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Chitarra classica: come iniziare a suonare “a freddo” senza errori

Suonare “a freddo” significa mani rigide e poca sensibilità. Con esercizi mirati e brani giusti, si supera senza problemi.

Quante volte ci si sente dire: “Dai, fammi sentire un pezzo” e la risposta è “no, a freddo non ce la faccio”. Ma che cosa vuol dire realmente suonare a freddo? È solo una questione di temperatura delle mani o c’è dell’altro?

Nella terza puntata della serie dedicata a chi vuole avvicinarsi alla chitarra classica da adulti, Gabriele Curciotti chiarisce i diversi significati di questa espressione, distinguendo tra la sensazione fisica di mani fredde e la mancanza di prontezza percettiva e motoria.

Dal corpo alle dita

La temperatura è certamente un fattore: mani fredde, poca circolazione o tensione possono rendere difficile suonare. Da qui l’importanza di attivare il corpo con movimenti semplici come circonduzioni delle braccia, battiti delle mani, esercizi di apertura e chiusura. Piccoli gesti che stimolano il flusso sanguigno e migliorano la sensibilità delle dita.

La percezione tattile e propriocettiva

Non si tratta solo di calore. Prima di suonare, è necessario affinare la propria sensibilità tattile — la percezione delle corde sotto i polpastrelli — e la propriocettività, cioè la capacità di sapere dove sono le dita nello spazio. Questi aspetti, spesso sottovalutati, richiedono tempo per “accendersi” e sono fondamentali per suonare con precisione.

Strategie per casa e palco

A casa, basta dedicare qualche minuto a semplici esercizi per preparare corpo e mani. In concerto, invece, la questione può complicarsi: non sempre c’è la possibilità di scaldarsi prima di entrare in scena. In questi casi, Curciotti consiglia di iniziare con un brano familiare e amato, di difficoltà media, capace di mettere a proprio agio e di sciogliere rapidamente la tensione. Dopo i primi applausi, il resto del programma scorre più fluido.

Una lezione di metodo e consapevolezza

Il messaggio è chiaro: non serve forzarsi a eseguire subito i passaggi più complessi. Meglio trovare un equilibrio tra preparazione fisica, sensibilità delle mani e scelta del repertorio. Solo così si può trasformare il “freddo” iniziale in una condizione di naturalezza e sicurezza.

Chi è Gabriele Curciotti

Gabriele Curciotti si diploma in Conservatorio nel 2003 con il massimo dei voti e svolge regolarmente attività di concertista. È didatta e organizzatore di eventi (Roma Expo Guitars in primis, in qualità di fondatore e Presidente dell’Associazione musicale “Chitarra In”).

Laureato nel 1999 come terapista della riabilitazione, grazie alla sua approfondita conoscenza dell’anatomia e della fisiologia, Gabriele Curciotti è specializzato nella dinamica del movimento applicata allo strumento in relazione alla postura del chitarrista e allo sviluppo della resistenza e dell’elasticità muscolare del musicista.

Dal 2012 ha costituito il “Duo Paganini” (chitarra e violino) con il M° Francesco Cappelletti con un repertorio che spazia dalle composizioni originali del grande virtuoso del 19° secolo.

Scrive numerose trascrizioni di autori di varie nazionalità e genere musicale: Sarasate, De Falla, Granados, Fourė, Piazzolla, Brahms, Rossini Bela Bartok, Monti, Ravel, Strauss ed altri.

Attualmente è uno dei docenti della prestigiosa accademia romana Saint Louis College of Music.



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