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Un metodo per batteristi per migliorare l’interazione col basso

Basso e batteria, un rapporto che verrebbe voglia di chiamare "grande storia d'amore": a rimarcarne l'importanza ecco un interessante metodo per batteristi.

Riguardo l’autore: il batterista Bruno Farinelli

La premessa di questo articolo centra uno degli assiomi più (giustamente) sottolineati nel mondo della musica: basso e batteria devono stare insieme. Ma cosa sta esattamente a significare questo “insieme”?
A darci un punto di vista assolutamente meritevole di attenzione è il metodo “Drums & Bass“, un’edizione curata da Volontè & Co. e firmata dal batterista e didatta Bruno Farinelli.

Classe 1975, nato a Bologna, Farinelli può contare su un’esperienza musicale iniziata da giovanissimo e che lo ha portato ad avere familiarità con due mondi musicali troppo spesso vittima di ingiuste separazioni: quello del Jazz e quello del Pop.
Se infatti da un lato spiccano nel suo curriculum le collaborazioni con Lucio Dalla, Elisa, Gianni Morandi e Cesare Cremonini, dall’altro non sfugge l’abitudine al linguaggio jazzistico coltivata sin dalla tenera età al fianco del padre Piergiorgio, stimato violinista e compositore.

Da un’esperienza di tale spessore, sempre supportata dall’inarrestabile passione per la batteria, non poteva che svilupparsi un’estrema sensibilità nei confronti del groove e di tutti gli elementi che contribuiscono a definirlo: volgere lo sguardo al basso era quindi una tappa obbligata.

Batteria e basso, l’importanza di suonare INSIEME

La visione dell’autore riguardo la relazione tra basso e batteria è avvincente e di grande concretezza al tempo stesso. Come esposto nell’introduzione del metodo, è necessario anzitutto soffermarsi sul suddetto concetto di suonare insieme che accompagna i due strumenti (e quindi i relativi interpreti) praticamente in ogni contesto musicale.

L’insieme come elemento di simultaneità viene quindi esteso come concetto a un rapporto più profondo tra batterista e bassista: una relazione che è fondata sulla conoscenza e sul rispetto dei reciproci stili, e più in generale nella coerenza con l’elemento musicale all’interno del quale ci si sta muovendo.

Tale connubio passa inevitabilmente per un elemento che non dovrebbe mai essere sottovalutato e che fa sempre piacere trovare nei metodi didattici, a prescindere dallo strumentista a cui sono rivolti: l’importanza dell’ascolto e della percezione del suono altrui, in questo caso del bassista, da coltivare attraverso la conoscenza dei vari contesti di performance nei quali ci si può ritrovare.

Il manuale nasce pertanto da presupposti estremamente collaborativi, che hanno portato Bruno Farinelli a interfacciarsi con ben 16 bassisti di spessore del panorama nazionale per dar vita a un approccio metodico che non può passare inosservato.

I bassisti che hanno partecipato e i contenuti del metodo

Federico Malaman, Max Gelsi, Dado Neri, Andrea Torresani, Marco Panascia: sono alcuni dei nomi della compagine di artisti del basso elettrico e del contrabbasso che Bruno ha scelto come compagni di avventura nella realizzazione del metodo.
Il sottotitolo “Suona la batteria con 16 grandi bassisti” riassume efficacemente l’obiettivo del manuale. Ciascuno degli artisti coinvolti è protagonista con groove di basso che fanno riferimento ai generi musicali più disparati; a essi l’autore ha affiancato delle parti di batteria scritte appositamente per integrarsi al meglio con lo stile del bassista di turno

A ogni bassista è dedicato un capitolo (ciascuno aperto dalla biografia dell’artista), all’interno del quale sono introdotti in forma sintetica i generi e gli stili che verranno trattati.
Ogni capitolo contiene le trascrizioni integrali delle parti di batteria che accompagnano ciascuna delle tracce di basso, scaricabili in audio dal sito web dell’editore e disponibili sia con la batteria abbinata che con il solo click, così da offrire all’utente la possibilità di suonare sulle basi di basso in maniera autonoma.

“Drums & Bass” si presenta dunque come una risorsa di elevato valore per via dell’ampiezza del materiale trattato, dello spessore degli artisti coinvolti e della solida capacità didattica dell’autore.
Tutto questo, vale la pena ribadirlo, senza trascurare il grande potenziale della visione del suonare insieme racchiusa in questo metodo che i batteristi adoreranno scoprire, ma che potrebbe rappresentare un valido spunto anche per i bassisti che volessero guardare l’argomento “dall’altra parte del palco”.