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Do It Yourself… ma come?

Ricevo sempre più spesso richieste di consigli in merito all'auto costruzione di effetti e/o guitar toys vari come looper, switcher o cose del genere; sicuramente l'auto-costruzione è una cosa bellissima, interessante, divertente e istruttiva, permette anche di risparmiare dei soldi, specie quando il risultato che si

Ricevo sempre più spesso richieste di consigli in merito all’auto costruzione di effetti e/o guitar toys vari come looper, switcher o cose del genere; sicuramente l’auto-costruzione è una cosa bellissima, interessante, divertente e istruttiva, permette anche di risparmiare dei soldi, specie quando il risultato che si ottiene è soddisfacente. Spesso però, chi si cimenta in questo genere di attività, essendo un neofita, manca anche di quel minimo di esperienza necessaria a non trasformare questo utile svago in una specie di incubo. Gli errori del principiante a volte non sono gravi, anzi l’esatto contrario, fatto sta però che, gravi o no, bastano a far sì che l’oggetto costruito non esegua la funzione per cui è nato o che la faccia immerso in un mare di rumori oppure ancora che funzioni più o meno in modo decente, ma sia funzionalmente scomodo (pensate ad esempio alle prese jack montate troppo vicine tra loro oppure ai footswitch messi a ridosso dei potenziometri, così che ogni volta che vengono premuti si sposti involontariamente qualche manopola). In queste righe, ho pensato di riunire una specie di piccolo decalogo: le fasi costruttive, le modalità operative e le piccole attenzioni da seguire per fare in modo che il vostro progetto di pedale auto-costruito, possa essere realizzato senza troppi grattacapi.
Premetto che, non potendo sapere che pedale volete costruirvi, distorsore, booster, switcher o altro, salterò la parte relativa alla sua scelta. Darò per scontato che sia stato scelto un circuito (supponiamo un kit acquistato in rete), che questo sia già stato montato secondo le indicazioni del costruttore e che quindi sia funzionante. Assieme elettrico
Scrivere un assieme elettrico con tutte le parti necessarie: prese, potenziometri, schede, collegamenti, non serve essere dei disegnatori professionisti. Se non conoscete le regole del disegno elettronico, disegnate dei piccoli box quadrati e scriveteci dentro quello che rappresentano tipo: scheda, presa jack ingresso, led di stand-by, etc…
Per i collegamenti, tirate delle righe tra un box e l’altro tenendo conto del numero di fili necessari tipo: al jack mono vanno due fili, quindi due righe, a quello stereo ne vanno tre, quindi tre righe e così via. Questo servirà in fase di cablaggio a non dimenticare nessun collegamento o nessun particolare hardware.
Suggerisco di indicare, tra i vari fili di collegamento, di segnare i fili di massa in modo diverso dagli altri o comunque di contrassegnarli in qualche modo; se non avete le idee chiare fate prima a buttare via il foglio e ricominciare da capo, non costa niente. Progettare la disposizione dell’hardware nel box Fate attenzione: la disposizione delle prese, dei potenziometri, dei led e altro, va fatta tenendo conto che questi oggetti occupano dello spazio all’interno del box dove andranno installati. Un errore comune infatti è quello di forare i box pensando solo alla parte esterna ad esempio di un jack; in realtà, all’interno del box, quello stesso jack occupa uno spazio molto più  grande di quello che si può vedere da fuori. Anche in questo caso, fare un disegno, anche a mano libera, aiuta a capire bene dove installare le parti, le schede e le manopole. Non dimenticate però di fare una verifica degli ingombri fisici di tutte le parti che il vostro pedale dovrà contenere. Procedete con il rivestire il box con del nastro carta, tipo quello usato in carrozzeria, specie se avete acquistato un box già verniciato.

Tracciate i punti di foratura aiutandovi con un righello o, meglio ancora, una squadra da falegnameria.

Nei vari punti dove dovrete forare, indicate il diametro preciso del foro da praticare.

