HomeMusica e CulturaIntervisteJack Broadbent – Fenomeno o artista?

Jack Broadbent – Fenomeno o artista?

Per tutti è "l'incredibile musicista di strada che suona la chitarra blues", quello con lo strumento poggiato piatto sulle gambe e una fiaschetta di liquore che scivola sulle corde con destrezza, ma non è tutto qui.

Per tutti è “l’incredibile musicista di strada che suona la chitarra blues”, quello con lo strumento poggiato piatto sulle gambe e una fiaschetta di liquore che scivola sulle corde con destrezza, ma non è tutto qui.

Jack Broadbent - Fenomeno o artista?

I milioni di visualizzazioni di quei video caricati su YouTube dai passanti lo hanno reso famoso, ma Jack è ora passato ad altro livello. Presentato sul palco del festival di Montreux come “nuovo maestro della chitarra slide” oggi apre i  concerti di artisti come Lynyrd Skynyrd e Peter Frampton. In Italia sarà per varie date nella prima metà di novembre.

Along the Trail of Tears è il terzo lavoro di Broadbent, autoprodotto in totale autarchia come i precedenti, e offre una panoramica suggestiva di un artista cresciuto a pane e musica anni ’70 dal padre musicista. Quando non si esprime nelle galoppate ritmiche e i groove trascinanti che hanno decretato il suo successo in rete, Jack mostra nelle sue canzoni un aspetto più intimista e malinconico che ondeggia fra blues ipnotici e delicate ballad. Tutte di suo pugno le composizioni, con l’eccezione dell’efficace cover di “On the Road Again” dei Canned Heat.
Dietro la voce fragile le sue chitarre e la grande padronanza tecnica che è il suo marchio di fabbrica, soprattutto con la slide.
La scommessa da verificare è tutta nel futuro, sulla capacità di superare definitivamente il “fenomeno” nel corso di una maturazione artistica in piena corsa. È questo il banco di prova per un artista che al momento ha la sua forza principale nelle performance live.

Jack Broadbent - Fenomeno o artista?

Com’è l’accoglienza del pubblico dei concerti per un artista etichettato come “fenomeno YouTube”?

È fantastica, ho sempre fatto molte serate e ora mi sembra buffo essere descritto in quel modo. Penso sia un buon modo per diffondere la tua musica ma non è mai stata una scelta precisa. È andata così semplicemente a causa dell’interesse per il busking e la gente che filmava e caricava i suoi video in rete.
È meraviglioso aver stabilito un contatto con così tanta gente in tutto il mondo e questo ha portato il pubblico ad aumentare sempre di più negli spettacoli.
La reazione della gente è stata veramente stupefacente. Ho passato un periodo fantastico quest’anno suonando per la prima volta negli USA.

Com’è il mondo del busking oggi? Ti capita ancora di suonare in strada?

Beh, mi scappa sempre un sorriso quando vedo qualcuno lì al freddo e al gelo che suona come un pazzo. L’ho fatto per così tanti anni che ora sento di aver ben meritato un periodo di riposo! Se e quando lo faccio, ora, è puramente per la gioia di comunicare di nuovo in quel modo con la gente. È una bella sensazione ed è molto utile per affinare le proprie capacità musicali.

Jack Broadbent - Fenomeno o artista?

Il tuo nuovo CD è completamente autoprodotto come i precedenti? Lo vendi solo online e nei concerti o c’è anche una distribuzone ufficiale?

Sì, il mio nuovo album è ancora una vola auto-prodotto, auto-finanziato, etc. È disponibile su iTunes, Bandcamp e Spotify, ma le copie fisiche si posson comprare online e agli spettacoli.
Non riesco a immaginarmi pubblicato da un’etichetta. Mi piace troppo la libertà di fare da solo le mie scelte. In questa epoca trovo triste pensare a tutta la gente che è ancora lì ad aspettare e penare per un contratto con una major, quando potrebbero semplicemente continuare così e pubblicare da soli i loro lavori. È così semplice e tanto più gratificante.

Il riverbero che sentiamo nelle registrazioni è quello dello Zoom H4n che hai usato o è stato aggiunto in seguito?

È stato registrato tutto con l’H4n e lasciato così com’era. Tutti gli effetti e i riverberi sono stati usati in diretta. Non c’è stata alcuna post-produzione ed è questo che volevo. Sono i miei piccoli diari di viaggio. Attimi nel tempo.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento come chitarrista e songwriter? Qual’è il tuo background?

Non ho veri punti di riferimento, ci sono solo cose che mi hanno colpito nel corso degli anni. Ovviamente amo il vecchio blues del Delta e il primo blues elettrico, ma ho anche una profonda passione per gli artisti acustici di spicco e per la musica folk. Ho sempre pensato che mi piace la “buona” musica a prescindere dal genere , che sia rock, blues, jazz o classica. Di solito funziona qualsiasi cosa che abbia dentro un po’ d’anima e passione!

Come hai sviluppato la tua tecnica nel suonare la chitarra in orizzontale (lap-style) usando la tua fiaschetta? Fra l’altro, è piena? Sorry, non ho resistito…

Questo stile di chitarra mi è letteralmente caduto in… grembo (lap, in inglese). Sorry, neanch’io ho resistito!
Ho iniziato a trafficare con la slide molti anni fa e ho capito presto che preferivo tenere la chitarra in quel modo. Era semplicemente la cosa più giusta per me.
Ho usato ogni tipo di oggetto strano e divertente come slide finché alla fine non ho trovato pace con la  mia fiaschetta. Anche qui non si è trattato di una scelta cosciente, ma di qualcosa che – una volta provato – si è dimostrato funzionale. Dopo qualche anno di uso, la superficie del lato che uso per suonare si è riempita di graffi e dopo di questo nient’altro potrebbe più rimpiazzare quel suono o quella dinamica. Mi piace.

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Suonando perlopiù da solo hai sviluppato uno stile molto enfatizzato nella parte ritmica. Se suoni con un batterista devi modificare il tuo approccio?

Quando suono con dei batteristi di solito succede che l’elemento percussivo mi viene sostanzialmente portato via. Ovviamente, posso ancora influenzarlo in maniera importante, ma la mia passione è sempre stata il ritmo, il portare un groove; mio padre è un bassista per cui è da lui che ho preso la malattia! Preferisco suonare da solo o al massimo con un bassista, poiché sento che posso essere più dinamico.

Che tipo di chitarre usi principalmente?

Mi piacciono le vecchie Hofner. Mi piace la sensazione che danno quando le suoni, il classico design con le “effe” e comunque il loro suono. Ne ho due che porto con me in tour, una Hofner Congress e una Hofner Senator, tutt’e due del 1965.

I tuoi progetti?

In questo momento sono in tour in giro per il mondo. In effetti, sto rispondendo alle tue domande su un aereo che mi porta dalla Cina alla Nuova Zelanda! È anche un volo un po’ movimentato e non è facile scrivere!
Quanto ai nuovi progetti, lavoro sempre a nuovo materiale per il prossimo album. Ultimamente, ho selezionato diverse registrazioni live dai tour di quest’anno e sono molto motivato a pubblicarne alcuni. Mi piace l’idea di portare la vibrazione del live in un disco e ho sempre amato gli album dal vivo. Vi potete aspettare sicuramente qualcosa del genere nel prossimo futuro.

LE DATE DI JACK BROADBENT IN ITALIA