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Cromatismi o note a caso? Una lezione di chitarra per non sbagliare

Cromatismi: non basta suonarli, serve capirli. Questa lezione ti spiega come usarli senza cadere nella confusione.

Nel mondo della chitarra, pochi elementi sono tanto caratteristici quanto i cromatismi. In particolare nel Jazz il cromatismo diventa linguaggio, accento, identità.

Musicezer Inner Studio ci offre gratuitamente un estratto da una lezione del corso “Il Bebop dalla A alla Z” di Alessio Menconi, guidandoci alla scoperta dei cromatistmi non solo dal punto di vista teorico, ma soprattutto musicale e pratico sulla chitarra.

Un cromatismo consiste nell’aggiunta di note al di fuori della scala, per collegare due gradi con passi di un semitono. Ma non si tratta semplicemente di “note estranee” messe in fila. Quelle piccole deviazioni creano tensione, movimento e, soprattutto, voce.
Charlie Parker ne ha fatto un marchio di fabbrica, e studiarli è il primo passo per avvicinarsi a quella libertà espressiva che caratterizza i grandi solisti bebop.

Menconi parte da un concetto di base: in una scala maggiore ci sono cinque punti in cui è possibile inserire un cromatismo, e questo principio si applica poi a tutte le scale modali. Ogni posizione sulla tastiera cela un’opportunità per dare colore e direzione al fraseggio. Ma attenzione: sulla chitarra non è sempre comodo trovare queste note. Servono consapevolezza, memoria uditiva e intenzionalità.

Il video mostra come gestire le diteggiature più complesse, propone esercizi concreti e offre riflessioni profonde su come pensare musicalmente – non limitarsi alla diteggiatura, ma cercare il suono. E quel suono, dice Menconi, va cercato anche se il movimento non è naturale, anche se richiede uno sforzo fisico: “Se vuoi davvero quella nota, vai a prendertela.

Man mano che il discorso si amplia, scopriamo che il cromatismo è molto più che un espediente. È struttura, è approccio, è motore dell’improvvisazione avanzata, capace di trasformare una semplice scala maggiore in una tavolozza sonora fatta di scale bebop, cromatismi combinati, linee flessibili e ritmi sincopati.

Come si gestisce questa complessità? Come si passa dal suonare note all’esprimere frasi? Menconi inizia a introdurre concetti che aprono la porta a tecniche più sofisticate, ma lo fa senza perdere mai la bussola didattica: ogni passaggio è connesso alla pratica reale, alla costruzione del suono, alla musicalità.

E proprio qui si nasconde il segreto di questo episodio. Dietro a una semplice aggiunta di una nota, si cela un mondo di possibilità creative. Il cromatismo non è una regola, è una scelta. Una voce fuori dal coro che, se ben usata, ti fa riconoscere tra mille.

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