Nel percorso sterminato del jazz, pochi capitoli restano affilati come quelli scritti da John Coltrane nei primi anni ’60.
A quell’epoca cruciale guarda il nuovo cofanetto John Coltrane: 1960-1964 Mono, pubblicato nella serie Rhino High Fidelity (già in pre-order), un’edizione limitata e di altissima qualità (mastering e stampa) pensata per chi vuole riscoprire quei dischi nella loro forma migliore.ù
Parliamo di una tiratura numerata di 2000 copie, tutto nasce da un’idea semplice: riportare alla luce l’esperienza sonora originale con cui questi album arrivarono sulle piastre dell’epoca.
Le nuove edizioni vengono infatti tagliate in AAA dai master mono originali, un lavoro affidato a Kevin Gray, tra gli ingegneri più stimati nel campo del vinile audiophile.
Un box costruito come un oggetto d’arte
Il cofanetto sfoggia una serie di accorgimenti che puntano sull’attenzione al dettaglio. I vinili (180 grammi) sono inseriti in copertine gatefold lucide che recuperano le rare versioni francesi degli album, mentre all’interno campeggiano le grafiche originali statunitensi, quasi un doppio strato di memoria visiva.
Il tutto trova posto in un box rivestito in tela sierra, con dettagli in lamina metallica.
Completano la raccolta una selezione di fotografie rare e note di copertina curate da Syd Schwartz, che contestualizzano le session e il momento storico in cui Coltrane stava tracciando un nuovo alfabeto per l’improvvisazione. L’edizione è riservata alla vendita diretta e limitata a due copie per acquirente, dettaglio che conferma la vocazione da oggetto da collezione.
I 6 album che hanno cambiato il linguaggio del jazz
Il cuore del box è la sequenza di dischi incisi per Atlantic: Giant Steps, Coltrane Jazz, My Favorite Things, Olé Coltrane, Coltrane Plays The Blues e Coltrane’s Sound. Sei tappe che raccontano un artista in piena trasformazione, capace di coniugare rigore armonico e libertà improvvisativa con una naturalezza che, ancora oggi, fa scuola.
Riascoltati in mono, questi lavori mettono in risalto la compattezza dei gruppi che ruotavano attorno al sassofonista. La scelta monofonica, spesso liquidata come un vezzo per audiofili, diventa invece un modo per riportare al centro la dimensione d’insieme: il sax che avanza come un narratore principale e la sezione ritmica che sostiene, provoca e talvolta spinge oltre i limiti del consueto.
Un centenario che avvicina nuove riflessioni
Il 2026 segnerà il centenario della nascita di Coltrane, e questo cofanetto apre idealmente le celebrazioni per una figura che ha segnato in profondità il linguaggio della musica afroamericana.
Le sue incisioni Atlantic rappresentano un ponte tra tradizione e ricerca, il momento in cui l’artista affina gli strumenti espressivi che porteranno ai lavori spirituali della maturità.
Coltrane continua a essere un riferimento perché ha saputo riformulare le domande stesse su cosa significhi improvvisare. Riascoltare oggi questi sei album in una veste filologica non è un esercizio di nostalgia, ma un modo per seguire da vicino la traiettoria di un musicista che, in quegli anni, stava riscrivendo il vocabolario del jazz con una determinazione rara.
Vale ancora la pena ascoltare i dischi MONO?
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