Nelle ultime settimane si sono diffusi i rumours secondo cui G&L Guitars avrebbe sospeso gran parte, se non tutti, i dipendenti del suo stabilimento statunitense.
Non si tratta di un annuncio ufficiale dell’azienda, ma di informazioni emerse su forum, gruppi Facebook e riprese da youtuber di settore come Phil McKnight e Rhett Shull. Per ora non ci sono conferme su un’eventuale chiusura o fallimento.
Cosa sappiamo davvero
L’unico fatto concreto è che l’azienda sarebbe ricorsa al furlough, cioè la sospensione temporanee del personale. Un segnale che certo non lascia tranquilli, ma che non equivale a una dichiarazione di chiusura.
Tutto il resto – incluse le ipotesi su acquisizioni imminenti – resta nel campo delle speculazioni.
Alcune testimonianze di ex dipendenti diffuse online – tuttavia non verificabili in modo indipendente – descrivono una realtà complessa. Da un lato, la serie Tribute prodotta in Asia avrebbe garantito la maggior parte delle entrate, a discapito delle linee americane.
Dall’altro, sarebbero emersi problemi di gestione finanziaria e di accumulo di strumenti invenduti. Si tratterebbe dunque di fragilità interne, aggravate dalle tensioni commerciali internazionali e dai costi crescenti dei componenti importati.
La voce dei commentatori
Secondo Phil McKnight, il quadro è quello di una piccola azienda con un’identità forte ma con scarsa capacità di comunicare la propria storia.
G&L è infatti il marchio nato da Leo Fender e George Fullerton come naturale evoluzione delle idee sviluppate negli anni ’50 e ’60. Tuttavia, senza una strategia narrativa efficace, agli occhi di molti chitarristi gli strumenti appaiono come una variante del mondo Fender, più che come una proposta autonoma che arriva da una ben più piccola realtà aziendale.
Tariffe e mercato globale
Un altro punto rilevante riguarda l’impatto delle tariffe doganali introdotte negli Stati Uniti negli ultimi anni. Sebbene le chitarre G&L vengano assemblate in California, gran parte delle parti – meccaniche, ponti, componentistica – proviene dall’estero. Questo scenario ha reso più difficile per realtà medio-piccole reggere la competizione con i giganti del settore.
Alcuni parlano di una possibile acquisizione da parte di altri marchi, con addirittura Fender citata come candidata “naturale” per ragioni storiche e di mercato. Tuttavia, si tratta unicamente di ipotesi non suffragate da prove concrete. Al momento l’azienda non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale.
Per gli appassionati, il marchio G&L rappresenta un capitolo importante della storia della chitarra elettrica. Modelli come la S-500 o l’ASAT hanno consolidato una reputazione di qualità e innovazione tecnica, portando avanti l’eredità di Leo Fender.
Qualunque sarà l’evoluzione della vicenda, resta chiaro che il futuro del brand ha un peso che va oltre il semplice mercato: riguarda il lavoro di chi costruisce gli strumenti e l’immaginario di generazioni di chitarristi.










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