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Billy Sheehan, potenza e versatilità al Basso

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L'artista a cui dedichiamo questa puntata della rubrica Partiamo dal Basso ha un volto riconoscibilissimo nel mondo delle corde grosse: quello di Billy Sheehan.

David Lee Roth, Steve Vai, Paul Gilbert, Richie Kotzen, Terry Bozzio: quando si pesca a caso da una lista di artisti ed escono fuori nomi del genere, può significare soltanto che ai grandi personaggi di quel mondo che spazia tra Rock e Metal piace suonare con te.
Il minimo comune denominatore in questo caso ha un nome forte e preciso: Billy Sheehan.

Billy Sheehan, uno shredder del basso

Tanto vale togliersi subito il pensiero: sicuramente il termine shredder non può rappresentare l’intera somma del bassista Billy Sheehan, ma senz’altro definisce in maniera concreta la cifra tecnica dell’artista in questione.

In alcune occasioni ho visto Sheehan associato al concetto di lead bass: trovo che sia un accostamento azzeccato. Come potrebbe non esserlo quando ci si rende protagonisti di botta e risposta con chitarristi del calibro di Paul Gilbert, senza affatto sfigurare quanto a soluzioni ma anzi tenendo brillantemente il passo?

Un fraseggio da guitar hero incallito, nel quale si fa abbondante utilizzo di tapping e legato, ricorrendo con buona frequenza anche all’utilizzo degli armonici artificiali; il tutto è costantemente sostenuto da una pazzesca efficienza della mano destra, le cui dita sembrano letteralmente volare da una corda all’altra senza mai perdere un tempo.

La Fusion e Billy Sheehan? Si dice Niacin

I nomi fatti finora spaziano come detto tra le più variegate espressioni del mondo Rock, ma questo non significa che Billy Sheehan abbia prestato la sua arte soltanto a questa (per quanto vasta) causa.
L’eccezione che ci piace maggiormente è quella che prende il nome di Niacin. Un progetto avviato da Sheehan avvalendosi della collaborazione di Dennis Chambers, gigante della batteria, con l’eccezionale John Novello alle tastiere.

A priori si potrebbe coltivare qualche dubbio sull’effettiva consistenza di uno stile e di un sound così aggressivi come quelli del bassista in nell’ambito di un contesto Jazz-Fusion: sarebbe un grave errore, perché nei Niacin troviamo un’ottima dimostrazione della versatilità di Billy Sheehan.

Groove e gusto timbrico assolutamente in tema col genere, senza rinunciare a un’apprezzabilissima dose di orientamento alla melodia nelle linee di basso, che sembrano inserirsi alla perfezione tra il distintivo organo Hammond e le articolate parti di batteria di Chambers.

Suono e strumentazione di Billy Sheehan

Mentre ci lasciamo intrattenere dal godibile playthrough del video qui sopra, parliamo di uno degli aspetti più ricercati nell’argomento Billy Sheehan: il suono.
Parte integrante del sound dell’artista è sicuramente il basso Yamaha Attitude, un vero e proprio simbolo di immagine e di suono giunto ormai al terzo esemplare della serie.

Liberamente ispirato allo storico Precision, del quale richiama la linea e con cui condivide la presenza di un pickup split-coil in posizione centrale, l’Attitude si distingue pesantemente per la scelta di un secondo magnete posizionato in prossimità del manico, adeguatamente definito Woofer e di solito prodotto da DiMarzio (al pari del centrale).
Da notare la possibilità di suddividere il segnale in un percorso stereo: il basso ha infatti due uscite separate, una per ciascun pickup, e consente di utilizzare un amplificatore dedicato al low end e uno alle frequenze più alte, permettendo dunque un trattamento dedicato ai due segnali così suddivisi.

I sistemi di amplificazione sono di solito prodotti Hartke, mentre un’altra collaborazione piuttosto nota è quella con EBS, marchio svedese che da anni realizza pedali ovedrive in collaborazione con Sheehan; altra menzione che non può mancare è la preferenza per le corde Rotosound, concretizzatasi nel set custom delle storiche Swing Bass in scalatura 43-65-80-110 (pensata anche in funzione del largo utilizzo del D Tuner).

Billy Sheehan: un bassista al servizio di… tanti!

Eroe delle arene Rock coi Mr. Big, dei Jazz club coi Niacin: basta? Assolutamente no, perché c’è un altro progetto musicale che ci mostra Billy Sheehan in una veste che contribuisce a definirne la versatilità come bassista.
Il gruppo in questione prende il nome di The Winery Dogs e lo vede al fianco di due personaggi di enorme spessore nel panorama musicale internazionale: Richie Kotzen, voce principale e ovviamente chitarrista, e Mike Portnoy, una vita spesa dietro le pelli nei Dream Theater.

Sebbene non siano rare le svisate tecniche (come potrebbe non esserlo, quando ci sono in campo tre musicisti del genere?), il progetto è decisamente più orientato verso territori che ammiccano al Rock tradizionale e al Blues.
Dunque solidi riff e una precisa attenzione alla definizione degli accordi anzitutto passando per le toniche, utilizzando un sound leggermente più edulcorato ma senza dubbio “alla Billy Sheehan”; il tutto senza farsi mancare l’effetto wow nella performance, in particolare dal vivo.

Stupore a quattro corde con Billy Sheehan nei paraggi

Una cosa è certa: Billy Sheehan è un bassista che sa stupire. Nonostante di esempi possibili ce ne siano a bizzeffe, mi piace tornare al principio dell’articolo, vale a dire alla storica militanza nei Mr. Big al fianco di Paul Gilbert.
Il video qui sopra dice tutto: due musicisti, quattro manici. Ma la questione non si pone dal punto di vista del puro effetto scenico (anche perché nella performance Paul e Billy si “limiteranno” a utilizzare un manico ciascuno): è importante sottolineare che con un bassista come Billy Sheehan non ci sono soluzioni potenzialmente precluse.

Senza dubbio ci sono territori nei quali si è in un certo senso specializzato, come è chiamato a fare praticamente qualunque professionista, a maggior ragione nello sconfinato panorama rappresentato dalla musica.
Ma tra i tanti meriti che Billy Sheehan può vantare nel mondo delle corde grosse, va riconosciuto anche quello di sapersi muovere a piacimento tra il ruolo di bassista che “deve stare al suo posto” e quello che sa come prendersi la scena: in questa alternanza, lui è senza ombra di dubbio un Maestro.

Cover Photo by Tilly antoine - CC BY 4.0