Richard Hoover, fondatore di Santa Cruz Guitars, spiega perché le sue chitarre acustiche hanno un suono magnifico e non possono essere prodotte a basso costo.
La storia inizia più di 40 anni fa sulla costa a sud di San Francisco, quando praticamente tutti cercano acustiche di tipo dreadnought. Hoover e i suoi soci puntano subito a strumenti di alta qualità e propongono una dreadnought dal suono diverso, più bilanciata e versatile, accogliendo le esigenze di una nuova generazione di musicisti.
Al modello D segue poco dopo qualcosa di ancora più innovativo, la Santa Cruz H Model, che conserva la stessa scala su una cassa più piccola e un attacco manico inusuale al 13° tasto. Il suono è straordinario per una chitarra di queste dimensioni e il nuovo modello è destinato ad avere diverse versioni successive.
Seguiranno nel tempo, altri modelli originali, fino all’introduzione di una chitarra Tony Rice Signature basata sulla storica D-28 di Clarence White. La rilettura personalizzata della classica Martin porta grande attenzione anche dal pubblico più tradizionalista e negli anni ’80 Santa Cruz è uno dei primi produttori a riproporre il suono lineare e bilanciato del modello OM, anticipando il revival che nascerà dal vendutissimo Unplugged di Eric Clapton qualche anno dopo.
Oggi il nome Santa Cruz è sinonimo di altissima qualità senza compromessi, grazie a criteri produttivi che non concedono nulla alla massificazione né cercano i grandi numeri.
La ricetta è sempre quella di un tempo, i migliori ingredienti e la massima attenzione a far sì che ogni singola chitarra sia ottimizzata grazie all’esperienza degli artigiani raccolti intorno a Hoover.
Cosa distingue una chitarra Santa Cruz da tante altre acustiche di alto livello?
La differenza sta nel fatto che le chitarre Santa Cruz sono costruite secondo la tradizione di liuteria del violino, molto più antica di quella della chitarra con corde d’acciaio. Oggi i costruttori di chitarre steel-string sono vincolati a un target di mercato che impone formule costruttive legate a precise dimensioni, mentre Santa Cruz costruisce in relazione alle frequenze.
In questo modo l’insieme dello strumento è intonato in sé e l’armonia nell’intonazione è ciò che permette il sustain e la produzione di ricche armoniche, quel che tutti cercano in una chitarra.
Il legno non è come il metallo, non è uniforme e varia in densità nelle varie zone dell’albero.
Nella costruzione industriale, quando ci si regola solo su misure precise è come tirare sassi sulle corde di un pianoforte senza guardare: ottieni tante note diverse, ricche di volume ma raramente intonate, quindi prive di sustain e scarse in armoniche.
Noi produciamo con una qualità omogenea perché non lasciamo niente al caso.
La scelta dei legni come influisce?
Il legno influenza il suono, scuro o brillante, della chitarra e noi interveniamo per bilanciarlo lavorando su dimensioni e spessori con riferimento a una frequenza invece che ai numeri, controllando la densità di ogni pezzo di legno. Se hai del legno rigido e lo assottigli diventa più flessibile e risuonerà sulle note basse, se invece non è così rigido e lo lasci a uno spessore maggiore sarà più denso e risponderà meglio sulle note alte.
Così siamo noi a controllare la densità e le frequenze, mentre quando si produce in serie sono le misure a determinare le frequenze: per mantenere i prezzi sotto un certo livello devono rinunciare al controllo sul suono.
Quando contrapponi Santa Cruz alla produzione in serie a quali fattori ti riferisci in particolare?
Beh, iniziamo col dire che oggi è più difficile distinguere tra boutique e fabbrica, costruzione automatizzata e artigianale, la differenza non è più così netta o chiara. Quando parlo di produzione in serie intendo un modo più efficiente di costruire le chitarre e puoi trovare brand boutique che costruiscono esattamente come Taylor o singoli liutai che usano esattamente gli stessi metodi di Martin, secondo una precisa formula relativa alle dimensioni, mettendo tutto assieme con meravigliosa maestria e con materiali molto ricercati, ma per la qualità del suono hanno le stesse chance e incognite della produzione di massa.
La differenza con Santa Cruz è che noi, appunto, costruiamo con un rapporto armonico ottimale della struttura, che poi era il segreto di Stradivari, il grande maestro italiano del violino. Lui non pensava solo alle dimensioni, ma costruiva pensando alle note e componeva un violino come fosse un accordo sul pianoforte, bello, ricco, pieno di sustain e d’ispirazione mentre le frequenze prese a caso difficilmente sono intonate, armonizzate. Hanno solo… volume di suono.
