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Jethro Tull: genesi di un mito

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Blackpool, Inghilterra: due fuoriusciti della John Evan Blues Band danno vita a un nuovo ensemble.

Sono il flautista, armonicista e cantante Ian Anderson e il bassista Glenn Cornick. Come nome, si scelgono quello dell’agronomo inglese che nel 18° secolo ha inventato la prima seminatrice meccanica: un certo Jethro Tull.
Ad Anderson e Cornick si aggiungono il chitarrista Mick Abrahams e il batterista Clive Bunker.

Successivamente, lo stesso John Evans si unirà in qualità di tastierista. Nell’autunno del 1968, i Jethro Tull pubblicano il loro album di debutto, This Was. La loro è una musica originale capace di mescolare blues e folk con rock, jazz e musica classica. Su tutto, però, si eleva la formidabile personalità di Anderson, il suo modo unico di suonare il flauto che (mutuato dal jazzista Roland Kirk) riesce a dare ritmo e sonorità nuove allo strumento classico utilizzando il respiro in modo quasi percussivo e incorporando nel sound gemiti e gridolini che rendono ancor più suggestivo il risultato finale.

Ian Anderson non è però soltanto un performer formidabile. Arrangiatore sopraffino, trasforma una bourée di Bach in un pezzo rock, dopodiché, nel 1971, dà vita al suo capolavoro concettuale e compositivo. L’album di chiama Aqualung e proietta in modo definitivo i Jethro Tull nell’olimpo del rock.