HomeMusica e CulturaArtisti - NewsNorman Cook, Pizzaman, sì insomma: Fatboy Slim

Norman Cook, Pizzaman, sì insomma: Fatboy Slim

Spegne oggi le candeline, facendoci sentire un po’ più vecchi, uno dei DJ più famosi al mondo, uno di quelli però che sanno suonare davvero: Fatboy Slim.

Si rincorrono spesso le battute, in particolare in questi giorni tramite alcuni meme, secondo cui se un DJ “suona” allora “io sono un regista perché guardo film” ecc. 
Ovvio, la cosa ci strappa sempre un sorriso, anche se a onor del vero è una presa in giro di un’intera categoria che poi, se presa troppo seriamente, non ci farebbe molto onore (meglio pensare a quello che riusciamo a suonare noi di quello che fanno gli altri…).
Anche perché, esiste chi produce da zero musica elettronica e la porta in giro in vesti di DJ, ma utilizzando brani e composizioni che partono comunque dal punto di vista di un musicista.

Fatta questa banale (si spera) introduzione, ecco che oggi festeggiamo il compleanno di un personaggio che ha in sé entrambe le anime in gioco: quella del disc jokey e quella del musicista.
E quando pronunciamo quest’ultimo titolo non lo stiamo dicendo solo perché è un produttore musicale, ma perché Fatboy Slim, all’anagrafe Quentin Leo Cook, ha iniziato la sua carriera come bassista, oltre che come DJ.

La sua prima band si chiama Housemartins e la fonda con il compagno di college Paul Heaton. A meta anni ’80 il gruppo viene messo sotto contratto da un’etichetta e sforna un singolo di successo intitolato “Caravan of Love”, una cover degli Isley Brothers.
La band però si scioglie e parte di essa fonda i The Beautiful South. Il futuro Fatboy Slim non fa parte però di questa formazione, che resterà attiva addirittura fino al 2007.

Già, “Fatboy Slim”. Prima di arrivare a questo nome d’arte, il nostro Quentin passa sotto diversi pseudonimi, dall’adattamento del nome a Norman Cook al risibile “Pizzaman“, nome con il quale firma un album di musica house in duo con John Reid.
Il nome definitivo lo sceglie quando finalmente, nel 1996, decide di iniziare una carriera solista. Lui racconta inizialmente di averlo preso da un vecchio bluesman americano, ma è una frottola. Così come ne racconterà molte altre fino ad affermare lui stesso “Ho detto così tante bugie su questo nome negli anni che neanche mi ricordo la verità. È un semplice ossimoro, un qualcosa di ironico che mi sta bene addosso“.

Il primo album arriva sotto la protezione di un grande nome della musica elettronica, i Chemical Brothers, e non stupisce che il titolo sia Better Living Through Chemistry. È preso da una vecchia pubblicità americana che consigliava il valium come clamante per bambini un po’ troppo agitati, in più la parola Chemistry ha a che fare con i mentori appena citati, in più… beh diciamo che il titolo si presta a molte, varie, interpretazioni…

Non sarà l’ultima volta che Fatboy Slim prenderà in prestito slogan per i titoli dei suoi album. Farà infatti lo stesso con You’ve Come a Long Way, Baby tratto dalle promo delle sigarette Virginia Slims.
Sono gli anni del successo planetario. Tutti lo applaudono, tutti lo vogliono. Lo vuole Madonna, lo vogliono i Beastie Boys e tantissimi altri. La sua attività come produttore è di pari successo a quella di artista, senza contare che dall’inizio si appoggia all’etichetta di sua proprietà, la Skint Records.

Anche in ambito di video musicali balza in cima alle classifiche di gradimento grazie allo stupendo lavoro che accompagna il brano “Weapon of Choice“: nel videoclip c’è un ipnotico Christopher Walken che inaspettatamente si scatena in un balletto che chiunque a cavallo del nuovo millennio ha provato ad imitare almeno una volta (non mentite!).

Si dedica anche a progetti di spessore e inusuali, come quello sviluppato con David Byrne (Talking Heads), un musical che ruota intorno alla storia di Imelda Marcosa, la moglie del dittatore filippino Ferdinand Marcos.
Ed è con David Byrne che adopera l’ennesimo pseudonimo, fondando nel 2008 il progetto The BPA (The Brighton Port Authority). 

Oggi Fatboy Slim non è solo un DJ, la sua opera musicale ha messo insieme generi e stili molto diversi riuscendo ad entrare nelle orecchie tanto del ballerino del sabato sera quanto del rocker incallito, grazie a delle scelte che non possono essere solo il frutto di uno che “mette i dischi”, ma di un musicista a tutti gli effetti.

Ancora oggi tutti lo cercano, tutti lo vogliono, anche se lui preferisce girare il mondo tenendo i suoi concerti sulle spiagge di tutto il pianeta, la sua location preferita.