HomeStrumentiChitarra - DidatticaLe voci della chitarra: lo switch

Le voci della chitarra: lo switch

Ciao Musicoffili, sono orgoglioso di presentarvi questo mio articolo che sarà davvero un po' particolare, oggi, inaftti, parliamo dell'ultimo anello mancante dei precedenti due episodi, andando quindi a chiudere l'argomento sull'interpretazione dei nostri soli. L'articolo è abbastanza "articolato" (scusate il gioco d

Ciao Musicoffili, sono orgoglioso di presentarvi questo mio articolo che sarà davvero un po’ particolare, oggi, inaftti, parliamo dell’ultimo anello mancante dei precedenti due episodi, andando quindi a chiudere l’argomento sull’interpretazione dei nostri soli. L’articolo è abbastanza “articolato” (scusate il gioco di parole) per cui concentrazione, si parte!

Parliamo dell’utilizzo dello switch come raramente è stato trattato ossia… a tempo! Cosa intendo dire? Vi faccio un esempio! Mettiamo che io abbia scritto un solo ed interpretato con il timbro e dinamica giusta il tutto; se ascoltiamo bene gli assoli dei grandi artisti, spesso possiamo notare che oltre a dinamica e timbrica, c’è un utilizzo specifico della selezione dei pick-up, un po’ come fosse una sorta di voce in più della chitarra. Qualche volta la fanno strillare con il pickup al ponte e altre volte la riscaldano con il pickup al manico. Tutto questo poi viene fatto su frasi specifiche e adatte alla questione.

Fin qui niente di nuovo, ma, non sarebbe meglio se io lo facessi a tempo? L’idea mi è venuta in mente poichè ho notato che in alcune registrazioni amatoriali spesso avviene il cambio di suono in modo erroneo e di poco gusto, in punti davvero fuori tempo e dannosi all’ascolto! Per cui mi son chiesto: ma se il cambio dello switch avvenisse sempre a rigor di metronomo, in modo che sembri quasi una pennata?

Appurata la fattibilità della questione, posso proporvi vari esercizi veramente interessanti, in cui lo switch viene in pratica considerato come fosse una vera e propria indicazione sul pentagramma/tablatura. Parto già dal risultato finale, facendovi ascoltare il brano da me composto con un solo breve e completo, semplice e musicale.

Sul ritornello, a battuta 25, si possono ascoltare delle note lunghe con un cambio timbrico (circa a 0.45). La cosa è fatta in modo che il cambio generi l’impressione che io stia, in quel punto, plettrando! In realtà suono la nota, cambio lo switch a tempo, poi confermo il cambio timbrico con una plettrata ulteriore! Risultato: 3 note, quella di partenza, quella virtuale “switchata” e quella finale plettrata. Essendo tutto a tempo, il risultato è che rimane tutto molto fluido. Ovviamente questo giochetto si può fare più agevolmente su melodie molto fluide e sostenute; si può anche passare da un timbro al ponte al manico tramite le posizioni intermedie, sempre con questo giochetto.

Per capire più approfonditamente vi propongo nella seguente playlist degli esercizi progressivi. Troverete negli ultimi due samples la base per esercitarvi, originale e rallentata.

Nel primo sample ascolterete un click sovrapposto da una voce che conta 4 tempi, il classico one-two-three-four. Nella prima battuta c’è solo il conteggio, nelle seguenti invece sul tempo numero 2 potete ascoltare il “clak” dello switch (simulato, per farlo risultare meglio, ovvio che non dovrà sentirsi così nel reale). Fate questo esercizio, contando a voce, oppure a mente o con il piede a terra, e cambiando lo switch a tempo, se volete potete anche fare questo su una base lenta a piacere.

Bene, compresa la filosofia temporale dello switch come parte integrante del brano, aggiungiamo una difficoltà. Nell’esercizio successivo (sample 03) oltre al tempo, sentirete una nota, che suonerete a tempo così come è, poi cambiate lo switch come indicato, mentre sul terzo tempo suonate una nuova plettrata per confermare il tutto. Ho volutamente alzato il volume e schiarito la terza nota di conferma per evidenziarla.

Ovviamente se tenete la distorsione molto spinta il suono sarà una “fangoso” e rischiate di non sentire nessun cambio timbrico, soprattutto su una sola nota lunga.Ecco un elenco dei 4 tempi da contare in cui per ogni tempo tempo indicato c’è da suonare la note, cambiare lo switch, confermare la pennata e lasciare che il suono vada fino alla coda della frase.

  • Nota
  • Switch
  • Pennata di conferma
  • Coda della nota

Ok, perfetto, fatto ciò, aggiungiamo altre difficoltà e impariamo il solo da me composto. Nel sample 04 c’è il solo senza base e rallentato, dimezzato di tempo, non vi fornisco la partitura poichè è più importante capire dove fare il cambio switch sul tempo che imparare il solo in sé, potreste usare anche altri fraseggi. Noterete come il solo ha un volume basso per poter dopo evidenziare meglio il suono dello switch e della pennata.Sul secondo tempo ascoltate il cambio con il “clak” dello switch, sul terzo tempo è enfatizzata la pennata di conferma in modo da avere questo movimento a metronomo sui 4 tempi, come l’esercizio precedente:

  • Nota
  • Switch
  • Pennata di conferma
  • Coda della nota

Andiamo avanti (sample 05), prendiamo tutto quello che sappiamo e “immergiamolo” letteralmente nella stessa base, rallentata allo stesso modo, con lo stesso schema preconfigurato. Nella prima parte della base è presente l’esempio, sempre con le note di volume basso e quelle alte accentuate dal “clak” dello switch e dalla pennata di conferma con il suono schiarito.

Nella seconda parte, dopo il fill di batteria sul rullante, la base è libera dal lick per avere la possibilità di suonare la stessa cosa da soli.Ora riascoltate il primo esempio suonato a velocità originale e vi rendete conto che in realtà quel cambio timbrico suonato a tempo, il quale sembra una pennata, in realtà è il suono della commutazione dello switch che si fonde col resto.

Ciao MusicOffili!

VAI ALL’ARTICOLO PRECEDENTE

Giuseppe Bono
Official Facebook
Official YouTube
Official MySpace