Gibson torna a mettere le mani nella propria storia con un’operazione che farà drizzare le antenne a collezionisti, tecnici del suono e appassionati di liuteria elettrica: i nuovi 1959 Humbucker Collector’s Edition Series 3, una tiratura limitata a 1000 set che punta a ricreare nel modo più scrupoloso possibile l’estetica, il timbro e persino l’invecchiamento dei leggendari “Patent Applied For”.
Il progetto nasce direttamente dal Gibson Pickup Shop, reparto che da anni mantiene vivo il patrimonio tecnico del marchio attraverso ricerche d’archivio e analisi scientifiche delle unità originali.
Qui la parola d’ordine è fedeltà storica, e questa terza serie ne è la sintesi più estrema: bobbine in butirrato Double Vintage White, magneti Alnico 3 roughcast long, cover in nickel storicamente corrette e M69 Cream rings invecchiati secondo i criteri del Murphy Lab. Ogni pezzo metallico, dalle viti alle molle, viene sottoposto allo stesso trattamento.
Nashville rimane il cuore pulsante di questa operazione. È qui che Gibson produce i propri pickup fin dagli anni ’30, spesso senza darlo troppo a vedere, pur avendo fornito per decenni componenti decisivi per la storia della chitarra elettrica.
Non è un caso che i PAF originali siano ancora oggi considerati la “sacra reliquia” del timbro humbucking, ricercati per la loro variazione naturale, per la diversità dei magneti impiegati all’epoca (Alnico 2, 3 e 4) e per quella miscela di imperfezioni che, paradossalmente, ne ha definito il fascino sonoro.
La serie Collector’s Edition parte proprio da qui. I tecnici hanno utilizzato 3D scanning, misurazioni di laboratorio, reverse engineering di esemplari di fine anni ’50 e consultazione diretta delle specifiche storiche conservate in archivio.
Il risultato viene presentato in un cofanetto Lifton, con ogni set numerato secondo la logica del 1959. È un approccio che evita qualsiasi retorica nostalgica: l’obiettivo non è “imitare”, ma ricostruire con metodo ciò che rendeva speciali i pickup che hanno segnato la musica elettrica del Novecento.
La domanda è sempre la stessa: che cosa distingue realmente queste repliche da quanto già presente sul mercato? Qui la risposta sta nella somma dei dettagli, nel tentativo di ricostruire non solo il suono, ma anche l’esperienza materiale dell’epoca: l’aspetto del metallo, il colore della plastica, l’invecchiamento delle superfici, persino la percezione tattile dei componenti.
Recents Comments