Questo chiaramente comporta una grossa limitazione nel numero di strumenti che siete in grado di produrre…
Certo, abbiamo visto che è molto difficile allargare questo tipo di lavorazione oltre una certa quantità. Noi siamo open source e vengono le più grosse aziende mondiali a visitarci per vedere cosa facciamo e cercare di copiarlo ma, senza eccezioni, rimangono tutti delusi quando scoprono quel che ci vuole per produrre una chitarra dal grande suono e cioè moltissima competenza, training adeguato e, soprattutto, tempo. Con i loro numeri e in quelle fasce di prezzo non se lo possono permettere.
Una volta è venuto un produttore asiatico che vende 1 milione di chitarre l’anno e gli ho chiesto come si fa a vendere tutti quegli strumenti. Mi ha risposto che la chitarra acustica ha un suono abbastanza forte da permettere di sfruttare a fondo il marketing con un buon endorser o riferimenti opportuni di lifestyle che invogliano il pubblico. E poi mostrare i colori giusti e l’elettronica più appetibile nelle riviste… Così ne vendono tante, non importa come suonano! Quella è una considerazione secondaria.
Il nostro modello non può essere duplicato a basso costo, noi costruiamo chitarre custom per persone che qui trovano esattamente quello che cercano e sono disposte a pagare il costo di ciò che serve per produrlo.
Lo scorso anno abbiamo messo in circolazione 465 chitarre, l’80 per cento delle quali custom, le altre prevalentemente modelli per noi storici come la Tony Rice o la Brad Paisley.
Sembra comunque che nel catalogo Santa Cruz ci sia la soluzione sia per chi cerca un suono tradizionale che per chi vuole qualcosa di più moderno…
È esatto… come custom shop riusciamo ad avere una produzione omogenea di chitarre dotate sempre di un suono magnifico grazie al massimo del sustain, ad armoniche e colori veramente ricchi. È quel che tutti cercano. Oltre a questo, siamo in grado di personalizzare lo strumento secondo diversi parametri.
Se qualcuno venisse a chiedere una chitarra che suona come una Collings, non avremmo problemi, perché con lo stesso metodo che ci permette la massima omogeneità possiamo anche improvvisare e ottenere un suono diverso, se vogliamo.
Fermi restando sustain e armoniche, possiamo decidere se la chitarra proietta la sua voce più verso il pubblico o verso lo strumentista, possiamo aumentare i bassi o bilanciare il suono, renderla più brillante o scura… tutto questo si può fare per soddisfare le esigenze personali.
Il punto è che conoscendo la tradizione di liuteria del violino possiamo anche improvvisare e ottenere quel che vogliamo. Una buona analogia è con il chitarrista, che non può improvvisare efficacemente se non ha prima assimilato la struttura degli accordi. A quel punto si può veramente lanciare nel vuoto, ma ritroverà sempre la strada di casa e ci sarà sempre continuità nella capacità di comporre. Se il principiante cerca di improvvisare, invece, viene fuori solo del rumore!
È vero che a un certo punto avete sentito il bisogno di corde speciali per le vostre chitarre? (vedi articolo su MusicOff)
Non riuscivamo a trovare corde di qualità sufficiente perché le nostre chitarre suonassero al loro meglio, trovando che la tensione casuale delle corde commerciali contrastasse l’eq naturale e la voce dello strumento. La cosa che dovrebbe far pensare è che negli USA una muta di corde costa in media 10 dollari, forse 15 per quelle più esotiche, perché chi le produce si deve adeguare alle esigenze medie del mercato. Per quattro corde di violino, invece, si arriva a pagare anche 140 dollari. E allora?
Chi produce corde per violino sa che i musicisti esigono il meglio e sono disposti a pagarne il prezzo, le corde per chitarra steel-string, invece, non sono prodotte ad alti livelli qualitativi perché non pensano che ci sia un mercato ma noi ne abbiamo bisogno e abbiamo dovuto progettarle in proprio. Per questo le nostre corde sono di altissima qualità, durano a lungo non per il trattamento ma per l’accuratezza della produzione e fanno suonare meglio e più forte la chitarra, dando anche l’impressione di maggiore comodità per la mano. Sono state di grande aiuto per noi, non ne avremmo potuto fare a meno.
Gli strumenti Santa Cruz sono distribuiti in Italia da Sergio Tomassone.
Aggiungi Commento