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Quando iTunes e iPod cambiarono il mondo discografico

"Say Hello to iPod" recitava la prima pubblicità del dispositivo Apple. "Say goodbye to records" qualcuno pensò.

Per fortuna non è andata proprio così visto che nel 2020 c’è ancora chi compra addirittura la musica in vinile, ma per molti versi l’entrata in scena di iTunes e dell’iPod rivoluzionarono completamente il mondo musicale, in tutte le sue forme.
Steve Jobs, si sa, era uno che guardava avanti (anzi, più avanti di chi già lo faceva). In più, era un grande appassionato di musica, con alcuni interessi anche nell’audiofilia. È risaputo che i suoi primi appartamenti potevano risultare vuoti, senza alcun mobile, ma non senza un impianto stereo di qualche tipo per ascoltare musica.

La sua idea fu quindi rivoluzionaria, mai come prima nel mondo della fruizione musicale: mettere letteralmente migliaia di brani musicali in tasca alla gente, con una qualità audio superiore a tutto ciò che si era ascoltato fino ad allora.
Ovviamente, questo era già possibile con alcuni lettori di mp3 portatili e i tanti download illegali che impazzavano all’epoca… Ma il suo pensiero fu assai più grande. “Mettere in tasca la musica” voleva dirla metterla in tutti i suoi aspetti, in uno nuovo formato audio, con release ufficiali, con copertine e tutto il resto delle info. Sostituirsi agli album fisici, mandare in pensione i CD.
Il tutto distribuendo gli album su iTunes.

Say hello to ipod

iTunes, una rivoluzione ancora più grande. Styeve Jobs si rivolse ai discografici dicendo (semplifichiamo ovviamente per la narrazione): “datemi accesso ai vostri cataloghi e venderete molti più dischi a un costo enormemente minore dei supporti fisici”.

La furbizia di Jobs fu, appunto, prendere accordi precisi con le case discografiche prima di lanciare la sua piattaforma.
Fu a tutti gli effetti una rivoluzione, perché non cambiò solo il modo di vendere e di ascoltare la musica, ma cambiò inesorabilmente anche il modo di produrla. Nel bene e nel male…

In questo estratto video ne abbiamo parlato con chi quell’epoca l’ha vissuta, a partire da Corrado Rustici che a quei tempi lavorara già negli USA per le grandi major discografiche, e può raccontarci nel dettaglio i “dietro le quinte” di questa grande operazione.