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Bernie Dresel e l’arte della batteria in Big Band

Bernie Dresel e l'arte della batteria in Big Band - Un veterano non smentisce la sua classe anche in grandi jazz ensemble

Alla testa della sua BBB, il veterano batterista offre in Bern Bern Bern una prova superlativa di come debba suonare la batteria in una grande orchestra.

Dopo l’entusiasmante Live n’ Bernin del 2016 il batterista e band leader Bernie Dresel porta la sua BBB in studio per realizzare il secondo album della sua orchestra jazz, pubblicato dalla DIG•IT Recordings su CD, Pure Audio Blu-ray Disc, vinile e in digital download.

Bernie Dresel

Il nome di Bernie Dresel non suona certo sconosciuto agli appassionati di batteria, e più in generale a tutti gli amanti delle grandi formazioni orchestrali di jazz.
Laureatosi alla prestigiosa Eastman School of Music, nel 1983 si trasferisce a Los Angeles, dove ben presto diventa uno dei musicisti più impegnati negli studi di registrazione, oltre che dal vivo (davvero impressionante la lista delle colonne sonore di film, serie televisive e videogiochi cui ha prestato le sue bacchette).

Dal 1992 al 2006 dietro piatti e tamburi nella Brian Setzer Orchestra, dal 1999 al 2015 Dresel ha contemporaneamente tenuto i comandi ritmici della Big Phat Band di Gordon Goodwin, per la quale ha anche firmato alcuni fortunati metodi didattici minus drums.
Divenuto un musicista di riferimento nel campo del batterismo in Big Band contemporaneo, Dresel si è aggiudicato diversi referendum di riviste specializzate quali Modern Drummer o Drum! Magazine e nel 2015 ha creato una sua orchestra jazz.

Composta da 16 professionisti della scena losangelina, la Bernin’ Big Band si caratterizza per la rinuncia al pianoforte in favore della chitarra elettrica (Andrew Synowiec) come principale strumento melodico/ritmico.
Ciò garantisce all’ensemble un sound più contemporaneo, dinamico ed energico, pur se sempre inconfondibilmente orchestrale.

Tutti originali gli arrangiamenti (notevoli quelli di “A Night In Tunisia” e “Body & Soul” a firma del trombettista Jeff Bunnell e quello di “The World is a Ghetto” affidato ad Andrew Neu) e ben nove sui 14 totali i brani composti per l’occasione.
Tra questi ultimi si distinguono quelli scritti dal trombonista James McMillen, pensati per mettere in risalto il virtuosismo del leader, quali i fast swing di “BBB Opener” e “The Summit” e il jungle style di “Bern Bern Bern”. 

Non mancano incursioni in territori e ritmiche diversi, dal latin-rock di “Suite B” al funk di “Got Groove” e “New Dell Inn” al rockabilly di “Zuit Soot”, con il contrabbasso slappato di Johnny “Spazz” Hatton in bella evidenza.
Una big band che ricorda molto le ultime formazioni di Buddy Rich per la scelta del repertorio e, perché no, per l’indiscutibile talento del leader, spesso e mirabilmente al centro dell’attenzione con il suo prorompente drumming.