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Studio One 4 riceve il premio come migliore DAW del 2018

Il capodanno ha portato a Presonus una grande soddisfazione dal punto di vista del prestigio e della soddisfazione per il lavoro svolto su Studio One 4, con un premio come migliore DAW del 2018.

Il capodanno ha portato a Presonus una grande soddisfazione dal punto di vista del prestigio e della soddisfazione per il lavoro svolto su Studio One 4, con un premio come migliore DAW del 2018.

Questa vittoria, decretata dalla rivista Computer Music, non è solo frutto di mera programmazione informatica, anche se i main topics della sua premiazione sono stati proprio la facilità del Drum Editor e il suo Harmonic Editing sia monofonico che polifonico, ma anche di volontà di creare un software che riuscisse a rendersi utilizzabile in maniera veloce e semplice, anche per l’utente meno esperto per arrivare a soddisfare anche le esigenze del producer professionista.

Dire che un software sia anche facile e veloce da usare, oggi, è quantomai necessario, visto che il mondo dell’home studio è oramai diffuso e i suoi costi come hardware e altro non sono più così proibitivicome un tempo.
Inoltre al giorno d’oggi le produzioni sono spesso molto veloci e più il mezzo software ci permette di pensare solo alla produzione, e meno al suo funzionamento, più il fonico/producer ne trae vantaggio nel suo lavoro.

Studio One sembra quindi aver trovato un connubio ben riuscito per accontentare tutti, ma è davvero così semplice?
Ti dirò i passi principali che io stesso ho fatto per effettuare una semplice singola registrazione.

Presonus Studio One 4 Professional

Primo Passo, il menù iniziale

Il menù iniziale ci chiederà, dopo aver importato tutto il nostro parco plug-in (nel mio caso l’intera suite di IK Multimedia) alcuni strumenti virtuali e poco altro. Successivamente le uniche cose da controllare saranno i riconoscimenti della/e scheda e device audio, che per me sono:

Non ci sono stati problemi di alcun tipo, d’altronde nel caso della studio 1824 sarebbe stato quasi impossibile dato che è sempre di casa Presonus. Dopo aver scelto la scheda e impostato i vari parametri di registrazione (sample rate, buffer ecc.), ho potuto quindi creare la Song (termine usato dallo stesso Studio One).

Ho trovato decisamente interessanti dei template pronti all’uso per determinati ambiti: abbiamo template per ballad di piano o di una rock band completa, oppure per i classici cantautori solo chitarra e voce. In pratica sono gruppi di tracce già pronti e suddivisi, in alcuni casi raggruppati (come le batteria nel template rock band) con anche dei software già preimpostati, come equalizzatori o tuner per le chitarre.

Utili all’uso? Dipende, il template rock band almeno per me è utile perchè personalmente lo imposterei quasi allo stesso modo, però alcuni potrebbero trovare scomodo il fatto che ci siano degli equalizzatori già inseriti, il che è comprensibile, ma potete sempre crearvi una Song vuota e da lì decidere il da farsi.

Presonus Studio One 4 Professional

Secondo Passo, schermata principale

Dopo aver scelto, eventualmente, il nostro template, possiamo iniziare a fare amicizia con la schermata principale, la quale può sembrare a prima vista abbastanza complessa. Per evitare di confondere troppo le idee, il menù in basso a destra è utile per capire come districarsi tra le varie modalità di utilizzo:

  • Mix
  • Sfoglia
  • Modifica

La prima permette di avere sotto controllo, come in un mixer analogico, tutte le tracce che abbiamo, vedere quali effetti ci sono in mandata e a che livelli li stiamo tenendo; sulla sinistra possiamo definire la grandezza del menù e cosa visualizzare, devo ammettere che il tutto non è troppo difficile da capire a una prima impressione e si riesce quantomeno a non perdersi.

Le modalità rimanenti sono una per girare tra i menù dei vari loop che Studio One mette a disposizione, effetti, strumenti e i files che si vogliono importare, mentre modifica permette di modificare, appunto, la traccia tramite tagli o cancellazioni.

Ho avuto un’impressione visiva dell’interfaccia utente completa e ben gestita fin dall’inizio, senza avere necessità di dover spostare o modificare qualcosa, soprattutto nella modalità mix; molti troveranno similitudini la tipologia di workflow di Cubase, probabilmente.

Trovo molto interessante che si possa tenere sotto controllo il livello di sforzo della nostra macchina così da capire quando non “esagerare” con i nostri plug-in e la gestione degli in e out; è molto semplice, si riescono a controllare tutti i parametri con estrema facilità.

Terzo Passo, cominciamo a registrare

In questo caso, nel senso di registrazione in senso stretto, non si fa altro che armare la traccia e premere REC, dopo averla opportunamente creata con il tasto destro del mouse come in tutte le altre DAW in commercio, almeno per quanto riguarda la registrazione della sola chitarra o di strumenti non puramente digitali.

Presonus Studio One 4 Professional

Ultimo Passo, esportazione

Questa sezione richiede una minima attenzione per capire la logica di esportazione del Mixdown: infatti, è possibile esportare i file secondo i marker di tempo che possiamo scegliere noi (di inizio e fine della song), o tra i marker dei diversi loop. Non è proprio un “premi esporta e basta”, va fatta un minimo di pratica.
Ovviamente ci sono diversi formati in cui esportare il nostro audio i classici wav e mp3, a voi la scelta.

Conclusioni

Il primo approccio con Studio One non è traumatico, soprattutto per chi ha una prima infarinatura di registrazione e produzione, in questo caso parliamo della versione Professional quindi di quella al top per chi produce musica.

Esistono anche le versioni Artist decisamente più leggere in termini di risorse per la nostra macchina e anche più facili in termini di utilizzo.
Se sei alla prima esperienza e hai deciso di investire per acquistare Studio One (o semplicemente hai comprato una scheda Presonus con in bundle il software), potrai lavorare senza avere muri insormontabili, inoltre sono presenti qui su Musicoff i tutorial di Jurij Ricotti che potranno levarti ogni dubbio.

Studio One 4 quindi merita a pieni voti il premio conferitogli, riuscendo ad abbattere in maniera considerevole la difficoltà di apprendimento per essere da subito in grado di registrare con una qualità professionale. Si pone inoltre, nelle sue versioni top, come un nuovo protagonista del mondo audio, da anni fermo ad alcuni standard che forse adesso hanno davvero un valido concorrente.