo testare sia il cavo chitarra-pedaliera sia il cavo pedaliera–amplificatore. Se tutto funziona, il problema si trova evidentemente nella pedaliera. Se invece il problema persiste, allora il guasto si trova nel blocco suddetto. Stabilito che è statisticamente quasi impossibile che si rompano due cavi segnale all’unisono, verifichiamo che dalla chitarra esca suono, basta collegarla all’accordatore oppure in un altro amplificatore, anche quello del bassista o nel mixer. Se funziona, il problema è nell’amplificatore, se invece non va allora è chiaro come il guasto sia proprio nella chitarra. Resta inteso che in questa prima parte della verifica avremmo potuto anche trovare uno dei due cavi rotto, in tal caso la ricerca sarebbe già terminata.

Torniamo qualche passo indietro e supponiamo invece di aver stabilito che il problema sia nella  pedaliera. Procediamo alla stessa maniera e cerchiamo di dividere i pedali in due blocchi, inseriamo il cavo chitarra e il cavo amplificatore, testati prima e quindi esclusi dagli indiziati, e sentiamo che cosa succede. Se tutto funziona il guasto si trova nel blocco momentaneamente escluso, altrimenti siamo già valutando quello difettoso. Penso che il procedimento sia abbastanza chiaro, procedendo in questo modo il guasto ha i minuti contati. Che si sia staccato un cavetto di alimentazione, che si sia aperto un jack, che si sia rotto un pedale o si sia dissaldato il filo del jack della chitarra, siamo in grado di capirlo in modo veloce e inequivocabile.Una cosa che vorrei dire riguardo a questo argomento è che, qualunque sia la situazione, bisogna cercare di restare calmi e razionali, se ci arrabbiamo o ci facciamo prendere dal panico rischiamo di non accorgerci neanche delle cose più evidenti. A questo proposito, ricordate qualche anno fa la serata di Alex Britti a Sanremo con la pedaliera muta in diretta eurovisione? D’accordo che la situazione era davvero drammatica (non si poteva perdere più di un minuto per trovare il problema), ma Alex quella sera dovette suonare senza effetti. La colpa venne attribuita erroneamente ad un guasto sulla pedaliera. In realtà poco dopo si scoprì che il backliner aveva messo un jack stereo tra il pedale del wahwah, primo nella catena effetti, e la chitarra. I contatti di accensione di questo, situati sulla presa jack, rimasero aperti ed utilizzando un buffer non poteva uscire suono in nessun modo. Sarebbe bastato usare un normale jack mono… Pare comunque che ora il backliner di Britti non sia più lo stesso di allora. Certo che quella era una situazione estremamente critica, ma è un episodio che racconto spesso a supporto di questo argomento. Inoltre, se abbiamo a che fare con un pubblico, anche se non siamo Britti e non siamo a Sanremo, cerchiamo di comportarci in modo professionale. Portarsi dietro un’alternativa è sempre consigliabile specie se si è molto specifici nel genere musicale che si suona. Faccio un esempio: se in pedaliera ho tre overdrive/distorsori, è molto difficile che si rompano contemporaneamente. Se uno di loro si rompesse, una volta tolto dalla catena quello guasto, potrei comunque suonare anche se non col suono più adatto, ma pazienza. Se invece basassi il mio sound su un solo overdrive e questo si rompesse, allora sarei nei guai.

È buona norma portarsi dietro qualche cavo, qualche batteria o un alimentatore di scorta, una batteria 9v e qualche attrezzo, oltre ovviamente alle corde. Altra cosa importante: quando cabliamo le pedaliere o allestiamo il nostro routing, cerchiamo di controllare e ricontrollare che tutto sia funzionante, solido e perfettamente efficiente. Usiamo cavi di buona qualità, connettori buoni e saldati a dovere, alimentazioni cablate in modo consono e stabile. Molto spesso questi semplici accorgimenti ci permettono di  suonare in modo spensierato. Al contrario, nei sistemi assemblati al risparmio, con i cavi saldati dall’amico “che se ne intende”, con i jack economicissimi e cose del genere, i guasti e le noie sono molto più frequenti. Certo che tutto questo ha un costo, ma se avete problemi di budget, è molto meglio costruire il setup un po’ alla volta seguendo le regole del buon senso piuttosto che realizzare un sistema grande e complesso ma al contempo fragile e inaffidabile. Costantino Amici – Costalab