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Chitarra Classica: 2 mosse che ti salvano mani e polsi

Dolori e tendiniti possono essere evitati e oggi grazie all'esperienza di Gabriele Curciotti scopriamo alcune "mosse" per convivere al meglio col nostro playing.

Tendiniti, infiammazioni, dolori articolari e muscolari sono purtroppo compagni abituali di molti chitarristi, spesso considerati inevitabili come se fossero il prezzo da pagare per studiare a lungo. In realtà, nella maggior parte dei casi questi disturbi non sono affatto un destino, ma il risultato di movimenti scorretti e posture statiche mantenute nel tempo.

La buona notizia di cui ci parla Gabriele Curciotti è che con poche accortezze e un uso più consapevole del corpo si può non solo prevenirli, ma anche migliorare sensibilmente la qualità del proprio tocco e della propria tecnica.

Uno dei concetti fondamentali da capire è che il nostro corpo non è progettato per restare immobile. Ogni gesto, anche il più piccolo, coinvolge catene muscolari, articolazioni e tendini che devono lavorare in modo armonico.
Quando suoniamo la chitarra classica, pretendere di mantenere una posizione rigida e fissa significa limitare il naturale movimento delle dita e sottoporle a uno sforzo inutile. Questo porta nel tempo a infiammazioni croniche, alla formazione di cisti tendinee o addirittura al tunnel carpale, condizioni che possono compromettere seriamente l’attività musicale.

Per evitarlo, è essenziale imparare a utilizzare compensi e bascule, due principi fondamentali del movimento applicato allo strumento.
I compensi sono piccoli aggiustamenti posturali che il corpo mette in atto per rendere un gesto più efficiente: possono sembrare minimi, ma fanno la differenza tra un’esecuzione fluida e una piena di tensioni.
Le bascule, invece, sono oscillazioni controllate del corpo – avanti e indietro o lateralmente – che permettono di mantenere l’angolo di attacco ottimale sulle corde e di alleggerire la pressione sulle dita, evitando sforzi inutili.

Anche il polso gioca un ruolo cruciale: deve rimanere il più possibile dritto, perché sia i muscoli sia i tendini lavorano al meglio solo quando non sono né flessi né estesi in modo innaturale. Il segreto sta quindi nel muoversi insieme allo strumento, accompagnando ogni passaggio con micro-aggiustamenti che diventano progressivamente automatici e naturali.

Questo approccio, spiegato con esempi pratici e dimostrazioni direttamente sulla tastiera, è al centro della nuova lezione della serie dedicata alla chitarra classica.
Se vuoi scoprire come mettere in pratica questi principi e imparare a suonare senza dolore, ti consigliamo di guardare il video completo, dove tutto questo viene mostrato nei dettagli.

Chi è Gabriele Curciotti

Gabriele Curciotti si diploma in Conservatorio nel 2003 con il massimo dei voti e svolge regolarmente attività di concertista. È didatta e organizzatore di eventi (Roma Expo Guitars in primis, in qualità di fondatore e Presidente dell’Associazione musicale “Chitarra In”).

Laureato nel 1999 come terapista della riabilitazione, grazie alla sua approfondita conoscenza dell’anatomia e della fisiologia, Gabriele Curciotti è specializzato nella dinamica del movimento applicata allo strumento in relazione alla postura del chitarrista e allo sviluppo della resistenza e dell’elasticità muscolare del musicista.

Dal 2012 ha costituito il “Duo Paganini” (chitarra e violino) con il M° Francesco Cappelletti con un repertorio che spazia dalle composizioni originali del grande virtuoso del 19° secolo.

Scrive numerose trascrizioni di autori di varie nazionalità e genere musicale: Sarasate, De Falla, Granados, Fourė, Piazzolla, Brahms, Rossini Bela Bartok, Monti, Ravel, Strauss ed altri.

Attualmente è uno dei docenti della prestigiosa accademia romana Saint Louis College of Music.



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