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I’m going home, la storia di Alvin Lee

Nottingham, Inghilterra: nasce Graham Barnes. Con il nome di Alvin Lee diventerà uno dei più leggendari chitarristi della storia del rock.

Cresciuto in una famiglia musicale (il padre e la madre sono appassionatissimi di jazz e blues) Alvin inizia a suonare la chitarra a 13 anni. Due anni dopo, incontra Leo Lyons e, insieme, i due mettono in piedi una band, The Jaybirds.

Seguendo l’esempio dei Beatles, vanno ad Amburgo a fare gavetta. Tornati a Londra, nel 1964, cambiano nome. Consultando una lista di stazioni radiofoniche ne trovano una che si chiama Ten Years After, dieci anni dopo. Suona bene, anche perché dieci anni prima Elvis Presley aveva inventato il rock ‘n’ roll.

Nel 1967, Alvin Lee e i Ten Years After firmano un contratto come band residente al Marquee, il celebre club londinese che ha lanciato la carriera dei Rolling Stones.
Il loro rock blues verace e il chitarrismo funambolico (ma pure estremamente aggressivo) di Alvin Lee sono il segreto del successo. Che affascina Bill Graham, il padrone del rock americano.
Graham invita i Ten Years After a San Francisco nel 1968: li fa suonare al Fillmore e poi nei più importanti club d’America. La band, così, si fa conoscere da tutti gli appassionati prima di diventare un fenomeno epocale nel momento in cui lo stesso impresario li inserisce nel cast del Festival di Woodstock.

Il primo LP dei Ten Years After, dalla collezione privata di Musicoff

Immortalata dalle telecamere del regista Michael Wadleigh, la performance dei Ten Years After a Woodstock è uno dei momenti più eccitanti della leggendaria 3 giorni di pace, amore & musica. Da allora, la folgorante “intro” del rock-boogie “I’m Going Home” diventa uno dei più studiati e imitati riff di chitarra di tutta la storia del rock.

Il 6 marzo del 2013 Alvin Lee è morto in un ospedale di Marbella dopo un’operazione al cuore. Aveva 68 anni.