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BackBeat: i bassisti hanno un nuovo amico?

Amici delle corde grosse, se anche voi siete spesso frustrati dalla mancanza di riferimenti precisi di ciò che state suonando in ambienti rumorosi o scarsamente monitorati, potrebbe essere in arrivo la soluzione definitiva. Si chiama BackBeat e nasce dall'idea di un bassista per risolvere un problema da bassisti quest

Amici delle corde grosse, se anche voi siete spesso frustrati dalla mancanza di riferimenti precisi di ciò che state suonando in ambienti rumorosi o scarsamente monitorati, potrebbe essere in arrivo la soluzione definitiva. Si chiama BackBeat e nasce dall’idea di un bassista per risolvere un problema da bassisti questo subwoofer portatile a vibrazione che promette di suscitare grande attenzione e curiosità nel campo del monitoring live e in studio, anche grazie ai ragguardevoli endorsement che ha ricevuto.

Yerko Sepulveda ha trovato in BackBeat l’incontro delle sue due passioni, l’ingegneria e il basso elettrico. Afflitto dalla difficoltà di percepire il suono dello strumento in contesti affollati, ha provato ogni soluzione nota senza raggiungere il risultato desiderato, finchè si è reso conto che se fosse riuscito a sentire il basso in assoluto piuttosto che semplicemente ascoltarne il suono avrebbe risolto ogni problema senza creare difficoltà al fonico di turno.

Vari tentativi hanno infine portato alla creazione di questo subwoofer indossabile, che da quel momento è stato un inseparabile compagno di gig per Yerko. Quando altri bassisti hanno notato la novità e hanno chiesto di averne uno, l’ingegnere si è reso conto di essere di fronte a una concreta opportunità di business: ha così lasciato il suo lavoro per dedicarsi completamente alla produzione su grande scala del prodotto, il cui rilascio sul mercato è previsto per quest’anno.

BackBeat: i bassisti hanno un nuovo amico?

BackBeat

Nella sua particolarità il dispositivo si presenta estremamente semplice: due controlli di regolazione, uno dedicato alla quantità di vibrazione desiderata e l’altro al volume dell’uscita cuffie. Un input per la sorgente di suono, che sia lo strumento oppure mixer o in-ear monitor, e un output tramite il quale inviare il segnale alla catena desiderata, che sia amplificatore, effettistica o impianto; l’ingresso cuffie e l’input AUX consentono di far pratica pressochè ovunque.

Nelle situazioni live BackBeat viene semplicemente agganciato alla tracolla dello strumento, anche grazie a dimensioni e peso veramente ridotti. La batteria interna è ricaricabile e garantisce un’autonomia di circa 4 ore di normale utilizzo. Non mancheranno poi degli utili accessori abbinati, come i case da viaggio e il cavo di collegamento agli ear monitor.

La messa in produzione dell’oggetto è prevista per aprile, ma per restare aggiornati in tempo reale è opportuno seguire la campagna dedicata a BackBeat sul sito web Kickstarter.