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Le diteggiature – D Shape

Ciao a tutti amici musicoffili, in questa seconda puntata dedicata al mondo delle diteggiature prenderemo in considerazione la seconda forma delle scale, "D Shape"; per coloro che non avessero ancora avuto occasione di leggere il primo articolo (E Shape) do il vivissimo consiglio di visionarlo, poiché alcuni concetti

Ciao a tutti amici musicoffili, in questa seconda puntata dedicata al mondo delle diteggiature prenderemo in considerazione la seconda forma delle scale, “D Shape”; per coloro che non avessero ancora avuto occasione di leggere il primo articolo (E Shape) do il vivissimo consiglio di visionarlo, poiché alcuni concetti precedentemente analizzati non verranno nuovamente approfonditi in questo e nei prossimi appuntamenti.
Inoltre, per un approfondimento più accurato date un’occhiata al Vademecum di Lick of the Week Pt.1 e Pt.2.
 
Ricordo che l’obiettivo di questi articoli consiste nel capire il metodo costruttivo delle diteggiature mediante una certa logica. Al contrario, non vuol essere esclusivamente una catalogazione grafica delle forme da imparare a memoria senza capirne il senso.
 
Bene, ora procediamo! Vi ripropongo i due concetti chiave analizzati la scorsa puntata:

  • teoria degli intervalli: che definiscono la natura e la sonorità tipica di una scala;
  • accordi e sistema CAGED (o EDCAG): ovvero le posizioni principali degli accordi che rappresentano lo scheletro su cui nascono le diteggiature.

Ribadisco nuovamente quest’ultimo punto: ad ogni posizione di accordo è corrispondente una diteggiatura di scala. Se tutto ciò vi è chiaro il gioco è fatto!
È necessario prendere un accordo in triade (I, III, V) ed eseguirlo in una determinata forma del sistema EDCAG e successivamente aggiungere, grazie al precedente studio degli intervalli, gli altri gradi che compongono la scala presa in considerazione. Di conseguenza, al di sopra di una triade maggiore ricaveremo scale maggiori (ionica, lidia e misolidia) mentre sopra una triade minore scale di natura minore (eolia, dorica e frigia).
 
Oggi, inoltre, aggiungeremo un ulteriore concetto veramente importante che inizialmente potrebbe creare un po’ di confusione: le diteggiature studiate in forma E su tutte e sei le corde assumono un altro nome se analizzate da un punto di vista differente.
Proseguendo nella lettura capirete cosa intendo.
 
Posizione 2: “D shape”
 
Innanzitutto impariamo a suonare le tre triadi principali in posizione D.
Di seguito troverete come esempi l’accordo di G, quello di Gm ed infine la triade diminuita.Passiamo ora alla seconda fase nella quale, come esempio, prenderemo in considerazione la scala di G (G, A, B, C, D, E, F#) costruita mediante i seguenti intervalli: R, ∆2, ∆3, P4, P5, ∆6, ∆7.
Proviamo a suonare e memorizzare singolarmente i vari intervalli che costituiscono questa scala. Ovviamente, a differenza della posizione E che ha la tonica (Root) su sesta corda e viene a svilupparsi per l’appunto su tutte e sei le corde, la posizione D si crea a partire da quarta corda.Ed ora siamo giunti alla terza ed ultima fase: collegando i vari punti vedremo nascere la scala maggiore (ionica) nella sua seconda forma.
Dopo questo esempio in G maggiore di seguito troverete le varie diteggiature delle scale trattate in questa prima serie di articoli. Adottando il medesimo sistema per le successive scale e facendo attenzione all’accordo di base (maj, min o dim) e ad i corrispettivi intervalli, riusciremo a ricavarci secondo un senso logico-teorico le altre strutture.
Come potrete notare per ogni grado è indicato il relativo intervallo e, a destra della tastiera, le note corrispondenti. Vi ricordo nuovamente che, in allegato ad ogni articolo, troverete i file GuitarPro 6 delle scale prese in considerazione. In particolare: un file contenente le tre diteggiature maggiori ed uno le quattro minori.Nella parte introduttiva ho scritto: “le diteggiature studiate in forma E su tutte e sei le corde assumono un altro nome se analizzate sotto un punto di vista differente”. Chiariamo questo concetto!
Avrete sicuramente notato che, nonostante la seconda forma “D Shape” si viene a creare a partire dalla quarta corda, vi ho proposto con dei pallini bianchi la continuazione della scala progredendo verso il basso.
A questo punto tiriamo le somme.
Prendiamo come esempio la diteggiatura della scala di G in forma D e noteremo che viene a corrispondere alla scala di A dorico in forma E. Ovviamente queste scale sono relative l’una dell’altra in quanto hanno le stesse note, ma attenzione dipende da che punto di vista le state analizzando, poiché in base alla forma dell’accordo su cui vogliamo creare la scala cambiano tutti gli intervalli.A partire da quest’ultimo spunto spero sia chiaro il fatto che, una volta memorizzate le diteggiature in forma E, automaticamente avete imparato anche le altre posizioni. Di conseguenza abbiamo da una parte la semplicità di dover imparare sostanzialmente poche diteggiature, ma dall’altra la difficoltà di doverle analizzare sotto diversi aspetti in base alla forma presa in considerazione. 
Come al solito spero di esservi stato d’aiuto e vi ricordo che per qualsiasi domanda vi aspetto sul forum. Intanto vi saluto e ci aggiorniamo al prossimo articolo nel quale tratteremo la “C Shape”.Stefano Maroelli

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