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Muddy Waters, il padre del blues

Nella contea di Issaquena, sulle rive del Mississippi, nasce McKinley Morganfield. Dopo la morte della madre, avvenuta solo 5 anni dopo, viene cresciuto dalla nonna, Della Grant.

È lei che, vedendolo sempre giocare nel fango, gli dà il soprannome di Muddy Waters, acque fangose, proprio come quelle dell’amato Mississippi.

Affascinato da Son House e Robert Johnson, due grandi musicisti assai popolari in quei tempi nel sud degli States, Muddy Waters si avvicina al blues. Impara a suonare chitarra e armonica, si trasferisce a St. Louis dove viene scoperto dal celebre etnomusicologo Alan Lomax.

Quando si sposta a Chicago, diventa una leggenda.

Per molti, Muddy Waters è il Padre del Blues elettrico; per tutti, è uno dei personaggi più influenti della storia del rock. I Rolling Stones prendono il loro nome da una sua canzone, i Cream di Eric Clapton rivitalizzano il suo grande classico “Rollin’ And Thumblin’”, e anche la mitica “Whole Lotta Love” dei Led Zeppelin è ispirata a un suo brano. Angus Young (chitarrista degli AC/DC) lo ha sempre considerato il suo più grande idolo così come moltissimi altri musicisti di generazioni diverse.

In costante equilibrio tra sacro e profano, tra spiritualità e carnalità, le canzoni di Muddy Waters sono spesso venate da una conturbante sessualità: come la esplicita “I Got My Mojo Working” e l’ipnotica, ammiccante “Hoochie Coochie Man”.