Il CBGB & OMFUG Festival è molto più di un semplice evento musicale: è un richiamo alle radici del punk, un omaggio concreto allo spirito ribelle, sporco e autentico che ha trasformato un locale malandato del Lower East Side in un’icona mondiale del rock.
E oggi, quel fuoco si riaccende nel cuore di Brooklyn, sotto l’asfalto e le travi del Kosciuszko Bridge, dove un’intera giornata celebra mezzo secolo di controcultura.
Sotto il ponte, sopra le regole: una giornata al festival
Nel parco “Under The K Bridge”, situato nella zona industriale di Greenpoint, il CBGB Festival mette in scena un’esperienza immersiva su tre palchi, con 21 band e una selezione musicale che attraversa decenni di fermento alternativo.
Si comincia alle 15 con la musica già sparata a volume massimo e nessuna pausa prevista fino a notte. Il tutto è incastonato in un contesto che riflette alla perfezione l’essenza del CBGB originale: cemento, graffiti, lamiera e la skyline di Manhattan sullo sfondo.
In cartellone troviamo nomi pesantissimi come Iggy Pop, i Sex Pistols, Jack White e Johnny Marr, accanto a nuove leve del punk come Soul Glo, YHWH Nailgun, The Linda Lindas, Lambrini Girls e Lip Critic.
L’obiettivo è dichiarato: unire le voci del passato con quelle che stanno costruendo il futuro del punk.
Ma il festival non è solo musica. Tra uno stage e l’altro si trovano installazioni interattive dedicate alla storia del CBGB, bancarelle con merchandise d’epoca e contemporaneo, e una selezione di street food e bevande locali. Un’esperienza pensata per tutti gli “Uplifting Gourmandizers”, come li definiva Hilly Kristal.
CBGB: da sigla a leggenda
Nato nel 1973 al numero 315 di Bowery Street, nel cuore di un quartiere degradato popolato da flophouse e veterani sbandati, il CBGB prende il nome da un’intenzione iniziale che non ha mai visto la luce: Country, Bluegrass e Blues.
A farlo diventare un tempio del punk fu però l’apertura verso l’originalità, la scelta precisa di dare spazio solo a musicisti che scrivevano musica propria, indipendentemente dalla tecnica o dalla fama.
Kristal, con una lucidità quasi profetica, capì che stava nascendo qualcosa di nuovo. Il CBGB fu teatro dei primi concerti di Ramones, Television, Talking Heads, Blondie, Patti Smith Group.
Luogo sporco, angusto e infestato da odori canini, ma anche epicentro di un movimento che avrebbe travolto l’industria musicale e ispirato generazioni di outsider.
Negli anni ’80, fu la volta dell’hardcore punk, con band come Agnostic Front, Cro-Mags, Youth of Today e Sick of It All. Nei ’90 arrivarono anche grunge e metal, tra cui Green Day e persino i Guns N’ Roses.
Il club chiuse definitivamente il 15 ottobre 2006, con un concerto di Patti Smith, simbolico quanto struggente. Kristal portò via tutto: palco, arredi, persino i bagni. Voleva ricostruirlo a Las Vegas, ma morì l’anno seguente. Oggi, al suo posto, un negozio di abbigliamento mantiene in parte intatte le pareti originali. Ma lo spirito? Quello vive ancora, e fa rumore.
Qualche anno fa, noi stessi abbiamo fatto una visitina nella location dell’ex locale, oggi negozio di vestiti (pur sempre rock, ma non poco costosi). Ecco il nostro video:
Non solo nostalgia: un’eredità viva
Il CBGB Festival non è una celebrazione nostalgica. È un ponte – in tutti i sensi – tra il passato e il presente.
“Chi suonerebbe oggi al CBGB?”, si chiedono gli organizzatori. La risposta è in un palco condiviso da icone e nuovi combattenti, in un evento che riconosce il valore dell’indipendenza creativa, della rabbia canalizzata in distorsione.
In un’epoca in cui i club vengono sostituiti da piattaforme digitali e gli amplificatori da algoritmi, il CBGB Festival è un grido collettivo per ricordare che il punk non è mai stato una moda, ma un modo di stare al mondo (o contro il mondo…).
Recents Comments