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Hendrix e dischi postumi: un live che merita l’ascolto

18 maggio 1968, un Jimi Hendrix in ottima forma e in piena estasi creativa sale sul palco del Miami Pop Festival per una performance strabiliante. Il concerto viene registrato, ma i nastri vengono riscoperti e pubblicati solo 45 anni dopo...

18 maggio 1968, un Jimi Hendrix in ottima forma e in piena estasi creativa sale sul palco del Miami Pop Festival per una performance strabiliante. Il concerto viene registrato, ma i nastri vengono riscoperti e pubblicati solo 45 anni dopo

Se dovessimo tenere il conto di quanti dischi postumi e bootleg vari sono stati pubblicati dopo la morte di Jimi Hendrix, della quale pochi giorni (18/09) fa è stata la ricorrenza, davvero rischieremmo di perdere il conto.
E tra i tanti, non sono poi moltissimi quelli che andrebbero consigliati come realmente necessari e fonte di ottimi ascolti. Questo un po’ per rispetto dell’artista stesso, che magari aveva scelto di non diffondere alcune opere “grezze” per precisi motivi.
Un po’ perché, spesso, si assiste alla diffusione di opere che non restituiscono un decente ascolto audio o nelle quali l’artista stesso non era propriamente al massimo della forma. 
Chi conosce Hendrix sa bene quanto, soprattutto i suoi live, dipendessero dall’umore del chitarrista, da problemi tecnici sul palco (che all’epoca erano tutt’altro che rari) o… da altre cause…

Ma ok, diciamocelo, per i fan sfegatati dell’icona della chitarra elettrica, ogni singola uscita rappresenta comunque un tassello nel puzzle per allargare la discografia che non ha potuto estendersi nel tempo quanto avrebbe meritato.

Parlando di questa performance al Miami Pop Festival, beh in questo caso c’è di che essere soddisfatti. Abbiamo un Hendrix in gran forma, in un periodo d’oro per la sua carriera. Abbiamo una ripresa decisamente godibile (e di qualità crescente nel corso dei brani, forse per piccoli aggiustamenti in corsa sul banco mixer), sempre rapportata a quelli che erano i limiti di ripresa live dell’epoca. E infatti, abbiamo l’inseparabile fonico Eddie Kramer nei credits, una vera e propria istituzione del rock anni ’60/’70.
Fu Hendrix Stesso, nel bel mezzo delle registrazioni di Electric Ladyland, a chiedere a Kramer di andare con lui per registrare la live performance. Tra l’altro, nonostante la pubblicazione pochi mesi prima di Axis Bold As Love, la scaletta scelta dal gruppo continuò a concentrarsi sul primo disco, Are You Experienced?.

Infine, nel caso del remastering in analogico, abbiamo Bernie Grundman, un nome assai amato dagli audiofili e uno dei tecnici principali (non sono poi moltissimi…) tra coloro che oggi si occupano di riprendere in mano le vecchie bobine a nastro.

Jimi Hendrix Miami Pop Festival

Il disco in vinile viene riproposto in queste settimane anche in edicola da una collana dedicata al Rock, quindi avete diverse occasioni per trovarlo. Ma se il vinile non vi interessa, tranquilli, lo troverete anche in CD e, manco a dirlo, in streaming sui principali canali.

Per chi non lo sapesse, il Miami Pop Festival fu il primo grande evento musicale della costa est americana e fu il frutto dell’idea di Michael Lang, che l’anno successivo avrebbe organizzato il Festival di Woodstock, simbolo della controcultura giovanile e, in particolare nel nostro caso, uno dei principali palcoscenici dove è stato plasmato il mito hendrixiano.

I nastri del Miami Pop Festival furono ripescati solo dopo 45 anni e la prima edizione del disco è del 2013, in contemporanea al documentario Here My Train A Comin’ che ripercorre la storia di Jimi e racchiude interviste a molti personaggi di spicco, tra i musicisti che hanno fatto parte delle sue band e altri illustri colleghi come Paul McCartney o Billy Gibbons.

Jimi Hendrix Miami Pop Festival

Curiosità: la maledizione di Michael Lang – basti ricordare Woodstock – sembrava essere proprio la pioggia. Difatti le performance della domenica furono cancellate, compresa una di Hendrix, da una pioggia torrenziale abbattutasi su Miami. 
Interessante la testimonianza per cui Jimi sarebbe ripartito con la sua limousine e nel viaggio avrebbe appunto su un foglio di carte i primi versi di “Rainy Day, Dream Away“, canzone poi apparsa sul suo ultimo album studio di lì a poco.