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Tony Platt e i segreti del suono di Angus Young

I segreti di uno dei suoni più imitati della storia del Rock? Pochi e semplici, ma non per questo banali nè scontati: parola di Tony Platt, uno che conosce davvero molto bene l'inconfondibile overdrive delle chitarre di Angus Young, avendo lavorato come sound engineer sia in "Highway to Hell" che in "Back in Black".

Tony Platt, sound engineer sia in “Highway to Hell” che in “Back in Black“, è uno che conosce davvero bene la voce inconfondibile delle chitarre di Angus Young.

È il popolare store Reverb.com a raccontare la storia di colui che dagli anni ’70 risulta tra i produttori discografici e tecnici del suono più accreditati del panorama musicale internazionale: oltre ai già citati AC/DC, il suo nome compare infatti in alcuni dei lavori di Bob Marley, Iron Maiden, Buddy Guy, Motörhead e Gary Moore. Una storia che iniziò circa 50 anni fa, ispirata dall’incontro con i tape recorder Studer negli studi della BBC Radio 1.

A un primo impiego nei Trident Studios di Londra (dove in quel periodo transitavano personaggi del calibro di Beatles, David Bowie ed Elton John) seguì il prestigioso incarico presso gli Island Studios, prima come assistente di Brian Humphries in lavori di Roger Waters e Rolling Stones, oltre che sulla leggendaria “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin, e successivamente come ingegnere titolare; a quest’ultimo periodo risale la collaborazione con Marley in “Catch a Fire“, di cui Platt ricorda l’idea semplice e diretta di suono, senza eccessi di strumentazione.

Tony Platt e i segreti del suono di Angus Young

Tony Platt

In seguito Tony Platt abbandonò gli Island Studios per lavorare come freelance, occupandosi delle produzioni di materiale di Stranglers e Thin Lizzy, oltre che di parecchi artisti del nascente movimento Punk. In quel periodo il suo nome iniziò a essere associato al cosiddetto “British Sound“, che lo stesso Platt descrive brillantemente in questo modo: “A warm round bottom end with overdriven guitars, but still with a certain acousticness“.

E cosa ancora più importante, un suono che all’ascolto suggerisce la percezione essere stato sviluppato in un contesto dove tutti i musicisti hanno suonato insieme dal vivo mentre si registrava, a prescindere dal fatto che questa sia stata effettivamente la reale condizione di incisione o meno.

Fu allora che la sua strada si incrociò con quella della leggendaria band australiana. Il produttore Mutt Lange contattò Platt perchè lo aiutasse a caratterizzare il nuovo album degli AC/DC, “Highway to Hell”, con quel tipo di sound. Le registrazoni risultavano infatti molto asciutte, con crunch a sufficienza ma senza un’adeguata room: Platt rimediò installando alcuni diffusori Altec Lansing nello studio di mixing e utilizzando quelli come fonte di riverbero.

Il risultato è alla portata dell’udito di tutti noi:

A coloro che gli domandano come ottenere quel sound alla Angus Young, l’ingegnere risponde scherzosamente (ma forse neanche troppo): “Servono una testata Marshall, un cabinet Marshall, una Gibson SG Standard e… Angus“.

Al di là delle battute, la sua notevole esperienza gli ha insegnato che gli amplificatori Marshall sono i più adatti a riprodurre quel tipo di suono, ma è comunque fondamentale avere consapevolezza di ciò che si sta cercando di ottenere, e soprattutto dell’importanza di ogni componente, dal chitarrista alla cassa, passando per chitarra e testata.

L’articolo completo è consultabile a questo link, e vi assicuriamo che si tratta di una lettura interessante e molto istruttiva.