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Dal Meridione all’America a colpi di Blues

Che si tratti di Italia o di Stati Uniti, è pur sempre il Sud a fungere da emozionante cornice espressiva del progetto musicale di cui vi parlo oggi.

Perché scomodare paragoni geografici che musicalmente parlando possono risultare persino incoerenti?
Il motivo è semplice. Quello composto da Angela Esmeralda & Sebastiano Lillo è un duo profondamente radicato nel Meridione italiano (più precisamente nella bella Puglia), ma che affonda la propria anima artistica nelle suggestioni musicali del Blues e del Soul d’oltreoceano.

È sulla scorta di questo contaminato bagaglio di esperienze che nel 2014 l’accoppiata in questione ha pubblicato un disco dal rappresentativo titolo Deltasoul, l’oggetto di questo piccolo approfondimento.



Un album che si poggia forte su tre caratteristiche fondamentali: ispirazione, talento ed essenzialità. Partiamo dalla prima: come anticipato, il contenuto del disco prende profondamente spunto dalla scena musicale americana d’altri tempi, caratterizzandosi in particolare per dei forti richiami alle atmosfere delta blues, la cui freschezza è stata tutt’altro che sminuita dal secolo trascorso e che viene qui rinforzata da un’interpretazione modernizzata quel tanto che basta.

Il talento messo in campo è innegabile, perché la voce di Angela si fa trovare su ottimi livelli da un punto di vista strettamente tecnico, riuscendo al tempo stesso a emozionare quanto a intensità espressiva (è qui che la componente soul si manifesta nella sua intrigante prepotenza).
Dal canto suo, Sebastiano si rivela chitarrista abilissimo sotto tutti gli aspetti che rendono giustizia al seicordista dalla vocazione blues, nonché dotato di un apprezzabile gusto arrangiativo che si incastra in maniera efficace con il contributo della voce.

Ho volutamente lasciato in chiusura il terzo “pilastro” di questo disco, vale a dire l’essenzialità. E l’ho fatto perché credo che questo aspetto sia la forza trainante di Deltablues.
L’album fondamentalmente si struttura sul massiccio contributo di voce e chitarre, con qualche piacevole intervento di tastiere e una sezione ritmica dalla presenza discreta ma affidabile: è quindi opportuno rimarcare il valore di un lavoro che si presenta così profondamente credibile nonostante non sia il risultato di un’incredibile sovrapposizione di contributi differenti.

È probabilmente in questo aspetto che si riscontra in pieno la filosofia del progetto, descritta efficacemente nell’impressum del duo con l’espressione “una chiave di lettura intensa, nuda e cruda“.