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Il palco come specchio e maestro del musicista

Viaggio emotivo, consapevolezza ed evoluzione di un musicista.

Suonare uno strumento non è soltanto una questione tecnica ma, come ben sappiamo, c’è dentro un complesso mix di emozioni e comunicazione; più sarà strutturata la nostra preparazione, più sarà possibile veicolare nel “giusto” modo un messaggio che vogliamo comunicare.

Sembra quasi un’equazione eppure, quelle prime volte su un palco, sembrano sovvertire tutte le leggi che, fino a quel momento, ci avevano fatto credere di essere immuni a tutto ciò che va oltre il “semplice” suonare.

Il primo palco, la prima esibizione, la ricordo benissimo: andai a sostituire il mio maestro ad un evento nella villa comunale di un paese limitrofo al mio.
Passai giorni e giorni a studiare, provare e perfezionare il brano che avrei dovuto suonare: “On Every Street” dei Dire Straits.

Mark Knopfler è sempre stato uno dei miei idoli, uno di quelli che svetta su tutti e, infatti, quel brano mi piaceva così tanto che mi venne naturale immergermi e studiarlo a fondo.

Arrivò il giorno dell’esibizione, sentivo una sensazione mai provata prima: un misto tra paura, ansia, eccitazione. Tuttavia, questo “antipasto” emotivo fu nulla quando scoprì di dovermi esibire, nella mia prima volta sul palco, davanti a cinquecento persone.
Avevo paura a varcare la tenda che mi separava dall’essere al centro dell’attenzione. La mia mente era un via vai di: “E se sbaglio?”, “Chissà cosa penserà la gente”, “Com’è che si faceva quel passaggio prima dello strumentale?”, “Forse ho corso un po’ troppo”.

Proprio così, il palco ti schianta immediatamente nella realtà, nel qui e ora. Ogni tua azione genera una conseguenza reale, tangibile, istantanea, togliendoti dall’idealità del provare e riprovare qualcosa fin quando viene bene; ti mette a nudo, emotivamente; amplifica qualsiasi sensazione ed emozione; ti svuota e ti riempie allo stesso momento.

Quella prima volta mi lasciò dentro qualcosa che mi porto tutt’ora prima di ogni concerto, una delle sensazioni più belle che abbia mai provato. Un po’ come quando da piccoli eravamo in attesa di un regalo che già conoscevamo, ancora da scartare; quel brio che condisce l’attesa di un momento che resterà impresso nella nostra memoria. Se proprio dovessi fare un parallelismo emotivo, soggettivo, lo farei proprio pensando a questo.

È chiaro che, partendo con questi presupposti, suonare su un palco dia la possibilità di intraprendere un lungo viaggio dal quale possiamo trarre insegnamenti di vitale importanza, per la nostra vita personale e musicale.

Tutto questo ha abbattuto molte mie resistenze interne, mi ha messo alla prova. Ero un tipo che tendeva a rintanarsi nella propria routine, nella propria camera.
Suonare dal vivo, andare in tour, mi ha dato la possibilità di condividere strada, chilometri, note ed emozioni con persone che diventano casa anche a migliaia di chilometri dalla propria “base”; le parole chiave sono sempre state: passione ed emotività.

Dentro tutto questo ci sono innumerevoli spunti professionali, fondamentali per la crescita di qualsiasi musicista: imparare a guardare il resto della band, rimediare ai propri errori in maniera creativa, capire come reagisca il pubblico ad una proposta musicale, ad un momento colloquiale; discutere delle cose da migliorare a fine serata e riportarle in sala prove per poter dare sempre una migliore versione di se stessi; imparare ad essere imprenditori di se stessi e gestire le fatiche tecniche di uno spettacolo.

Il palco non è solo esibizione. Il palco è uno spazio, uno strumento, che ci consente di elevarci come persone e professionisti, che sia in club, in un festival o, semplicemente, il nostro spazio per strada.
È come un foglio bianco, un filtro emotivo, pronto ad accogliere (e trasmettere) i colori e le forme che riusciamo a veicolare attraverso il nostro strumento musicale, senza il quale mancherebbe un’importante parte di consapevolezza e di esperienza per chiunque voglia approcciarsi a ciò che c’è oltre alla superficie di questo meraviglioso mondo che è la musica.

Cover Photo by Bengt Nyman - CC BY 4.0



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