Suggerisco di procurarvi un calibro (anche uno economico va benissimo) per misurare i diametri delle parti che dovete installare e verificare ogni dettaglio critico. Controllate quindi le simmetrie, la corrispondenza dei punti dove avete previsto di mettere una scritta oppure una manopola e cose di questo genere, oltre alla compatibilità della vostra disposizione con gli ingombri all’interno del box. La presenza del nastro carta permette di poter correggere gli errori quante volte si vuole senza lasciare segni sul box. Foratura Un errore comune per questa operazione è quello di prendere un trapano a mano (col trapano a colonna l’errore è meno problematico) e tentare di forare esattamente sul segno che avete fatto nel box. Normalmente, la punta scappa dal segno e finisce che il foro si fa “nei paraggi” del punto desiderato, quando va bene…
Per evitare questo problema, fate un segno sul box usando un martello e un punteruolo (o in alternativa può andare bene anche un chiodo ben appuntito). Dando un piccolo colpo di martello, il punteruolo lascerà un punto inciso sulla superficie del contenitore. Questo è sufficiente a far sì che la punta del trapano resti nel punto desiderato. Se ne possedete una, fissate il box in una morsa così il lavoro verrà fatto in modo più preciso e più sicuro. Per aiutare ulteriormente l’operazione di foratura, mettete un filo di olio da taglio (in alternativa, può andare bene un lubrificante qualunque) sulla punta del trapano. Altra attenzione: specie per diametri di 8-10mm e oltre, non è bene forare direttamente con la punta grande. La punta grande tende ad agganciarsi al metallo portandosi dietro il box rischiando di farvi male. Normalmente, per evitare guai, è bene forare con delle punte piccole ed arrivare al diametro giusto facendo tre o quattro passaggi per diametri intermedi. Per finire, se il vostro trapano ha la possibilità di regolare la velocità di rotazione, ricordate che le punte di piccolo diametro forano meglio con velocità alte, viceversa le punte grandi devono ruotare a velocità basse. Pertanto, quando forate per diametri da 10-12 mm ricordatevi di rallentare la velocità del mandrino. Se non potete farlo, cercate di arrivare al diametro desiderato facendo più passaggi per diametri intermedi e ricordandovi di oliare sempre le punte. Pulizia Il box così forato, va liberato dal nastro carta e sgrassato dai residui di olio usato per facilitare l’operazione di foratura. Per fare questa operazione, è sufficiente usare un panno di cotone ed un prodotto sgrassante di quelli per fare le pulizie di casa. Meglio non usare l’alcol per uso casalingo perchè contiene il colorante rosso e se il box è verniciato di un colore chiaro, potrebbe rimanere macchiato dal prodotto stesso. Allo stesso modo, non usare nemmeno diluenti aggressivi quali diluente nitro o la triellina, perchè danneggiano in modo permanente la vernice. Tali prodotti possono andare bene soltanto nel caso che il box non sia verniciato. Box non verniciato Se avete optato per un box non verniciato, il mio consiglio è quello di nastrarlo comunque per evitare graffi e segni indesiderati; potete sempre decidere di verniciarlo il seguito. In ogni caso, è opportuno fare la verniciatura sempre dopo la foratura, non prima.
I box in vendita già verniciati, hanno uno strato di vernice a polvere molto dura quindi, con le precauzioni dette finora, possono essere forati senza danneggiare la vernice. La verniciatura a spruzzo fatta con un prodotto catalizzato (poliuretanico o vernice per uso automobilistico sono le vernici più dure) o peggio, con la classica vernice a bomboletta, è molto meno dura e resistente della verniciatura a polvere. Questo significa che è molto probabile che ci restino sopra ad esempio i segni della morsa o che qualche pezzo vicino ai bordi salti via del box. Per evitare sollecitazioni meccaniche alla vernice, è bene fare il lavoro di foratura prima. Col box forato e ben sgrassato con diluente nitro, si può ottenere un’ottima verniciatura. Per mia esperienza personale, posso osservare che i vari tipi di vernice a bombola non mi hanno mai soddisfatto; la ragione riguarda un fatto squisitamente chimico. Infatti, il preparato in bomboletta non può contenere, per ovvi motivi, l’agente catalizzante che fa asciugare e indurire la vernice. Questa operazione è affidata ad altro genere di reazione chimica che, di fatto, non indurisce mai in modo del tutto soddisfacente.
Il risultato migliore, senza dilapidare cifre astronomiche, si può ottenere con la vernice poliuretanica che è del tipo catalizzato, indurisce molto bene ed ha un costo accessibile. La vernice per uso automobilistico, sempre del tipo catalizzato, è nettamente la migliore, ma ha un costo altissimo.
In ogni caso, uno strato o due di fondo (del tipo compatibile con la vernice che sceglierete di usare), aiutano ad ottenere un risultato migliore. Assemblaggio parti Un aspetto da considerare per questa fase è la stabilità dei fissaggi meccanici nel tempo. Infatti, una volta montata una presa jack, un connettore DC o uno switch, usandolo nel tempo, accade che si allenti generando a volte falsi contatti. Per evitare questo problema, basta usare delle rondelle anti-svitamento installate all’interno del box. Per l’hardware che impedisce l’utilizzo della rondella, tipo la presa DC in plastica o la ghiera porta led, è bene bloccare le filettature con una goccia o due di vernice o, in alternativa, di smalto per le unghie (ricordandovi di restituirlo a mamme, fidanzate o sorelle, NdA). Per il fissaggio delle schede elettroniche, ci sono alcune alternative: si possono usare delle colonnine filettate installate sul box con una vite, oppure si possono usare delle colonnine in plastica o metallo, con vite passante e dado di fissaggio (sempre con una foratura nel box). In alternativa, ci sono anche delle colonnine con base adesiva.
