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Sigur Rós – Valtari

A meno che non siate dei tipi che si dilettano nel rubare le caramelle ai bambini, o comunque cose simili, è molto difficile che restiate indifferenti alla maggior parte delle atmosfere che i Sigur Rós hanno creato negli ultimi quindici anni. Un gruppo sublime, che con album come “Ágætis byrjun”, "( )" e "Takk.

A meno che non siate dei tipi che si dilettano nel rubare le caramelle ai bambini, o comunque cose simili, è molto difficile che restiate indifferenti alla maggior parte delle atmosfere che i Sigur Rós hanno creato negli ultimi quindici anni. Un gruppo sublime, che con album come “Ágætis byrjun”, “( )” e “Takk…” ci ha portato in mondi di una bellezza utopica, di puri sentimenti, e tanto è il valore della loro arte che risulta difficile anche solo immaginare che ci propongano qualcosa di veramente pessimo. Dopo i paesaggi bucolici e soleggiati di “Með suð í eyrum við spilum endalaust“, i Sigur Rós ci hanno fatto attendere ben 4 anni; un tempo dedicato a limare il superfluo, lasciando solo l’essenziale. “Valtari” è un album molto più complesso del precedente proprio perché minimale: pochi elimenti, sceltissimi, creano degli equilibri delicati che una qualsiasi aggiunta rischierebbe di rompere. L’album predilige le parti strumentali, con la seconda metà che lo è completamente; le atmosfere sono eteree e lente, difficili da cogliere per i meno pazienti o in particolari stati d’animo. Ma provate ad ascoltarlo in un momento di tranquillità, prima di andare a dormire magari, quando siete nel vostro letto e tutto è spento e immobile intorno a voi. Sola una cosa continua a scorrere, ma non potete farci nulla: il tempo.
Questo tempo non è nudo, ma arredato con cura dai Sigur Rós; il buio si colora di bellezza, dolore, passione, pace e speranza con lo scorrere delle canzoni. Dimenticherete ciò che vi circonda per un’ora e vivrete l’esperienza di un soffice limbo angelico  Chi li conosce sa bene che si tratta di sensazioni a cui i Sigur Rós ci hanno già abituato; niente di così originale e a dire la verità neanche creativo ed ispirato quanto i lavori precedenti. Il minimalismo rende questo lavoro particolarmente vicino al progetto solista di Jónsi e il suo compagno Alex Somers, con l’album “Riceboy Sleeps”, dimostrando ancora una volta la grande influenza del cantante nella fase compositiva della band islandese. Ma è ingiusto per questo sminuire la qualità emotiva di “Valtari”, un album estremamente omogeneo e ricco di momenti preziosi come la delicata tensione di “Ekki múkk”, la dolce semplicità di “Fjögur píanó” e soprattutto l’incantevole “Varúð”, che non esagero a definire una delle canzoni più belle che abbiano mai scritto. Sicuramente non è il loro lavoro migliore, ma “Valtari” racchiude delle cose bellissime. Certo, si tratta proprio dell’ennesimo album lento e noioso dei Sigur Rós… ma è esattamente quello che ci piace!Tramite gli appositi player soundcloud, tratti dal sito ufficiale della band, potrete ascoltare alcuni estratti dalla loro discografia. Il primo player contiene il singolo estratto da Valtari “Ekki mùkk”, mentre il secondo è una selezione di tre brani tratti dall’album live “Inni” uscito nel 2011. Il terzo ed ultimo player permette di ascoltare quattro tracce del disco “()”, conosciuto anche come “Svigaplatan”, terzo album della discografia del gruppo.”Ekki múkk”
“Inni”
“( )”
Genere: Post-rock, ambientLine-up:
Jón Þór “Jónsi” Birgisson – voce, chitarra, tastiere, armonica, banjo, basso 
Georg “Goggi” Hólm – basso, metallofono, tastiere
Kjartan “Kjarri” Sveinsson – sintetizzatori, tastiere, piano, organo, chitarra, flauto, oboe, banjo
Orri Páll Dýrason – batteria, tastiereTracklist:
1. “Ég anda”
2. “Ekki múkk
3. “Varúð” 
4. “Rembihnútur” 
5. “Dauðalogn”
6. “Varðeldur”
7. “Valtari” 
8. “Fjögur píanó“Francesco “Forsaken_In_A_Dream” Cicero