Studiare la chitarra classica non significa solo ripetere ossessivamente un brano fino a memorizzarlo. Significa capire dove mettere le mani, come sincronizzarle e soprattutto perché un passaggio non funziona. Leonardo Gallucci, chitarrista e docente, lo spiega con chiarezza negli studi di MusicOff in questa nuova lezione in collaborazione con Seiscuerdas, prendendo come esempio uno dei brani più iconici del repertorio chitarristico: “Jeux Interdits” (reso famoso dal film omonimo, in italiano Giochi Proibiti).
Ti ricordiamo che il progetto di queste videolezioni nasce dalla collaborazione con SEISCUERDAS, realtà che si occupa della distribuzione di chitarre classiche e flamenco artigianali spagnole, con un’attenzione profonda alla tradizione liutaria iberica e alla formazione di una nuova generazione di chitarristi classici.
La mano destra è il motore
Prima regola: la mano destra produce il suono, quindi va curata con attenzione. L’arpeggio di Jeux Interdits richiede un movimento ciclico preciso: anulare, medio, indice, ripetuto tre volte, partendo insieme con pollice e anulare.
L’errore più comune? Tirare le dita verso l’interno del palmo, facendo “saltare” la mano. Invece bisogna fare un movimento morbido, quasi un “ciao” con la mano, senza sollevare troppo le dita.
Il barré non è una questione di forza
Molti studenti si lamentano: “Premo forte ma il barré non suona“. Il problema non sta nella pressione, ma nell’angolazione del dito. Se premi solo con la punta e la base, in mezzo non esce nulla.
La soluzione è posizionare il dito sulle corde mantenendolo dritto e spostando leggermente la mano in avanti. Questo vale sia per il barré completo che per il mezzo barré, dove si coprono solo tre corde. Massimo rendimento, minimo sforzo.
Costruire gli accordi, non buttarli giù
Altro errore tipico: mettere tutte le dita insieme e poi iniziare a suonare. Gallucci suggerisce invece di costruire gli accordi progressivamente, sincronizzando il movimento con la mano destra. Non serve posizionare subito il terzo dito se arriva dopo nell’arpeggio: meglio ritardarlo e tenerlo pronto.
Una regola d’oro: mai alzare le dita quando si possono portare da un accordo all’altro, perché aiutano a mantenere la mano sinistra stabile.
Studiare lentamente
“Lentamente”, ripete Gallucci più volte. Non serve suonare subito a tempo: anzi, è controproducente.
La tecnica giusta è lavorare sui singoli passaggi, partendo dalla fine di una battuta e attaccandola all’inizio della successiva. Battuta tre con battuta quattro, cinque con sei. Ogni punto critico va isolato e ripetuto piano, finché tutte le note non escono pulite.
Strategia, non istinto
Quello che vale per “Jeux Interdits” vale per qualsiasi brano. Studiare con strategia significa pensare prima di suonare: analizzare la partitura, leggere le indicazioni dinamiche e agogiche, capire dove serve cambiare diteggiatura.
La chitarra classica offre la stessa nota in più punti del manico, e questo apre infinite possibilità timbriche, ma complica anche le scelte.
Ogni revisore propone una diteggiatura, ma non è legge: va adattata alla propria mano, alla propria interpretazione. Perché nel momento in cui suoni, diventi coautore del brano.









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