In questo caso, prima di attaccare la parte adesiva, è bene sgrassare a fondo la zona dove è previsto il montaggio. Una colonnina adesiva di buona qualità, fissata su una superfice ben sgrassata è una soluzione semplice economica e duratura.
In ogni caso, tutti i materiali necessari al fissaggio delle schede, si possono reperire facilmente in rete, scegliete voi quello che ritenete il più adatto al vostro progetto. Lasciare la scheda libera all’interno del box è una soluzione praticabile, specie se la scheda viene ben protetta in modo da  non andare a fare corto circuito contro il box o contro una parte hardware. Personalmente però, preferisco più vedere che tutto sia stabilmente fissato in qualche modo. Cablaggio Di regola, ogni operazione che si compie deve essere fatta in modo tale che, le azioni precedenti, non vengano danneggiate o compromesse dall’ultima. Quando si cabla un oggetto, è inevitabile capovolgere il box per poter operare al suo interno. Durante questa fase, la presenza di utensili lasciati sul piano di lavoro può generare brutte sorprese perché, a cose fatte, ri-capovolgendo la scatola, si trovano graffi sul box o segni sulle parti hardware sporgenti.
Quindi, prima di iniziare a cablare, togliete tutto il materiare superfluo dal piano di lavoro e lasciate a portata di mano solo lo stretto necessario alle operazioni di cablatura. Per maggior sicurezza, stendete un panno pulito o una vecchia maglietta, o anche un vecchio tappetino per mouse, sul piano di lavoro e poggiateci il box capovolto sopra. In questo modo, eviterete di trovare brutte sorprese alla fine dell’opera. Riguardo ai cavi, non utilizzate cavi di grande spessore perchè sono difficili da piegare e, in genere, la loro guaina non è adatta all’uso col saldatore. Normalmente accade che, quando li stagnate, la gomma esterna fonde con una certa facilità e questo, oltre ad essere brutto da vedere, va evitato. Normalmente, hanno questa reazione i cavi da cablatura per impianto elettrico domestico. Evitate di usarli anche perchè, come ho detto, sono di dimensioni sovrabbondanti.
Nei negozi di componenti elettronici, è facile reperire delle trecce di filo colorato, adatte alla saldatura a stagno; la loro gomma infatti riesce a resistere a temperature piuttosto alte. Questi spezzoni normalmente comprendono una quantità variabile di colori e sono di circa un metro di lunghezza, pertanto sufficienti a cablare un numero cospicuo di connessioni. Un’attenzione particolare va rivolta anche ai colori: potete cablare tutto il sistema usando un filo di un solo colore, basta solo fare le cose per bene. Ma se usate colori diversi, potete distinguere le varie linee di segnale e questo aiuta molto in caso di modifica o riparazione. Sul foglio delle connessioni, scrivete i vari colori che state utilizzando per le connessioni e tutto sarà più semplice.
Per esempio, il segnale di ingresso blu, la massa nero, il segnale in uscita bianco, l’alimentazione Dc rosso e così via. Come convenzione, il filo nero rappresenta sempre la massa, il filo rosso invece il positivo dell’alimentazione. Sulle tecniche di cablaggio, cioè sul modo in cui stendere i fili da un posto all’altro, se ne potrebbero dire molte di cose, ma dato che stiamo parlando di costruire un oggetto che deve servire per uso personale, cerchiamo di essere pratici e giungere all’obiettivo senza troppi fronzoli.      
Cercate di seguire un ordine logico, evitate collegamenti di traverso, cavi troppo lunghi o troppo corti. Quando si cabla è bene pensare anche al giorno in cui dovrete disassemblare quell’oggetto per una riparazione o una modifica. Avendo presente questo fatto, cercate di stendere i fili, ove possibile, in modo tale che l’operazione di smontaggio non diventi un problema.
Se potete, raggruppate i fili vicini e fissateli tra loro con una fascetta di plastica o, al limite, un filo di cotone annodato, come si faceva molti anni fa.
Test Terminato il cablaggio, è bene effettuare sempre dei test dell’oggetto costruito prima di montare il coperchio, le manopole etc. Un test completo evita di dover smontare tutto per correggere gli errori. Quindi accertatevi: – che tutto funzioni secondo quanto avete previsto; – che non ci siano potenziometri invertiti nel verso di rotazione o di posto o di valore con altri; – che i led si accendano e che non lo facciano momento sbagliato; – che gli switch attivino le funzioni previste; – che non ci siano connessioni sbagliate o falsi contatti. Una volta verificato tutto questo, potete procedere col montaggio del coperchio, delle manopole e con l’applicazione di targhette adesive e/o decorazioni varie. Bene, con questo penso che sia tutto; cercate di ricordare che ogni consiglio, anche il migliore, è poco utile senza il vostro buonsenso.
Buon divertimento e alla prossima. Costantino Amici – Costalab

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